giovedì 5 luglio 2012

Referendum, come non farsi prendere in giro

Non è un caso se la diffidenza verso partiti e formazioni politiche in genere ha raggiunto livelli altissimi. Torniamo con la mente ad un anno fa, al tempo dei trionfo dei sì agli ultimi referendum.   Ripensiamo per qualche istante a quelli sulla pubblicizzazione dell'acqua in particolare. Le urne fornirono un risultato netto: gli italiani considerano l'acqua un bene primario, al di sopra della mera logica di mercato. Alcuni partiti, probabilmente sotto lo stimolo dei sondaggi della vigilia, saltarono all'ultimo minuto sul carro del vincitore. Evidentemente senza volere davvero rispettare la volontà popolare. Quella famosa “sovranità del popolo” tanto sbandierata e glorificata quando concede il potere per delega per 5 anni ad una ristretta compagine, diventa invece scomoda e quasi insopportabile quando pretende di intromettersi nelle questioni di merito. Fu così che anni fa il referendum per l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti venne eluso, semplicemente cambiando nome ai finanziamenti. Battezzati da allora in poi “rimborsi elettorali”, ma di fatto rimasti finanziamenti, anzi aumentando il budget previsto per soprammercato. Parimenti i referendum per l'acqua pubblica da un anno a questa parte sembra siano stati rimossi. Sarà che alla testa delle tante società di gestione c'è stata messa una bella fetta del sottobosco della politica, sarà perché dell'affare fanno parte società multinazionali assai influenti, fatto sta che all'atto pratico nessuno ha mosso foglia per rispettare l'esito dei due referendum. Certo, non è detto che la volontà della maggioranza esprima sempre la miglior soluzione possibile; tuttavia in democrazia il giudizio delle urne va rispettato sempre. Altrimenti non potremmo parlare di democrazia reale. E non potremmo parlare neppure di classe politica, ma solo di casta. In senso stretto.
Poiché, noi di Progetto Originario un anno or sono appoggiammo convintamente i referendum e continuiamo a credere nella necessità della forma democratica, intendiamo promuovere nel territorio del Comune di Volterra la campagna di “Obbedienza civile”, lanciata dal Forum italiano  dei movimenti per l'acqua, che chiede il rispetto del voto di un anno fa.
Per questo da sabato prossimo, cominceremo a distribuire ai cittadini i moduli per richiedere all'ente gestore del servizio idrico (Asa spa) il rimborso dell'importo sulla tariffa corrispondente alla “remunerazione del capitale investito”, in osservanza con quanto stabilito dal DPR 116/2011 e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 26/2011. In pratica, dopo il referendum, le società di gestione del servizio idrico hanno perso il diritto di fare utili grazie all'acqua e in ossequio alla legge avrebbero dovuto provvedere ad abbassare le tariffe almeno del 7%: l'importo sulla tariffa pari alla “remunerazione del capitale investito”. Poiché nessun ente gestore ha rispettato questo obbligo, invitiamo tutti i cittadini a richiedere quanto dovuto con un apposito modulo, che provvederemo noi stessi a distribuire, ritirare e consegnare ad Asa. Sperando che ne arrivino in gran numero, affinché le società di gestione e le amministrazioni non possano continuare a far finta che il referendum non sia stato celebrato.

Il primo banchino per la distribuzione dei moduli al pubblico e per la diffusione di ulteriori informazioni verrà effettuato sabato prossimo, nel corso della mattina, nel centro di Volterra. Un ulteriore momento di informazione e distribuzione dei moduli avverrà mercoledì prossimo, dalle ore 17,00 alle 19,00 presso la sede di Progetto Originario (via Ricciarelli, 35).
Progetto Originario  

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