lunedì 20 febbraio 2012

Crisi economica e morale

Meno posti di lavoro, più precari e peggio remunerati, tagli alle pensioni, al sociale, alla sanità, alla scuola. Più tasse, più imposte e beni indispensabili più cari (benzina, gas, luce elettrica...). Ecco la crisi. Non è come i media ci prospettavano uno o due anni fa, quando ogni settimana ci veniva detto che il peggio era alle spalle. Molte nazioni scontano gli effetti della crisi, tanto che qualcuno parla di crisi di sistema. Tuttavia sembra un dato di fatto che, almeno in Europa, tra i Paesi più fragili vi siano quelli mediterranei: Grecia, Italia, Spagna. Vale la pena interrogarsi, allora, se c'entrino qualcosa la corruzione e il malcostume, così ben radicati nell'area da essere assimilati ad un male endemico. Secondo Trasparency International, l'Italia nella classifica mondiale dei Paesi più corrotti si piazza - si fa per dire - ottimamente: è tra le prime in Europa, preceduta dalla Grecia e seguita ad una certa distanza dalla Spagna (dati 2011). Guarda caso i Paesi più colpiti  dalla crisi. La Corte dei Conti ha recentemente stimato che la corruzione costa in solido agli italiani circa 60 miliardi di euro all'anno: 1000 euro a persona (compresi i neonati). Probabilmente pochi si meraviglieranno. Chi ignora, per esempio, il fenomeno nazionale della lievitazione dei costi delle opere pubbliche? Un caso esemplare è dato dalle famigerate linee ad alta velocità (Tav) che, nei tratti già realizzati, in Francia sono costate 10 milioni a chilometro, in Spagna 9, in Italia 32 (dati RFI, 2007). La cosa più desolante, forse, è che accanto al grande circo ne prolificano tanti piccoli, perfino microscopici. A Ravenusa (Ag) è stato arrestato il vicepreside della scuola media per aver tentato di estorcere un pizzo da 300 euro/mese al barista che avrebbe dovuto fornire bibite e merendine agli studenti nell'intervallo. E sappiamo benissimo che le tangenti rappresentano solo un aspetto di un problema molto più vasto. Al loro fianco coesiste una galassia di “furbizie”, illegali e legali, che azzoppano comunque il sistema. Come le economie “suicide” su lavoro e materiali da costruzione, che accorciano la vita delle opere e ne abbattono la funzionalità. Le posizioni di responsabilità, ma spesso semplicemente l'impiego o anche l'umile incarico temporaneo affidati all'amico o al sostenitore o al servo sciocco, insomma al raccomandato di turno; evitando come la peste di ricorrere ai criteri di capacità e competenza (merito) e allo stesso tempo trascurando quelli della necessità e del bisogno (equità). La classe politica italiana sicuramente in gran parte è responsabile della situazione, ma onestamente va riconosciuto che anche moltissimi cittadini si sono conformati (o sono pronti a farlo all'occorrenza) a queste pratiche e alla mentalità che le sottende. Stando al gioco, ricercando le scorciatoie e riducendosi a banali tifosi nei confronti della politica, anziché esercitare un sano e obiettivo senso critico. Evidentemente la crisi economica favorisce riflessioni sul tema, perché di recente sono usciti diversi saggi sull'etica degli italiani. Mi permetto di segnalarne due: “La questione morale” di Roberta De Monticelli e “La fabbrica dell'obbedienza” di Ermanno Rea. Il primo, tra le altre cose, sottolinea quanto pesi sulle nostre spalle (in negativo) il conformismo morale (così fan tutti...) a scapito di una piena maturità dell'ethos individuale. Il secondo tenta di tratteggiare rapporti di causa-effetto tra gli attuali costumi nazionali e le nostre radici cattoliche, in particolare dopo la Controriforma. A mio parere riflessioni approfondite sul tema sono quantomai necessarie in questa fase per tentare di ripartire domani col piede giusto, evitando di cadere ben presto nelle trappole degli improbabili oracoli che già si affacciano all'orizzonte. So bene che la materia è del tutto indifferente a molti, mentre per altri vale appena un ghigno. Tuttavia, le persone perbene ci sono e qualche volta sono perfino dotate di spina dorsale. Sono quelle che resistono, malgrado tutto, anche in un clima fortemente ostile. Penso all'esempio dell'ex Presidente Scalfaro, scomparso pochi giorni fa, che rimase fedele al suo ruolo e al dettato della Costituzione, mentre era fatto oggetto di attacchi quotidiani e pressioni fortissime che i meno giovani ricorderanno. Ma esempi positivi se ne trovano sparsi un pò ovunque, perfino nella nostra piccola realtà. Per parte mia, sono certo di aver avuto la fortuna di incontrare alcune persone straordinarie durante il mio cammino. Persone che hanno saputo rinunciare alle lusinghe di privilegi e vantaggi personali concreti, per seguire, lungo una strada molto più ardua, la propria coerenza e un'idea alta di bene collettivo. Per questi motivi non potrò mai ringraziarli abbastanza.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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