sabato 10 gennaio 2015

Sanità: la sentenza sul buco di Massa tira in ballo Rossi

Nella foto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana
E’ proprio di questa settimana la notizia della sentenza del Tribunale di Massa per i fatti collegati al buco di bilancio da circa 240 milioni di euro della ASL 6 di Massa, accumulato tra il 2005 ed il 2009, provocato (in parte) da una gestione “allegra” dell’azienda, con fondi consumati nell’acquisto di auto, rolex, cani di razza e addirittura un allevamento di cavalli. Dato che la famiglia in Italia è tutto, gli episodi sono intessuti con la trama di una immancabile parentopoli nostrana. I fatti emersero nel 2010, primo anno della presidenza in Regione di Enrico Rossi, ma sono riferiti agli anni precedenti, quando lo stesso rivestiva la carica di assessore alla Sanità. La condanna a 5 anni e 6 mesi di detenzione in rito abbreviato ha colpito Ermanno Giannetti, ex direttore amministrativo dell’Asl di Massa (dal 2006 al 2010). Assolti invece con formula piena, per non aver commesso il fatto, Delvino e Scarafuggi, ex direttori sanitari dell'Azienda. Il Giudice, tuttavia, ha ben esplicitato nel provvedimento che “appare francamente difficile non immaginare che effettivamente i vertici della giunta regionale ignorassero sia le anomalie di bilancio e le perdite accumulate (…) sia la consistente crisi di liquidità di alcune aziende sanitarie ed il progressivo allungamento dei tempi di pagamento dei fornitori”. Insomma, al di là delle condanne, la sentenza evidenzia che la politica “sapeva” e non è intervenuta a tempo debito; salvo poi precipitarsi in Procura per far ricadere la responsabilità su i singoli burocrati, per non incorrere nel rischio di sanzioni “con l’avvento di un più penetrante sistema di monitoraggio dell’equilibrio economico-patrimoniale delle aziende del servizio sanitario regionale”.
Un’altra triste pagina di connivenza tra dipendenti pubblici e politici, dove è sempre dietro l’angolo “lo scarica barile” e il gioco dei ruoli in cui il più delle volte i primi sono chiamati a fare da paravento ai secondi (in cambio di lauti stipendi da manager, si capisce). Il tutto a danno di servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, ma con sperpero incondizionato di soldi pubblici di cui continuamente si lamenta la mancanza.

Progetto per Volterra


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