sabato 12 aprile 2014

Bocciato il documento della Regione sull'acqua

Al Consiglio Comunale del 2 aprile scorso è arrivato il testo dell'ultimo “Accordo di programma per la tutela quantitativa e l'ottimale gestione delle risorse idriche della Val di Cecina e della fascia costiera livornese”. Il Consiglio Comunale ha respinto il testo, con il voto contrario decisivo del nostro gruppo (Progetto Originario) e l'astensione generalizzata di tutte le altre forze politiche. E' stato curioso assistere al defilarsi indiscriminato degli altri gruppi su un tema così sentito, dal Pd a Uniti per Volterra hanno scelto di non prendere partito. Equilibrismo preelettorale? Quanto a noi, non abbiamo avuto difficoltà a votare e, come sempre, siamo pronti ad argomentare le ragioni del nostro pronunciamento contrario. Il documento elaborato in Regione ci è sembrato la riproposizione di una serie di enunciati di principio tutti teorici e talora vaghi, del tutto scollegati da un piano d'azione efficace. In certi passaggi, poi, il testo contiene enunciati controproducenti e, a nostro modo di vedere, pericolosi. E' rischioso sostenere che la relazione allegata all'atto, “Lo stato della risorsa idrica in Val di Cecina”, fornisca l'unico quadro conoscitivo di riferimento, condiviso da tutti, su cui i firmatari baseranno le proprie decisioni in materia di risorse idriche. Un simile enunciato risponde più alle modalità di un atto di fede che ai criteri di un sano approccio tecnico-scientifico. Ci chiediamo, infatti, perché basarsi su serie di misure dei deflussi ormai vecchie di 12 anni (periodo 1970-2002)? Guarda caso è lo stesso lavoro a cui fa riferimento Solvay, nello studio d'impatto ambientale presentato poche settimane fa in Regione per realizzare altri sei pozzi lungo il Cecina. E' noto che il trend evolutivo delle piogge è negativo, ma le peggiori crisi idriche in Val di Cecina si sono avute dopo l'arco temporale considerato nella Relazione allegata all'accordo di programma, negli anni 2003, 2007, 2009, 2011 e 2012. La Regione dispone di tutti i dati aggiornati, perché non se ne serve? Perché non viene utilizzata e messa a disposizione di tutti la gran massa di informazioni ricavata dal monitoraggio eseguito durante la sperimentazione “Cecina Bacino Pilota (Dir. CCEE 2000/60)” costata fior di soldi pubblici? Tante domande che attendono risposta.
Negli anni passati abbiamo visto decine di accordi di programma simili, rivelatisi inutili o dannosi, tanto che lo stato della risorsa è progressivamente peggiorato sia in termini quantitativi che qualitativi. Inutile, infatti, scrivere un testo per ripetere la priorità dell'uso idropotabile della risorsa, quando questo è un principio fissato da un dispositivo molto più stringente: la cosiddetta legge Galli, tanto frequentemente citata quanto disapplicata. Inutile scrivere che serve “aumentare l’effettiva disponibilità delle risorse idriche mediante la realizzazione di invasi”, “adottare programmi di monitoraggio”, “ridurre le perdite dagli acquedotti”, se non si dice chi fa cosa, e soprattutto chi e in quale misura impegna le risorse economiche necessarie. Senza sciogliere questi nodi, ogni affermazione è destinata a restare lettera morta.
Al culmine della grave siccità del 2012, la Regione Toscana pubblicò un “libro bianco sul clima” in cui sono illustrati i danni dovuti al progressivo e drammatico impoverimento delle risorse idriche in atto in alcune zone della Toscana, tra le quali ovviamente c'è la Val di Cecina. In quel testo si sottolinea la necessità di introdurre misure di risparmio idrico, di evitare lo sfruttamento delle stesse risorse da parte di utilizzatori contrapposti, l'urgenza di diversificare le fonti di approvvigionamento. Fra i modi per diversificare, gli estensori dello studio indicano esplicitamente la realizzazione di piccoli e medi invasi collinari e l'uso di dissalatori. Crediamo che queste debbano essere le ipotesi su cui le amministrazioni pubbliche dovrebbero orientare i progetti per gli usi industriali dell'acqua, riservando le falde acquifere di qualità apprezzabile alle necessità per gli usi idropotabili e in subordine per quelle agricole. Esattamente come vorrebbe la legge. Basterebbe applicarla.

Progetto per Volterra – Progetto Originario

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