lunedì 30 gennaio 2012

Fuori rotta

 La Proposta di Sviluppo Strategico approvata dal CdA del S. Chiara e titolata “Di nuovo in cammino” è la risposta degli amministratori al grave disavanzo accumulato dall’azienda di servizi alla persona negli anni. Il  documento esamina la situazione attuale focalizzando le presunte cause del disequilibrio economico-finanziario. In sintesi, la tesi è la seguente. Sul fronte dei costi, le cause sarebbero individuate nella spesa del personale a cui si applica il contratto degli Enti Locali e le spese di manutenzione dell’attuale immobile. Dal lato dei ricavi, vi sarebbe un sottoutilizzo dei posti letto convenzionati con la Asl e quote sanitarie insufficienti a coprire le reali spese per le degenze. Le proposte centrali del documento sono: la costruzione di una nuova sede più economica e con meno posti-letto e il contenimento dei costi del personale. Quest'ultimo sembra l'obiettivo prioritario, da raggiungersi tramite la privatizzazione secondo lo schema della separazione tra il socio pubblico, staccato dalla gestione diretta, che verrà affidata ad una nuova società a capitale misto pubblico-privato. Quest’ultima si avvantaggerebbe di personale a costo minore. L'altro corno del problema verrebbe affrontato cambiando sede: la nuova Asp verrebbe realizzata nell’area ex Chiarugi o nel parcheggio dell’attuale Ospedale. Costo dello stabile: circa 5,4 milioni di euro, da recuperarsi con la cessione dei volumi in eccesso del padiglione Chiarugi, frazionati e alienati in lotti separati. Manca, ed è grave, una vera e puntuale analisi sul lato dei ricavi. Semplicemente si ipotizza l’offerta di servizi alternativi alla popolazione anziana, senza peraltro alcun cenno ad un’analisi dei bisogni. Nessun riferimento ad una qualsiasi azione per l’innalzamento delle quote sanitarie. A una prima analisi, il documento francamente non ci soddisfa. Non condividiamo  innanzitutto la scelta di localizzare la struttura agli estremi margini della città. Quale anziano sarebbe lieto di trascorrere l’ultima parte della propria vita in un’area così lontana, a stretto contatto soltanto con l’area ospedaliera? Questo è tanto più importante, ipotizzando di creare servizi anche per anziani autosufficienti, che potrebbero essere attratti da una localizzazione non avulsa dalla città, dove i servizi siano accessibili. Se veramente si ritiene che l’attuale struttura comporti costi di manutenzione elevati, varrebbe la pena prendere in esame un intervento di riqualificazione della struttura esistente o perlomeno la costruzione di una nuova residenza in un’area a contatto con la città. Peraltro, ci pare irrealistica e alquanto spericolata l’operazione urbanistica proposta per il recupero dei volumi del Chiarugi. La rendono poco credibile: i costi supposti, la tempistica individuata (dovendo intervenire sugli strumenti  urbanistici) e la spregiudicatezza dell'operazione immobiliare. Anche l’altro cardine del piano di rilancio ci trova in disaccordo. L’ingresso di una società privata nella gestione di servizi alla persona.  Lo schema proposto è stato molto utilizzato negli ultimi anni, fornendo pessime prove. Si pensi alla gestione dell’acqua, ad esempio. L’effetto diretto della gestione mista è stato l’innalzamento delle tariffe e la perdita di qualità del servizio ai cittadini. Come potrebbe influire l’ingresso di un socio privato sui presunti squilibri tra domanda e offerta? E se gli investimenti per la nuova struttura saranno sostenuti interamente dall’attuale ASP mediante dismissione del proprio patrimonio, perché ricercare un socio privato a cui “girare” questo beneficio? Solo per operare risparmi sul personale? A nostro avviso questi saranno letteralmente “divorati” dalla connaturale necessità di garantire al socio privato il proprio profitto. Ne deriverà l'innalzamento delle quote a carico degli utenti e il risparmio sui servizi a scapito della loro qualità. In ogni caso la posta in gioco è così alta che intendiamo promuovere il più ampio confronto con le Istituzioni interessate, le forze politiche, le associazioni di volontariato, i sindacati. Prima di qualsiasi decisione.
Progetto Originario

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