lunedì 10 dicembre 2012

Paragoni malriusciti

Essere paragonati a Bassini in tema di incoerenza politica è qualcosa che ci si poteva aspettare solo da Costanzi & co. E ovviamente dagli “Amici del Bar”, personaggi che si permettono di offendere e dire idiozie protetti da un codardo anonimato. Così come da alcuni consiglieri che in sede di consiglio comunale amano non dare alcun contributo al merito delle cose, che il più delle volte dimostrano di non aver neppure letto di straforo, ma si dilettano con paragoni offensivi, nomignoli e simili. Il che dice molto del livello di discussione politica che alberga attualmente nel più alto organo democratico del Comune.
Ci vuole coraggio anche a far finta di non vedere cosa differenzia l’azione del nostro gruppo da quello di altri. Non c’è stato un solo punto sottoposto alla nostra attenzione che non sia stato sviscerato e approfondito nelle sedi che ci competono.  Così come siamo forse l’unico gruppo ad aver votato pro e contro alla lista civica e pro e contro il Pd. A seconda se l’oggetto delle questioni era in linea o meno con il programma elettorale che presentammo nel 2009.
Altra cosa è se si intende per “coerenza politica” una non meglio precisata “fedeltà” alle persone o alle cariche. Anche quando fanno il contrario di quanto promesso, anche se  tradiscono il proprio programma elettorale o quando si permettono di far virare a destra una lista civica che era nata per essere e rimanere trasversale. Ma questa non è coerenza, questo è attaccamento al posto.
 Coerenza politica non ha niente a che fare con la fedeltà alle persone, che somiglia molto al servilismo tipico dei cortigiani. Coerenza vuol dire rimanere fedeli agli ideali, alle idee e agli impegni presi.
E sinceramente non faceva parte dei patti elettorali introdurre personaggi ambigui e sconosciuti, spacciandoli per cari amici fidati e competenti, alla guida di enti e istituzioni. Non era nei patti tentare di agganciarsi a professionisti inquisiti che promettevano mari e monti. Non stava nei patti il comportamento infantile del sindaco, ridotto a fare i dispetti ad assessori di competenza riconosciuta solo per indurli ad andare via e ricercare personaggi accondiscendenti alle sue bizze. Tantomeno era nei patti la virata della lista civica a destra, fondando in gran segreto, dopo solo pochi mesi dalla vittoria elettorale, il governo ombra di “Volterra Moderata”. Ma abbiamo visto anche altri espedienti, come prendere le decisioni importanti in separata sede e poi chiedere alla giunta di approvarle in fretta e furia, sulla spinta di un’urgenza predisposta ad arte. E gli esempi potrebbero continuare.
Comportamenti che dimostrano solo che la trasparenza per Buselli e Moschi valeva solo uno spot elettorale. La partecipazione del cittadino alla cosa pubblica era in realtà intesa come mera propaganda. La voglia di fare era solo voglia di occupare poltrone e dispensare cariche ai più accondiscendenti, che in certe situazioni non mancano mai. Alla faccia della promessa “di trovare la capacità di stare insieme mettendo al centro gli interessi della zona accantonando per un po’ le strutture ideologiche che animano le differenze”.
E dunque, alla prova dei fatti, chi è incoerente?
Progetto Originario

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