venerdì 21 gennaio 2011

Acqua e sale, i nuovi scenari

Apre nuove prospettive la sentenza con la quale il TAR della Toscana dà sostanzialmente ragione al WWF riguardo l’inadeguatezza delle prescrizioni richieste dalla Regione Toscana per l’approvazione del progetto di sfruttamento dei giacimenti salini degli ex Monopoli di Stato. Una volta stabilito che le indicazioni regionali per la salvaguardia della risorsa idrica non furono coerenti con gli scopi perseguiti, potrebbe avviarsi una nuova importante fase di discussione tra le amministrazioni competenti e le società industriali coinvolte, che promuova in Regione l’avvio di un lavoro di approfondimento sui progetti di sfruttamento dei giacimenti della Val di Cecina. Adesso, infatti, è necessario “aiutare” la Regione ad individuare nuove e più efficaci prescrizioni, realmente capaci di salvaguardare la risorsa idrica per l’uso civile, ma che orientino anche l’attività mineraria in un’ottica di sviluppo sostenibile affinché venga evitato uno sfruttamento insensato e si restituisca un pò di ricchezza ad un territorio troppo a lungo depauperato. La crisi annunciata dell’azienda Ati-Sale conferma con tutta evidenza la gravità di alcuni indirizzi politici seguiti nell’ultimo decennio in Alta Val di Cecina. In questa fase potrebbe rivelarsi, dunque, determinante il ruolo del Comune di Volterra e degli altri Comuni della zona, in gran parte sotto una diversa guida politica rispetto agli anni passati, che, se questa volta agissero con determinazione e lungimiranza, potrebbero giocare fondamentale ruolo di stimolo verso la Regione Toscana. Tanto più che, Bramerini, l’attuale assessore all’ambiente in Regione appare una persona intelligente e dinamica, dotata di un’incisività molto maggiore rispetto ai colleghi che occuparono il suo posto nel recente passato.
Oggi si presenta, quindi, l’occasione per riprendere un treno in corsa che nel 2005 sembrava ormai passato per sempre. Occorre però dimostrare capacità di fare sistema tra le amministrazioni dell’Alta e Bassa Val di Cecina, facendo perno in particolare sul problema della scarsità della risorsa idrica. Ma dovrebbe essere tentato anche il coinvolgimento di tutte le forze politiche locali che si dimostrassero interessate ad una ridefinizione più stringente delle prescrizioni imposte a Solvay. Perché la partita è molto importante e per ottenere risultati servirà il contributo di tutti. Inutile, quindi, dare peso alle parole di chi, come Irene Ricotti (Rifondazione comunista e Sinistra per Volterra), invece di guardare alle prospettive apertesi, cerca di utilizzare la sentenza del TAR soltanto come pretesto per sollevare la più strumentale delle polemiche con l’attuale Amministrazione Comunale di Volterra. Che avrà pure tutti i suoi limiti, ma per quanto sappiamo è stata l’unica nella zona ad aver approvato in Consiglio un documento ufficiale contrario all’accordo ETI-Solvay, interrompendo un silenzio che durava da anni.

Progetto Originario – Lista Civica

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