venerdì 28 marzo 2014

La colonizzazione delle associazioni

L’associazionismo volterrano dalla cultura allo sport sino al sociale rappresenta un mondo variegato, che riunisce soggetti dedicati per passione o per vocazione alla promozione di iniziative, alla tutela dei diritti, comunque a scopi che nulla dovrebbero avere a che fare con le competizioni politiche. Competizioni che spettano per loro natura ai partiti, alle liste civiche e ai movimenti politici. Le associazioni, tuttavia, riunendo molteplici cittadini sono sempre state un prelibato bocconcino per una certa categoria di politici. Vecchi e nuovi. Troppe volte le associazioni vengono usate in funzione strumentale dalla cattiva politica, come la via privilegiata per garantirsi un facile consenso e una cassa di risonanza a buon mercato. Non di rado possono allacciarsi anche rapporti di scambio per reciproche “convenienze”, che passano attraverso un maggiore contributo del Comune versato a favore delle associazioni “amiche” o la concessione gratuita della sede o altri benefici. Con metodi che di imparziale ed oggettivo hanno ben poco, non trovando giustificazione nell’alto numero di iscritti (normalmente sinonimo di coinvolgimento e partecipazione) né nell’elevato valore dell’attività svolta.
Spesso prevale un criterio che molto ha a che fare con la capacità dell’associazione di farsi ben volere, nel migliore dei casi con atteggiamenti miti e accondiscendenti, ma più spesso con un'opera di vero e proprio fiancheggiamento verso il politico o l'amministratore di turno. Come dimenticare l’esempio eclatante di SOS-Volterra, di cui il sindaco Buselli è pure il presidente onorario? Mai quell'associazione aveva ricevuto contributi pubblici così elevati come negli ultimi anni. In cambio ovviamente di un appoggio incondizionato all’amministrazione in carica. Per cui, per fare un esempio, l’attività di denuncia per gli episodi d'incuria della città, che aveva caratterizzato l’associazione prima del 2009, è cessata dal primo giorno dell'amministrazione Buselli. Esempi di trascuratezza, erba alta, buche nelle strade, sporcizia ne abbiamo avuti anche negli ultimi 5 anni, ma sono improvvisamente scomparsi agli occhi dei volontari di SOS. Segno evidente che lo scopo dell’associazione non è più sensibilizzare la popolazione e l'amministrazione (qualunque essa sia) in funzione di una maggiore tutela della città, ma criticare un certo governo e supportarne un altro.
A dire il vero, questo meccanismo è un brutto vizio che viene da lontano, e si trova ben radicato nella storia di Volterra. Di recente sono accaduti anche episodi più gravi, come l’improvvisa iscrizione a pioggia di alcuni sostenitori del PD ad una associazione locale, bada caso in concomitanza con l’espressione del voto per il rinnovo dei gruppi dirigenti. Forse per garantirsi l’elezione di soggetti graditi? Come non notare, poi, il tenore di alcuni interventi sulla stampa a firma di rinomate associazioni o consorzi, in teoria apartitici, ma che in questo periodo svolgono una funzione smaccatamente elettoralistica? Una condotta che non fa onore all’indipendenza che associazioni e consorzi dovrebbero sempre mantenere nei confronti della politica, di qualunque colore si ammanti. Del resto, questo andazzo testimonia anche la cattiva coscienza di larga parte della politica locale che fa uso e abuso di certi sistemi. Evidentemente perché motivata più dalla conquista di posizioni di potere che da idee o ideali. Idee e ideali sempre declamati a parole con larghezza di retorica, ma che nei fatti dovrebbero inspirare comportamenti diametralmente opposti.
Carlo Levi scrisse che la democrazia non può fare a meno della pedagogia. Aveva ragione, ma quanto è rimasto inascoltato fino ad oggi! In teoria tutti sappiamo che i partiti politici dovrebbero sostenere l’associazionismo, cercando di mantenersi terzi ed imparziali; ma nella pratica vediamo tutti benissimo che molti fanno l'esatto contrario. Alla ricerca di un consenso pseudomafioso radicato in quella sottocultura clientelare che sta all'origine del problema storico della corruzione così diffusa in ogni angolo d'Italia.
Fino a quando questo modo di fare non verrà messo al bando dalla sensibilità di una larga maggioranza di cittadini, avremo sempre a che fare sia col clientelismo che con la corruzione (più o meno strisciante). A rimetterci saranno le nostre amministrazioni, la qualità della vita dei più e pure quell’associazionismo che dovrebbe avere come funzione naturale la ricerca di scopi comuni elevati, l'aggregazione sociale, la promozione di valori e la tutela dei diritti.


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