sabato 8 giugno 2013

Salute senza certezze

La Casa della Salute può rappresentare un rischio serio per l’ospedale di Volterra, nella misura in cui non venisse declinata come servizio complementare e aggiuntivo, ma si prospettasse come un tentativo di riconversione dell’ospedale o di parte dello stesso.
Non è affatto un’ipotesi peregrina, visto che la Regione Toscana ha deliberato consistenti investimenti sulle Case della Salute al fine dichiarato di ridurre i posti letto negli ospedali, a suo dire ancora impiegati in “ricoveri inappropriati”.
Quanto accade oggi in Toscana non è troppo diverso da quanto già visto in altre regioni. Infatti, preoccupa quello che è successo ad esempio a Chiaravalle (An), dove l’ospedale Maria Montessori è stato riconvertito senza troppi complimenti in Casa della Salute, che in concreto ha voluto dire lo smantellamento dei principali servizi offerti dall’Ospedale stesso: azzeramento dei posti per acuti e per lungodegenze, soppressione della medicina e della piccola chirurgia, chiusura del primo intervento.
Il nodo della discussione, a nostro avviso, è tutto qui, ed è molto grave che il Comune di Volterra, trascorsi 6 mesi dall’approvazione della delibera regionale, non abbia ancora preteso un confronto pubblico con la Regione Toscana, colei che emana normative vincolanti in materia sanitaria.
Cosa che invece è accaduta un po’ ovunque negli altri territori, dove l’assessore regionale è stato invitato a partecipare ai consigli comunali per chiarire il senso della riforma e le modalità con le quali le Case della Salute saranno inserite nel sistema socio-sanitario di riferimento.
Del resto neppure può far stare tranquilli ciò che è stato fatto fino ad oggi. Il Comune di Volterra ha infatti sottoscritto ed approvato un Protocollo sulle politiche sanitarie con Regione ed ASL che non ha salvaguardato in nessun modo l’ospedale, ma ha prodotto solo tagli. Non dimentichiamo che l’Amministrazione volterrana ha rifiutato vari emendamenti proposti da Progetto Originario a tutela di alcuni servizi, per esempio quello a salvaguardia di UTIC e Cardiologia. Infatti, già all’indomani della firma del documento, il dott. Damone poté accorpare queste specialità con medicina generale, relegando il tutto in spazi angusti e assolutamente inappropriati. Solo per tagliare personale. Un accordo sbandierato come un successo, che alla luce dei fatti si è rivelato lesivo del presidio locale e inutile sotto il profilo del consolidamento dei servizi, visto che la novità della Casa della Salute è vista oggi dalla stessa amministrazione comunale come una minaccia.

Progetto Originario




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