Al
Consiglio Comunale del 2 aprile scorso è arrivato il testo
dell'ultimo “Accordo di programma per la tutela quantitativa e
l'ottimale gestione delle risorse idriche della Val di Cecina e della
fascia costiera livornese”. Il Consiglio Comunale ha respinto il
testo, con il voto contrario decisivo del nostro gruppo (Progetto
Originario) e l'astensione generalizzata di tutte le altre forze
politiche. E' stato curioso assistere al defilarsi indiscriminato
degli altri gruppi su un tema così sentito, dal Pd a Uniti per
Volterra hanno scelto di non prendere partito. Equilibrismo
preelettorale? Quanto a noi, non abbiamo avuto difficoltà a votare
e, come sempre, siamo pronti ad argomentare le ragioni del nostro
pronunciamento contrario. Il documento elaborato in Regione ci è
sembrato la riproposizione di una serie di enunciati di principio
tutti teorici e talora vaghi, del tutto scollegati da un piano
d'azione efficace. In certi passaggi, poi, il testo contiene
enunciati controproducenti e, a nostro modo di vedere, pericolosi. E'
rischioso sostenere che la relazione allegata all'atto, “Lo stato
della risorsa idrica in Val di Cecina”, fornisca l'unico quadro
conoscitivo di riferimento, condiviso da tutti, su cui i firmatari
baseranno le proprie decisioni in materia di risorse idriche. Un
simile enunciato risponde più alle modalità di un atto di fede che
ai criteri di un sano approccio tecnico-scientifico. Ci chiediamo,
infatti, perché basarsi su serie di misure dei deflussi ormai
vecchie di 12 anni (periodo 1970-2002)? Guarda caso è lo stesso
lavoro a cui fa riferimento Solvay, nello studio d'impatto ambientale
presentato poche settimane fa in Regione per realizzare altri sei
pozzi lungo il Cecina. E' noto che il trend evolutivo delle piogge è
negativo, ma le peggiori crisi idriche in Val di Cecina si sono avute
dopo l'arco temporale considerato nella Relazione allegata
all'accordo di programma, negli anni 2003, 2007, 2009, 2011 e 2012.
La Regione dispone di tutti i dati aggiornati, perché non se ne
serve? Perché non viene utilizzata e messa a disposizione di tutti
la gran massa di informazioni ricavata dal monitoraggio eseguito
durante la sperimentazione “Cecina Bacino Pilota (Dir. CCEE
2000/60)” costata fior di soldi pubblici? Tante domande che
attendono risposta.
Negli
anni passati abbiamo visto decine di accordi di programma simili,
rivelatisi inutili o dannosi, tanto che lo stato della risorsa è
progressivamente peggiorato sia in termini quantitativi che
qualitativi. Inutile,
infatti, scrivere un testo per ripetere la priorità dell'uso
idropotabile della risorsa, quando questo è un principio fissato da
un dispositivo molto più stringente: la cosiddetta legge Galli,
tanto frequentemente citata quanto disapplicata. Inutile scrivere che
serve “aumentare
l’effettiva disponibilità delle risorse idriche mediante la
realizzazione di invasi”, “adottare programmi di monitoraggio”,
“ridurre le perdite dagli acquedotti”, se non si dice chi fa
cosa, e soprattutto chi e in quale misura impegna le risorse
economiche necessarie. Senza sciogliere questi nodi, ogni
affermazione è destinata a restare lettera morta.
Al
culmine della grave siccità del 2012, la Regione Toscana pubblicò
un “libro bianco sul clima” in cui sono illustrati i danni dovuti
al progressivo e drammatico impoverimento delle risorse idriche in
atto in alcune zone della Toscana, tra le quali ovviamente c'è la
Val di Cecina. In quel testo si sottolinea la necessità di
introdurre misure di risparmio idrico, di evitare lo sfruttamento
delle stesse risorse da parte di utilizzatori contrapposti, l'urgenza
di diversificare le fonti di approvvigionamento. Fra i modi per
diversificare, gli estensori dello studio indicano esplicitamente la
realizzazione di piccoli e medi invasi collinari e l'uso di
dissalatori. Crediamo che queste debbano essere le ipotesi su cui le
amministrazioni pubbliche dovrebbero orientare i progetti per gli usi
industriali dell'acqua, riservando le falde acquifere di qualità
apprezzabile alle necessità per gli usi idropotabili e in subordine
per quelle agricole. Esattamente come vorrebbe la legge. Basterebbe
applicarla.
Progetto
per Volterra – Progetto Originario
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