Sono stati presentati
in questi giorni a Bologna, nell’ambito della Smart City Exhibition, i
risultati delle città italiane che hanno messo in piedi un maggior numero di
progetti finanziabili con gli ingenti
fondi europei destinati alle Smart City, cioè a quei progetti dedicati a
servizi “intelligenti”, incentrati sulla riduzione dei consumi, sul risparmio e
sulle politiche di condivisione. Spiccano in primo luogo le progettualità dei
piccoli comuni, quelli che non hanno molte risorse proprie da investire e
che hanno ovviamente problematiche specifiche,
diverse dai grandi centri urbani. Per fare qualche esempio, il Comune di Montechiarugolo (PR) ha avviato un progetto per rendere più
efficiente ed economico per i cittadini il sistema di illuminazione pubblica e
un secondo progetto per la realizzazione di pannelli fotovoltaici pubblici per
l’erogazione in «conto energia» e per servizi di «scambio sul posto»
dell’energia elettrica prodotta. Entrambi i progetti prevedono di far rientrare
nelle casse comunali circa 700.000 euro all’anno, che diventeranno 900.000 con
i risparmi dei consumi ottenuti grazie al nuovo sistema di illuminazione
pubblica. Il Comune di Pieve di Cento,
invece, dopo aver sofferto le conseguenze del sisma del 2012 ha avviato, in
sinergia con le istituzioni e gli imprenditori locali, una serie di progetti di
ricostruzione del proprio territorio in chiave smart city, tra cui la cablatura
del paese con la fibra ottica e l’apertura di uno spazio di co-working (utilizzo
comune di spazi, beni e servizi tra più soggetti economici) dedicato ai giovani
e alle neo imprese. E ancora, tra i finalisti spiccano realtà come il Gruppo Soelia, che, per incentivare la
raccolta differenziata del materiale umido e sensibilizzare la popolazione a
questa buona pratica, ha messo a punto, in collaborazione con Vodafone, nel
comune di Argenta (FE), un sistema ‘intelligente’ di monitoraggio per i
conferimenti delle singole famiglie. I cittadini più virtuosi e attenti
all’ambiente ricevono benefici in termini economici, ottenendo uno sconto sui
tributi comunali. Sempre incentrato sulla raccolta differenziata dei rifiuti è
il caso del Gruppo Hera, azienda
multiservizi con sede a Bologna, che ha implementato avanzati sistemi per ottimizzare
la procedura di differenziazione dei rifiuti secchi e per la valorizzazione dei
rifiuti organici. Per sensibilizzare i cittadini, Hera ha sviluppato
l’applicazione definita ‘Il Rifiutologo’, da scaricare gratuitamente dal web,
che aiuta a fare la raccolta differenziata trasformando lo smartphone (o il
tablet) in un assistente personale sulle modalità corrette per destinare le
diverse tipologie di rifiuti.
Vale la pena
sottolineare che questi esempi confermano, semmai ce ne fosse bisogno, quanto
fossero infondate le critiche di chi liquidò come “inattuabile” la nostra
proposta elettorale, basata sulla progettazione smart di Volterra (fortemente
finanziata dall’UE) e soprattutto quanto è arretrato, rispetto alle progettualità
portate avanti altrove, la modalità
nostrale di amministrare la città. Mentre altre realtà, a fronte degli ingenti
tagli del governo, cercano forme per rendere efficienti, economici e moderni i
propri servizi ottenendo risparmi di spese, Volterra segna il passo. Quello che
riesce a fare in materia di raccolta dei rifiuti è aumentare la Tari, quello
che riesce a fare per contrastare i costi delle bollette di metano della
piscina comunale è introdurre le docce a pagamento.
Progetto per Volterra
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