venerdì 17 giugno 2011

Se l'Unione fa la forza.

Il programma elettorale della lista civica puntava espressamente al superamento della Comunità Montana a favore dell'Unione dei Comuni, una forma più agile e diretta di aggregazione tra amministrazioni. Avrebbe dovuto trattarsi di una scelta strategica, per riuscire a utilizzare al meglio le poche risorse umane ed economiche presenti in Val di Cecina; al di là, anzi al di sopra dei campanilismi. Venerdì 10, però, al Consiglio Comunale aperto sul tema è intervenuta poca gente. Del resto l'argomento era nato male, introdotto dalle schermaglie sui giornali del sindaco Buselli, tutte centrate sulla destinazione della sede amministrativa della futura Unione. Due gruppi consiliari su cinque (Città Aperta e Sinistra per Volterra) sono usciti anzitempo, dopo aver letto un documento sul tema. Nessuno dei quattro sindaci confinanti invitati si è presentato. Segno che la posizione dell'amministrazione comunale di Volterra si è fatta molto difficile: isolata di fatto dal resto dei Comuni vicini. A partire da quelli governati dalle liste civiche, Pomarance e Castelnuovo. Davvero un brutto inizio, ma è ovvio che così sia stato. Perché l'Unione dei Comuni si realizza con le capacità politiche e diplomatiche dei propri amministratori, prima che con qualsiasi altra cosa. L'amministrazione Buselli ha sbagliato fin dall'inizio alzando i toni sulla destinazione della sede e rivendicando bellicosamente l'ipotesi di Saline di Volterra, prima ancora di aver affrontato tutti gli altri importanti aspetti che investono l'organizzazione dell'Unione dei Comuni. Il dibattito in Consiglio Comunale, per come è stato sviluppato, ha soltanto proseguito lo schema delle schermaglie lette sui giornali, a cui si sono adeguate in pieno anche la consigliera Bassini e la sua sostenitrice Del Bigallo (La Destra). Infatti, sia gli interventi degli eletti della maggioranza (Fedeli e Moschi) sia quelli dei suoi sostenitori (Provvedi per Sos Volterra e Bellacchini per lista civica) hanno calcato la mano sulla necessità di portare la futura sede dell'Unione a Saline di Volterra. Questo e nient'altro. Quando, invece, per ragionare seriamente dell'Unione, si dovrebbe partire dalla necessità anzi l'urgenza di accorpare le funzioni che già oggi i Comuni da soli non sono in grado di gestire appieno. Questo è quanto hanno tentato di spiegare gli esponenti di Progetto Originario. La situazione risulta davvero paradossale, se si pensa che in realtà il Comune di Volterra non dispone, né a Saline né a Volterra, di un edificio da impiegare a questo scopo né tanto meno di risorse economiche disponibili per realizzare o per acquistare/ristrutturare un immobile esistente. Al contrario in questa fase il Comune sta vendendo il proprio patrimonio edilizio per far cassa, si pensi alla recente alienazione di palazzo Minucci. Perché dunque fare tanto chiasso, se l'ipotesi della sede a Saline travalica per prima cosa le disponibilità economiche del Comune?  Per le necessità di una propaganda che ha sempre anteposto a tutto le questioni di campanile, fino a farne la propria ragione d'essere e la propria cifra esclusiva. Senza pensare ai danni che può comportare per il futuro di Volterra l'isolamento politico dai Comuni vicini, i cui Sindaci, non a caso, hanno recentemente votato nella Giunta della Comunità Montana una delibera che già conferma l'impiego della sede pomarancina anche per la prossima Unione dei Comuni. Stiamo assistendo quindi ad un altro grosso errore commesso da questa amministrazione. Che, infine, conscia dell'impossibilità pratica di veder realizzate le proprie rivendicazioni, sarà costretta a cedere di schianto a Pomarance. A quel punto realizzando una ben misera figura, per avere per primi intrapreso un braccio di ferro destinato alla  sconfitta. E dopo aver scioccamente gettato al vento quel che resta della propria credibilità, guastando per di più i rapporti con tutte le amministrazioni vicine.

Progetto Originario 

Nessun commento:

Posta un commento