A ciascuno il suo, di governo. Noi italiani, dopo quasi
20 anni di Berlusconi (dei cui buoni uffici godiamo meritati frutti), non
potevamo sperare in niente di diverso dall'attuale governo guidato dal leader
del Pd, Matteo Renzi. Un governo che, a fronte di un debito pubblico tra i più
alti del pianeta, ha predisposto una manovra finanziaria con 11 miliardi di
deficit (nuovo debito), senza peraltro aver progettato nessun intervento
diretto del governo per il rilancio dell'economia del Paese. Abbiamo scavalcato
il traguardo dei 6 milioni di poveri assoluti in Italia? Cosa c'è di meglio
dell'annuncio in diretta tv di un bonus bebè per famiglie con reddito inferiore
a 90 mila euro/anno? Champagne e pannolini, lo spot è servito. Naturalmente
nella finanziaria 2014 il governo non ha dimenticato di applicare nuovi e
sostanziosi tagli al trasporto pubblico, alla sanità pubblica e perfino ai
fondi per la non-autosufficienza (disabilità e gravi malattie), confermando al
tempo stesso l'intangibilità del finanziamento pubblico alla scuola privata
(che restituisce un po' di consenso elettorale al profumo d'incenso).Dal
vecchio al nuovo totem inviolabile, gli ottanta euro destinati a chi ha già uno
stipendio sicuro e presumibilmente voterà per il mantenimento dello status quo,
mentre non c'è assolutamente nulla per chi non ha niente, se non un implicito
invito ad incanalarsi permanentemente nel limbo del non voto. Poiché tira aria
di elezioni politiche per la prossima primavera, la copertura della nuova spesa
ha in parte una provenienza ancora nebulosa, mentre un'altra parte è imputata
all'aumento dell'Iva di altri 2 punti percentuali (24%, scritto nero su
bianco); da attuarsi rigorosamente solo dopo il prossimo appuntamento
elettorale, ovvero nel 2016. Prima il piacere, poi il dovere (o era il
contrario?). Ai disoccupati, ai licenziati e cassaintegrati in attesa di un
prossimo licenziamento la soddisfazione morale del “mal comune, mezzo gaudio”,
con la prossima abolizione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, ormai
ufficialmente dichiarato out nientemeno che alla fiera della Leopolda. Anche
sul fronte ambientale il giovane presidente del consiglio, nonché segretario
del Pd, non delude le attese dei tanti suoi fans bipartisan. Infatti, dopo aver
- già a luglio - innalzato per decreto i limiti di tolleranza di varie sostanze
pericolose col DL Competitività (in particolare nelle aree di esercitazione
militare e per gli scarichi a mare industriali), si avvia ad estendere
ulteriormente la deregulation in un Paese dove, si sa, il diffuso senso civico
è più che sufficiente a tenere a bada il malcostume. E' così che l'art. 242
bis, inserito in questi giorni nel Testo Unico sull'Ambiente dall'apposita
commissione parlamentare, prevede l'autocertificazione da parte
dell'inquinatore del livello di contaminazione provocato sui terreni. Un
settore già fortemente penetrato dalla criminalità – si pensi alla gestione di
discariche e siti inquinati in certe regioni d'Italia - sostanzialmente sarà
libero di auto assolversi a norma di legge. Basterà auto-certificare l'avvenuta
pulizia del sito. Infatti, i controlli potranno tenersi esclusivamente
sull'elenco delle sostanze e nei punti di prelievo proposti e indicati
dall'inquinatore. Tutto ciò sarà infine suggellato dalla regola del
silenzio-assenso, previsto dalle autorità competenti entro 45 giorni. Chi non
fosse d'accordo con l'impostazione del governo, non si preoccupi. Può sempre
mandare un twit al Tavolo per il Diritto all'Amore, inaugurato nell'edizione
2014 della fiera della Leopolda. Il primo estratto avrà diritto ad un tenero
abbraccio da parte del ministro Boschi, mentre il secondo classificato riceverà
un biglietto omaggio per la prossima edizione della Ruota della Fortuna.
Fabio Bernardini, Progetto per Volterra
Fabio Bernardini, Progetto per Volterra
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