domenica 27 marzo 2011

Le diverse prospettive di due osservatori attenti

Ho letto con interesse gli interventi di Piero Fiumi e Daniele Luti su La Spalletta. Due osservatori della politica volterrana, diversi per ideologie, esperienze e formazione, la cui opinione ha senz’altro un peso e una diversa credibilità rispetto ai vari autori anonimi che si leggono ogni settimana. Ricordo alla perfezione il loro atteggiamento nei confronti della lista civica Uniti per Volterra, quando ancora nessuno si aspettava che avrebbe vinto le elezioni.
Fiumi fu neutro nel corso di tutta la campagna elettorale, né favorevole né contrario alla Lista Civica, mentre Luti risultò decisamente molto critico. Oggi entrambi si rendono conto che quest’esperimento non è riuscito, nonostante le premesse e i primi mesi di amministrazione della Lista Civica avessero fatto sperare quantomeno in un quinquennio di maggiore attenzione e vicinanza ai cittadini. Concordo con Fiumi sulla condanna di quell’atteggiamento arrogante e di quel metodo autoritario assunto da alcune colonne storiche del Pd, che , tra le altre cose,  portarono all’isolamento di una persona come Cesare Bartaloni, che avrebbe avuto il sacrosanto diritto di partecipare quantomeno alle primarie, per giocarsi la possibilità di un secondo mandato.
Un giudizio che condivide in parte anche Luti, che auspica la fine di un’epoca dominata da burocrazie arroccate in se stesse per “abitudine al comando”. Fu proprio la repulsione verso questo modo di fare politica che costituì la spinta almeno di una delle due anime del gruppo che andò poi a comporre la Lista Civica. Anime diverse per “formazione e morale assoluta” dice Luti, ma, aggiungo io,  unite dalla voglia di dare una svolta alla politica della propria città, e rompere quel sodalizio tra maggioranza e opposizioni, che faceva sentire i cittadini inascoltati ed impotenti. Una volta raggiunto il comando, una delle due anime si è assiduamente adoperata per compiacere alcuni partiti che avevano ufficialmente appoggiato la Lista e ha progressivamente spostato l’asse della compagine a destra, dimenticando il patto di trasversalità posto a fondamento di quel progetto. Questo è avvenuto per una serie di azioni sotterranee e di vertice di cui non avevamo cognizione diretta, ma che percepivamo distintamente.  
Non condivido Fiumi quando assolve l’attuale Sindaco perché in fondo “lavora tanto e merita rispetto”. Il  compito del sindaco, Marco Buselli, sarebbe stato quello di garantire l’unità della sua squadra e di mantenere l’equidistanza dalle parti, per rispetto nei confronti degli assessori, dei  consiglieri e soprattutto dei nostri elettori. Questo era un imperativo vitale per lui e se l’avesse seguito avrebbe ancora la Giunta del giugno 2009, la maggioranza compatta e un progetto che poteva rivelarsi essenziale per il rinnovamento della politica volterrana. Quando un progetto è così ambizioso, bisogna lavorare assiduamente ma soprattutto con intelligenza. Per rendere valore alle differenze è indispensabile un continuo confronto e che questo sia rispettoso delle diverse opinioni, anzi che veda queste come una risorsa. Il Sindaco non lo ha fatto e ha scelto di appoggiare quell’anima che maggiormente lo gratificava di complimenti, ha deciso di appoggiarsi a personaggi in cerca di un posto al sole, insomma ha scelto di cedere al canto delle sirene.
Luti guarda oltre e si interroga sulla lentezza delle opposizioni, insomma sul domani. Ciò che ipotizza temo sia però incompatibile con quell’attitudine al potere e al comando che da decenni caratterizza la sinistra volterrana, oramai certa di stravincere le prossime elezioni a man bassa. Senza dover interrogarsi a fondo sui propri errori e su quell’atto di coraggio che gli elettori volterrani hanno compiuto nel giugno di due anni fa. Spero di sbagliarmi.

Sonia Guarneri, Progetto Originario

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