venerdì 17 giugno 2011

Unione dei Comuni tra slogan e disinformazione

Per la nostra città entrare a far parte della costituenda Unione dei Comuni della Alta Val di Cecina è una necessità, come bene ha spiegato Oreste Giurlani, Presidente dell’Unione Toscana delle Comunità Montane al Consiglio Comunale aperto del 10 giugno scorso. Lo è perché con l’imminente tramonto delle Comunità Montane, l’Unione dei Comuni resta l’unico strumento che consente ai territori di trattenere le deleghe (e i conseguenti finanziamenti pubblici) su foreste, agricoltura e bonifica che altrimenti tornerebbero alla di conseguenza alla Provincia di Pisa. Non vi è altra alternativa per Volterra, se vuole essere attrice delle scelte politiche relative al suo territorio su tali materie.
Giurlani  ha aggiunto un’altra informazione importante: qualora il 70% dei Comuni (non degli abitanti) facenti parte della attuale Comunità Montana Alta Val di Cecina decidesse di formare l’Unione dei Comuni, erediterebbe tutte le competenze per materia e per territorio della estinta Comunità Montana. Tradotto, questo significa che  se Volterra decidesse di non aderire all’Unione dei Comuni dell’Alta Val di Cecina, su cui Pomarance, Castelnuovo, Montecatini e Monteverdi hanno già trovato un accordo, questi ultimi avrebbero diritto di decidere in materia di agricoltura, foreste e bonifica anche per Volterra.
Queste informazioni Giurlani le ha fornite alla fine del Consiglio Comunale, dopo aver ascoltato attonito il Vicesindaco Fedeli proclamare che è prioritario, sopra ogni altra cosa, che  Volterra ospiti la sede dell’Unione dei Comuni, a costo di starne fuori. E a seguire l’assessore Moschi affermare che la restituzione delle deleghe alla Provincia di Pisa non sarebbe poi un gran male. Se si pensa che i Sindaci di Pomarance, Castelnuovo, Monteverdi e Montecatini hanno già deliberato nella Giunta della Comunità Montana la continuità della sede amministrativa dell’Unione a Pomarance, si capisce bene in quale pasticcio si sia cacciata l’amministrazione Buselli. Aggiungiamo che è stato decisamente sbagliato impostare la discussione nei termini di un conflitto aperto tra Comuni. Oggi, Volterra non dispone né degli uffici da adibire a sede dell’Unione né delle risorse economiche per dotarsene e quindi non avrebbe assolutamente dovuto sollevare un contrasto per il quale non ha possibilità concrete di successo. L’aspetto su cui invece avrebbe dovuto puntare è la dislocazione delle  funzioni che potrebbero essere messe in rete tra Comuni ( es. ufficio tecnico o ufficio del personale unificati) , sulla quale l’Amministrazione Volterrana ha competenze da spendere e buoni diritti da far valere. 
Un consiglio comunale aperto che si prefigga di affrontare seriamente temi di questa rilevanza ha  bisogno di un buon grado di approfondimento preliminare e dell’adeguata valutazione di tutte le sfaccettature che certe scelte coinvolgono. In questo caso l’amministrazione si è presentata desolatamente impreparata, ignorando le implicazioni legislative e i gravi risvolti di un’eventuale rinuncia a far parte della futura Unione dei Comuni, puntando tutto su facili slogan in stile comitato paesano minando così la nostra credibilità nel circondario. Che difatti rischia di organizzarsi senza di noi.
Sonia Guarneri
Progetto Originario

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