venerdì 21 gennaio 2011

I numeri del punto nascita

Come la nuova influenza stagionale, come un ritocco stagionale delle tasse, si ripresenta periodicamente sulla stampa la notizia di una eventuale chiusura del punto nascita dell’ospedale di Volterra. Questo avviene a pochi mesi dal termine del progetto del parto naturale in Val di Cecina, affidato al dottor Srebot nell’estate del 2008, ed in concomitanza con il cambio della direzione generale della ASL 5, che passa dalla dottoressa De Lauretis al Dottor Damone, già direttore sanitario della stessa ASL. Seppur con la  limitazione di accesso alle sole gravidanze fisiologiche, il progetto ha di fatto scongiurato la chiusura del punto nascita, già data per certa nel 2006. Allora, partendo da questo caso, nacque il Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Volterra che dette il via ad una forte agitazione popolare sulla questione del reparto materno-infantile e non solo, conducendo la ASL all’apertura di un tavolo tecnico e alla proposta della soluzione poi applicata nel 2008. Riteniamo che il progetto debba andare avanti, accogliendo semmai quei potenziamenti e miglioramenti adatti a farlo passare da un progetto sperimentale ad un modello stabile e riconosciuto dalla Regione, disegnato sui piccoli ospedali come il nostro che si trovano distanti dagli altri centri ospedalieri. Non si può infatti richiamare il basso numero di parti a giustificazione di una eventuale chiusura, quando è il modello sperimentale stesso, disegnato di proposito dalla Regione, che limitandosi ad accogliere le sole gravidanze fisiologiche prevede l’allontanamento di molte partorienti.  Infatti, anche molte donne volterrane e dei luoghi vicini,  presentatesi in questi due anni al nostro punto nascita, sono state spinte a ricorrere ad ospedali di secondo livello, anche per motivi di poco conto, come un periodo di gravidanza che uscisse dal range 37-41 settimane.  E’ chiaro che, dal momento che per questo punto nascita sono stati inseriti particolari elementi di filtro che allontanano molti parti, tale modello non possa essere paragonato ai punti nascita di primo livello, che hanno protocolli diversi e molto più aperti. E’ questa invece l’operazione che abbiamo osservato in questi giorni sui giornali, dove il punto nascita sperimentale di Volterra veniva correlato, sulla base di dati offerti della Regione, con il punto nascita di Piombino, Cecina, Barga ed altri, tutti organizzati in modo tradizionale. Inoltre, per favorire l’accesso al punto nascita di Volterra sarebbe servita una campagna di informazione, promossa necessariamente dalla ASL 5, in favore del parto naturale e di questo centro sperimentale. Purtroppo abbiamo visto tutt’altro. Sul sito internet della ASL 5, se si va alla pagina dei punti nascita, il link che dovrebbe rimandare al progetto di parto naturale a Volterra da tempo non funziona e gli utenti non possono ricevere le informazioni necessarie.

Proprio a Volterra, dove dovrebbe essere promosso il parto naturale, è stata diffusa la percezione del parto come un evento rischioso, da vivere al riparo di strutture ospedaliere pesanti più che accoglienti. Anche in alcuni settori dell’ospedale di Volterra stesso viene proposta quasi ad arte l’immagine del parto come un momento di estrema fragilità sanitaria. A questo modo un certo numero di donne sono state indotte ad andare a Poggibonsi o a Cecina, riducendo ulteriormente il numero dei parti presso il punto nascita di Volterra, già di per se piuttosto contenuto a causa della scarsa popolazione. Questo nonostante lo standard di assistenza a Volterra sia da considerarsi se mai migliorato, per la presenza di personale medico ed ostetrico adeguato, estremamente preparato ed in costante rotazione con l’ospedale di Pontedera. Se si ricercano numeri più alti, occorrerà affiancare il progetto ad una corretta informazione sui vantaggi del parto naturale, ma soprattutto sulle garanzie di sicurezza fornite dall’ospedale di Volterra.
Finora è mancata, insomma, da parte della ASL 5 la volontà di invogliare a partorire presso il punto nascita volterrano, a differenza di altri reparti dell’ospedale di Volterra che invece hanno subito una crescita anche grazie alla politiche di attrazione verso il nostro nosocomio. Non vorremmo trovarci tra pochi mesi ancora con lo spettro della chiusura davanti agli occhi in ragione dei numeri registrati, quando l’organizzazione prevista dalla Regione e la scarsa informazione diramata dalla Asl 5 sono stati fattori determinanti per il calo delle nascite. In questo caso la ASL ha solo raccolto quanto ha di proposito seminato.
Progetto Originario Lista Civica

Nessun commento:

Posta un commento