martedì 3 luglio 2012

La locumonia delle banane

I motivi ricorrenti della propaganda spicciola ripetuta dalla lista Buselli sono il richiamo all'antica gloria volterrana, talvolta perfino alle orgogliose origini etrusche e via di questo passo, tanto da far istallare sulle vie principali, all'entrata del territorio comunale, ampi cartelli stradali con l'antico nome etrusco di Volterra. Vista la situazione presente in cui versa la città, sicuramente è meglio guardare al passato, agli antichi splendori, quando Volterra era città colta, potente ed orgogliosa. Però, molta acqua è passata sotto i ponti dall'epoca etrusca e anche i condottieri alla guida dell'antica locumonia non sono più quelli di una volta! Si potrebbero citare molti esempi, ma in questi giorni è la penosa vicenda di Poggio alle Croci ad illustrare fino a che punto si sia ammosciato il fiero spirito nostrano. 
Il verbale del Consiglio Comunale Aperto del 28 Gennaio 2010 ci ricorda le “fermissime” opinioni degli attuali esponenti della maggioranza sul progetto di recupero di Poggio alle Croci, e soprattutto la loro dignitosa contrarietà ad ogni ipotesi di realizzazione di un enclave chiusa, dove non fosse previsto libero accesso ai volterrani. Buselli, infatti, proclamò solennemente dal suo scranno di primo cittadino: “la prima cosa che ho detto ai progettisti è che Poggio alle Croci non può diventare un’isola per la città e la città non deve diventare un’isola per Poggio alle Croci, perché un’area che, come dicevo prima, i nostri babbi e i nostri nonni hanno sudato e nonostante sia proprietà dell’ASL, comunque è pur sempre un sesto del tessuto urbano della città. Quindi Poggio alle Croci non un’isola, non un fortino inaccessibile, ma che ci sia un percorso all’interno che si possa fruire”. Insomma, non gliele mandò a dire... Durante lo stesso Consiglio, l'assessore Moschi, dal canto suo, non volle essere da meno e le cantò chiare ai progettisti: “Si parla di punti di accesso visivo per cui i volterrani da lontano possono vedere le parti, ma non fruirne o fruirne in minimissima parte. Questo è come togliere un pezzo di Volterra dalla città. Noi vorremmo che quest’area fosse quanto prima oggetto di interventi per la riqualificazione necessaria, però questo senza precludere l’accesso al pubblico, la possibilità da parte dei volterrani di poterne usufruire, sennò non ha senso l’operazione!”. Sottointeso: se l'operazione non ha senso, non troverà l'approvazione dell'Amministrazione, quindi dovrà essere rivista o sarà irrealizzabile.
Trascorsi due anni e mezzo, durante i quali i nostri amministratori hanno condotto personalmente la trattativa con i progettisti e l'acquirente, questi ultimi non hanno rettificato il progetto di un millimetro, al contrario del sindaco Buselli che ha rivisto completamente la sua “antica” opinione. Dimenticata la necessità di integrare Poggio alle Croci al resto della città, riposta in soffitta la dignità dei volterrani, Buselli, Moschi & c. debbono aver pensato che alla vigilia delle prossime elezioni del 2014, i tre milioni di euro di oneri di urbanizzazione stimati per la realizzazione del progetto, potrebbero tornagli comodi. Una vera manna, un tesoretto ragguardevole da potersi spendere in lampioncini, rotatorie, pensiline e via dicendo... per una grande operazione spot, sincronizzata sul prossimo appuntamento elettorale. Dunque, banditi gli scrupoli, al Consiglio Comunale di una settimana fa, Buselli ha presentato il Piano Attuativo per Poggio alle Croci, disegnato esattamente sul progetto che ereditò tre anni fa dall'Amministrazione precedente. Proprio quello che, precludendo il libero accesso all'area, gli era sembrato così ingeneroso e perfino avvilente per la città. Esattamente come continuiamo a vederlo noi ancora adesso.

Progetto Originario 

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