Nella foto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana |
E’
proprio di questa settimana la notizia della sentenza del Tribunale
di Massa per i fatti collegati al buco
di bilancio da circa
240 milioni di euro della ASL 6 di Massa, accumulato tra il 2005 ed
il 2009, provocato
(in parte) da una gestione “allegra” dell’azienda, con fondi
consumati nell’acquisto di auto, rolex, cani di razza e addirittura
un allevamento di cavalli. Dato che la famiglia in Italia è tutto,
gli episodi sono intessuti con la trama di una immancabile
parentopoli nostrana. I fatti emersero nel 2010, primo anno della
presidenza in Regione di Enrico
Rossi, ma sono riferiti agli anni precedenti, quando lo stesso
rivestiva la carica di assessore alla Sanità.
La condanna a 5 anni
e 6 mesi di
detenzione in rito abbreviato ha colpito Ermanno
Giannetti, ex
direttore amministrativo dell’Asl di Massa (dal 2006 al 2010).
Assolti invece con formula piena, per non aver commesso il fatto,
Delvino e Scarafuggi, ex direttori sanitari dell'Azienda. Il Giudice,
tuttavia, ha ben esplicitato nel provvedimento che “appare
francamente difficile non immaginare che effettivamente i vertici
della giunta regionale ignorassero
sia le anomalie
di bilancio e
le perdite accumulate (…) sia la consistente crisi di liquidità di
alcune aziende sanitarie ed il progressivo allungamento dei tempi di
pagamento dei fornitori”.
Insomma, al di là delle condanne, la sentenza evidenzia che la
politica “sapeva” e non è intervenuta a tempo debito; salvo poi
precipitarsi in Procura per far ricadere la responsabilità su i
singoli burocrati, per non incorrere nel rischio di sanzioni “con
l’avvento di un più penetrante sistema di monitoraggio
dell’equilibrio economico-patrimoniale delle aziende del servizio
sanitario regionale”.
Un’altra
triste pagina di connivenza tra dipendenti pubblici e politici, dove
è sempre dietro l’angolo “lo scarica barile” e il gioco dei
ruoli in cui il più delle volte i primi sono chiamati a fare da
paravento ai secondi (in cambio di lauti stipendi da manager, si
capisce). Il tutto a danno di servizi essenziali come l’assistenza
sanitaria, ma con sperpero incondizionato di soldi pubblici di cui
continuamente si lamenta la mancanza.
Progetto
per Volterra
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