lunedì 10 settembre 2012

Rimborsi per l'acqua anche a Saline

Dopo la prima nutrita “infornata” di richieste di rimborsi sulle bollette Asa spedite da Volterra, ci accingiamo ad allargare l'iniziativa distribuendo i moduli anche a Saline. Con l'aiuto della Pro-loco il gruppo di Progetto Originario distribuirà a tutti i salinesi che ne faranno richiesta i modelli prestampati per la richiesta di rimborso da inoltrare ad Asa spa. Raccomandiamo a tutti di partecipare perché, come già verificato in passato, i rimborsi, qui in Italia, non sono affatto automatici, anche a fronte di prelievi indebiti ampiamente accertati. Anzi, in genere vengono assegnati soltanto a coloro che ne fanno espressa richiesta. Nel caso presente si tratta di richiedere il rispetto di quanto sancito dai referendum sull'acqua pubblica, in particolare il rimborso della quota corrispondente alla “remunerazione del capitale investito”, almeno il 7%, sulle bollette di Asa. Il risultato dei referendum del giugno 2011 e il successivo decreto del Presidente della Repubblica (DPR 116/2011) imporrebbero già da luglio 2011 la riduzione delle tariffe dell'acqua e l'abbandono delle logiche di mercato. I gestori per adesso hanno evitato accuratamente di adeguarsi, lasciando le tariffe immutate. Probabilmente confidando nell'appoggio “sommerso” di una larga parte delle forze politiche, anche di alcune che appoggiarono (obtorto collo) i referendum. E' noto che le società per azioni costruite per la gestione dell'acqua in questi anni, sono veri e propri centri di potere economico direttamente collegati ad una parte rilevante del mondo politico. Queste aziende, talora partecipate da vere e proprie multinazionali, hanno lavorato a lungo per costruire attraverso la legislazione dei singoli paesi europei un business sicuro con l'acqua: un bene sempre più raro di cui nessuno può fare a meno. Per loro è assai difficile mollare quest'osso e mettono in campo tutto il peso del loro potere di lobby affinché il risultato referendario venga eluso. Del resto non sarebbe la prima volta in questo Paese dalla cultura democratica ancora fragile. Osservando il caso con attenzione, si capisce quindi facilmente che non c'è in gioco solo il 7% delle bollette. Il confronto è tra democrazia e affari, o se si preferisce tra diritto e business. E l'acqua è solo uno dei temi teatro di questo contrasto. La scuola, la sanità, l'energia costituiscono altri settori in cui riconosciamo farsi avanti lo stesso schema. La situazione di crisi attuale dovrebbe far riflettere più a fondo sui rischi che corriamo. Noi pensiamo che il mercato non possa inghiottire tutto. Pensiamo che vi siano ambiti in cui il diritto debba prevalere sul denaro. Altrimenti salta la ragione prima per mantenere in vita l'organizzazione politico-sociale che continuiamo a chiamare Stato.
  Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento