venerdì 10 giugno 2011

Lettera aperta a Rosa Dello Sbarba

Cara Rosa Dello Sbarba, mi rivolgo a te perché sei la principale rappresentante del tuo partito in Consiglio Comunale, ma è mia intenzione rivolgermi attraverso te anche al PD volterrano. Come ben sai, recentemente il direttore generale della Asl 5, dott. Damone, ha manifestato sulla stampa l’intenzione di chiudere il punto nascita. Non si tratta certo di un episodio nuovo o isolato; questo ennesimo tentativo va ad aggiungersi a tutta una serie di tagli e ridimensionamenti avvenuti in questi ultimi anni che hanno progressivamente ridisegnato al ribasso il ruolo del nostro presidio ospedaliero. Con rammarico ho letto sullo scorso numero de La Spalletta che anche i segretari del PD dell’Alta Val di Cecina hanno repentinamente fornito il loro appoggio alla previsione di chiusura. Eppure non più di due mesi fa il tuo gruppo consiliare, assieme al nostro e agli altri rappresentati in Palazzo dei Priori, ha approvato un documento che chiedeva alla Regione di confermare per almeno altri tre anni la sperimentazione del punto nascita volterrano. La volontà del dott. Damone è bastata a far mutare opinione all’improvviso a tutto il partito?
La tua lista, Città Aperta, si è presentata due anni fa come una formazione di rinnovamento rispetto alle passate gestioni del PD. Il messaggio di cambiamento ha trovato la sua applicazione nella presentazione di una lista elettorale composta quasi esclusivamente da nuove leve. Mi permetto di osservare, però, che questo non è sufficiente a dimostrare una reale capacità di sapersi mettere in discussione. A scanso di equivoci, premetto che in questi due anni di confronti in Consiglio Comunale ho spesso avuto modo di apprezzare sinceramente le tue capacità politiche e più ancora la combattività che hai esibito nei momenti difficili. Anche per questo ho pensato di rivolgere a te questo appello. L’esito delle elezioni, al di là della grottesca involuzione vissuta dalla lista civica, ha dimostrato che la città sentiva ormai distintamente un’esigenza di cambiamento reale e profondo. A mio parere, uno dei principali bisogni avvertiti dai volterrani è quello di poter contare su una classe politica locale capace di qualche margine di autonomia decisionale e, va da sé, di un pò di coraggio da esibire nei momenti difficili. Sappiamo quanto queste doti siano mancate negli anni passati ed è inutile adesso riproporre l’elenco delle occasioni perdute. Oggi stiamo assistendo ad uno di quei momenti in cui il PD volterrano potrebbe dimostrare di essere realmente cambiato in meglio, di essersi reso autonomo e un po’ più robusto quanto a spina dorsale.
Non possiamo accettare che ci vengano semplicemente tolti dei diritti basilari per il mero criterio dell’economicità del servizio. Con l’aggravante dell’utilizzo strumentale di vari espedienti fraudolenti: nel 2003 ci venne detto che si intendeva realizzare una Casa del Parto al posto del reparto Materno-Infantile, poi saltò fuori il limite di 200 parti all’anno ben presto innalzato a 500, oggi non va più bene neanche il modello sperimentale predisposto appositamente per superare quel limite… Oltretutto questi tagli vanno a colpire proprio la popolazione giovane, la parte più debole dell’odierna società, da noi già sottoposta ai molti sacrifici causati dal risiedere in una zona periferica ed economicamente depressa.  Bisogna stare molto attenti a sottomettere anche i diritti fondamentali alla logica dei numeri, perché così si giustifica davvero la desertificazione di zone come la nostra. In Val di Cecina come in qualunque altro luogo è nostro dovere salvaguardare almeno i diritti fondamentali: la possibilità di spostarsi, le cure di base, l’istruzione. Diritti che una volta sembravano acquisiti e oggi ci vengono erosi. Se accettassimo pedissequamente la logica dei numeri, dovremmo adeguarci a chiudere molte nostre scuole, così come quasi tutti i reparti ospedalieri, rassegnarci ai nostri acquedotti colabrodo, rinunciare ai trasporti pubblici di qualsiasi tipo e abdicare ad ogni tentativo di creare occupazione. Insomma, se ci arrendessimo a questa visione delle cose, saremmo costretti a concludere che le nostre zone non sono più adatte per impostare progetti di vita futura. Ma siccome vogliamo credere che domani, in questa parte di mondo, vivere potrà tornare ad essere non solo possibile ma anche desiderabile e bello, ti chiedo di contribuire a rendere possibile assieme a noi il mantenimento del punto nascita all’interno del nostro ospedale.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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