La
Casa della Salute può rappresentare un rischio serio per l’ospedale
di Volterra, nella misura in cui non venisse declinata come servizio
complementare e aggiuntivo, ma si prospettasse come un tentativo di
riconversione dell’ospedale o di parte dello stesso.
Non
è affatto un’ipotesi peregrina, visto che la Regione Toscana ha
deliberato consistenti investimenti sulle Case della Salute al fine
dichiarato di ridurre i posti letto negli ospedali, a suo dire ancora
impiegati in “ricoveri inappropriati”.
Quanto
accade oggi in Toscana non è troppo diverso da quanto già visto in
altre regioni. Infatti, preoccupa quello che è successo ad esempio a
Chiaravalle (An), dove l’ospedale Maria Montessori è stato
riconvertito senza troppi complimenti in Casa della Salute, che in
concreto ha voluto dire lo smantellamento dei principali servizi
offerti dall’Ospedale stesso: azzeramento dei posti per acuti e per
lungodegenze, soppressione della medicina e della piccola chirurgia,
chiusura del primo intervento.
Il
nodo della discussione, a nostro avviso, è tutto qui, ed è molto
grave che il Comune di Volterra, trascorsi 6 mesi dall’approvazione
della delibera regionale, non abbia ancora preteso un confronto
pubblico con la Regione Toscana, colei che emana normative vincolanti
in materia sanitaria.
Cosa
che invece è accaduta un po’ ovunque negli altri territori, dove
l’assessore regionale è stato invitato a partecipare ai consigli
comunali per chiarire il senso della riforma e le modalità con le
quali le Case della Salute saranno inserite nel sistema
socio-sanitario di riferimento.
Del
resto neppure può far stare tranquilli ciò che è stato fatto fino
ad oggi. Il Comune di Volterra ha infatti sottoscritto ed approvato
un Protocollo sulle politiche sanitarie con Regione ed ASL che non
ha salvaguardato in nessun modo l’ospedale, ma ha prodotto solo
tagli. Non dimentichiamo che l’Amministrazione volterrana ha
rifiutato vari emendamenti proposti da Progetto Originario a tutela
di alcuni servizi, per esempio quello a salvaguardia di UTIC e
Cardiologia. Infatti, già all’indomani della firma del documento,
il dott. Damone poté accorpare queste specialità con medicina
generale, relegando il tutto in spazi angusti e assolutamente
inappropriati. Solo per tagliare personale. Un accordo sbandierato
come un successo, che alla luce dei fatti si è rivelato lesivo del
presidio locale e inutile sotto il profilo del consolidamento dei
servizi, visto che la novità della Casa della Salute è vista oggi
dalla stessa amministrazione comunale come una minaccia.
Progetto
Originario
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