venerdì 14 gennaio 2011

Teatro di guerra

Questa settimana un quotidiano locale ha pubblicato un’intervista a Simone Migliorini che, intervenendo da osservatore volterrano sul “clima” che si respira in città in questi ultimi tempi, esprime tutta la propria disapprovazione per l’accanimento e il malanimo con cui tenacemente si affrontano le diverse fazioni. Concordiamo sia con questa opinione sia con la necessità di rafforzare in ciascuno di noi la disponibilità a tollerare le altrui opinioni, ma dobbiamo aggiungere che al fondo di questa detestabile condizione, oltre allo scadimento culturale che viviamo, probabilmente c’è almeno un’altra evidente ragione. Una visione della politica, largamente diffusa in tutti gli schieramenti, interamente votata alla logica di “fazione”, in cui non sono quasi mai previsti obiettivi di interesse generale intesi a favorire l’intera comunità. Strettamente concatenata a questa visione sta l’idea dell’attività politica, non come servizio prestato alla comunità e nemmeno ai propri ideali, ma come conquista e mantenimento di posizioni di potere. Se questo è lo scopo, quasi tutti i mezzi allora sono leciti per perseguirlo. Facciamo qualche esempio a nostro avviso illuminante. Non appena il professor Bacci ha accettato di divenire Presidente dell’Azienda Santa Chiara, ha iniziato a subire un’infinità di aggressioni mediatiche, specialmente da parte di PD e Rifondazione. Non aveva ancora neppure potuto iniziare ad operare alla guida del Santa Chiara, ma rappresentava un atto di tradimento soltanto il fatto che avesse accettato di provare a rimettere in sesto l’Azienda quando alla guida dell’Amministrazione Comunale c’era la lista civica. Il ragionamento, espresso in parole povere, è stato: “Caro Bacci, non andare a aiutare un’amministrazione avversa, lascia che cuociano nel loro brodo”; senza tener in nessun conto che se il Santa Chiara affonda, ci rimette l’intera città ma forse sarebbe meglio dire tutta la zona. D’altra parte l’attuale lista civica in questo ha dimostrato di non differire affatto dagli altri partiti, a dispetto del principio di trasversalità troppo spesso ostentato ma quasi mai praticato. Infatti, la parabola del professor Giuseppe Furlanis all’Assessorato alla Cultura e Istruzione rappresenta bene come anche in questa Amministrazione alligni più lo spirito di fazione che la ricerca del bene comune. Il professor Furlanis, infatti, predicava costantemente la necessità, per un’Amministrazione degna di questo nome, di mantenere un atteggiamento super partes, e di conseguenza un approccio il più obiettivo possibile ai problemi. Di conseguenza intendeva giudicare gli eventi artistici proposti all’attenzione dell’Amministrazione Comunale soltanto in base alla loro qualità, e non in base al colore politico di chi li presentava. Il suo risultò un orientamento troppo nobile per questa Amministrazione e finì per scontrarsi nel giro di pochi mesi con Orsi, Moschi e lo stesso Sindaco. La storia è nota: il Sindaco nel giro di sei mesi preferì perdere il suo assessore più accreditato, colui che avrebbe potuto ottenere una legge speciale per il rilancio del museo Guarnacci, piuttosto che rinunciare a proseguire una serie di schermaglie politiche, che avevano per terreno di scontro VolterraTeatro e  le istallazioni di Staccioli. Questo purtroppo è il clima avvelenato che ammorba la nostra città, dove il mantenimento o la conquista di posizioni di potere prevale su qualsiasi altro valore. Certamente anche la condizione politica e culturale in cui si trova questo Paese è tra le più infelici tra quelle che si ricordino negli ultimi 50 anni: dunque anche in provincia si risente di questo generale degrado. Noi cerchiamo di non arrenderci e di non conformarci all’andazzo comune. Per quanto difficile, vogliamo continuare a proporre una visione diversa e alternativa della politica. Almeno in questa città.

 Progetto Originario – Lista Civica

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