domenica 2 giugno 2013

Cambiare, come?


La coincidenza con il rinnovo dell'amministrazione nella vicina Montecatini, ci dà lo spunto per pensare all'avvicinarsi della scadenza elettorale anche a Volterra, prevista tra 12 mesi. Un lasso di tempo ancora abbastanza lungo da permetterci di ragionare sulla situazione, senza farci trascinare dalle febbri della campagna elettorale. Come molti nostri concittadini anche noi abbiamo sentito le tante voci che già circolano (e che ancor più intensamente circoleranno nei prossimi mesi) su variegate ipotesi di liste, coalizioni elettorali e candidati. Ma non vale neppure la pena di soffermarcisi. I sistemi di riferimento generali appaiono oggi così fragili e instabili, considerato il quadro nazionale oggettivamente sconfortante, che non si può neppure più dire con sicurezza quali partiti siano alleati naturali e quali avversari. E poi non è detto che l'evoluzione della crisi economica non produca altri effetti dirompenti negli animi dei cittadini-elettori, tanto da sconvolgere del tutto l'assetto politico nazionale così come lo conosciamo da vent'anni a questa parte. In un contesto così fluido, dunque, vale forse la pena lasciare da parte le complesse strategie, per limitarsi a proporre ragionamenti molto pratici sul futuro di Volterra e del suo territorio. Un ragionamento che, senza la pretesa di essere né unico né esaustivo, proponiamo in forma pubblica, aperta e quanto più possibile franca. Consapevoli che quello di oggi non può essere che uno stimolo appena accennato ad un confronto che ci auguriamo ampio e approfondito.
Tra le poche certezze che abbiamo maturato in questi anni quella più solida e facile da sostenere è la necessità di rinnovare profondamente l'amministrazione, negli uomini e nelle pratiche, in primo luogo per riconquistare al Comune il necessario credito dei suoi cittadini e, subito dopo, presso le altre istituzioni. Quindi sarà necessario rimettere in ordine alcune difficili situazioni, per tentare di ritrovare un po' di slancio per andare avanti su basi più solide delle attuali.
Cominciamo dalla questione della credibilità, perché è senza dubbio un punto spinoso e per noi cruciale. Evidentemente casi come quello di Benzinopoli non dovranno più ripetersi. Soprattutto non dovrà più accadere di vedere un sindaco e una maggioranza che, di fronte ad episodi di presunti furti ai danni dell'amministrazione, invece di precipitarsi a far luce sulle irregolarità e isolare eventuali colpevoli, cercano attivamente di ostacolare i più elementari tentativi di chiarezza, impedendo l'indagine di una commissione consiliare. Non ci illudiamo che l'esigenza di pulizia sia condivisa con la stessa urgenza da tutta la popolazione, ma siamo decisi a schierarci con quella parte di cittadini che la sentono come un'assoluta priorità, senza la quale non potrà esserci né ripresa né i minimi presupposti per una convivenza civile decente.
Altro principio che pensiamo vada conquistato è quello delle pari opportunità per tutti. Questo principio stava anche nel vecchio programma della lista civica ma, tra tanti impegni disattesi, questo lo è stato nella maniera più plateale, schiacciato dal tenace radicamento di una mentalità clientelare che si è rivelata diffusa e ostinata. Di conseguenza anche gli ultimi anni dell'amministrazione hanno visto impazzare la pratica degli incarichi diretti, spesso insistiti a più riprese sulle stesse società, ditte e sui medesimi professionisti. Calpestando di fatto il principio di imparzialità a cui dovrebbe conformarsi una amministrazione che si rispetti.
Se la sicurezza di poter contare almeno su comportamenti onesti ed equi è senza dubbio una condizione necessaria da riconquistare, certo da sola non può bastare. Per ristabilire un vincolo di lealtà con i cittadini occorre anche praticare il rispetto degli impegni presi. Quante volte abbiamo letto programmi elettorali seducenti, smentiti senza misericordia dal candidato una volta eletto sindaco? In 5 anni di amministrazione, alle prese con particolari difficoltà, può accadere di dover rettificare qualche indirizzo, ma voltafaccia plateali come quello sul diritto di accesso dei volterrani a Poggio alle Croci o sulla gestione pubblica dell'acqua non sono digeribili.
Ovviamente entrano in ballo le persone in carne ed ossa, con i loro principi, col loro bagaglio ideale e anche culturale. Purtroppo abbiamo visto da vicino quanto sia facile cedere alle tentazioni, una volta conquistata una posizione di potere. Anche quando si tratta di un potere periferico, perché la tendenza a conformarsi a comportamenti opportunistici è assai diffusa, e forse anche promossa e incoraggiata da esempi di successo personale, caratteristici dell'epoca in cui viviamo. Nonostante questi non siano ancora passati di moda, continuiamo a credere che simili esempi siano lontani anni luce da una politica sana e anche dai più elementari principi di buona amministrazione.

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