venerdì 1 novembre 2013

INDIETRO TUTTA!

Appena rientrati da un breve periodo di ferie e precisamente il 27 agosto 2013, trovammo sul tavolo una nota a firma Pier Luigi Acerbi, neo-segretario (il quarto in 4 anni) del sindaco Buselli. Come primo provvedimento dopo mesi di silenzio, il dott. Acerbi disponeva l’impossibilità di accesso diretto agli atti comunali da parte dei consiglieri comunali, imponendo loro, in palese violazione della normativa vigente, un obbligo di istanza scritta e a cui gli uffici avrebbero dovuto rispondere in (comodi) 30 giorni, arrogandosi perfino il potere di “monitoraggio” sull’attività di controllo dei consiglieri comunali.
La nota del segretario, perveniva in seguito alla richiesta di intervento della consigliera Guarneri, che un mese prima si era vista negare dal responsabile dell’ufficio tecnico l’accesso alla pratica di un cantiere in quei giorni ancora aperto in città, ossia il fascicolo relativo al rifacimento del marciapiede dei Ponti. In quella circostanza era stato evidente l’impaccio dell’architetto comunale che, non intendendo far visionare tale fascicolo, si giustificava, in un primo momento, con richiami giuridici del tutto inappropriati e, successivamente, col pretesto che il fascicolo si sarebbe trovato nella disponibilità di un altro dipendente comunale momentaneamente in ferie. Il tutto dopo essere stato preventivamente informato della richiesta e aver fissato a suo comodo l’appuntamento con la consigliera. Poiché tale rifiuto non era il primo opposto al nostro gruppo dal responsabile del settore tecnico, si rendeva necessario ancora una volta sottoporre la questione al segretario comunale di turno. Sorprendentemente, distinguendosi da tutti i suoi predecessori, il dott. Acerbi decideva di assumere un provvedimento di tipo restrittivo, accusando i consiglieri di fare “troppi” accessi agli uffici, dunque di ostacolare il loro lavoro. Detto per inciso, per stessa ammissione del segretario, gli accessi agli uffici di tutto il nostro gruppo nel 2013 sono stati ben tre! Ci sia almeno consentito di dubitare di aver sovraccaricato di lavoro gli uffici! Il provvedimento del segretario andava a penalizzare tutti i consiglieri di minoranza, impedendo di fatto l’esercizio del controllo sull'esecutivo.
A quel punto non rimaneva che l’impugnazione al Tar del provvedimento assunto del segretario, che a nostro avviso era in contrasto con la legge nonché palesemente lesivo dei più elementari principi di democrazia e trasparenza. L’udienza per decidere la sospensione cautelare del provvedimento fu fissata dal Tribunale per il 23 ottobre scorso. Sono così passati due mesi senza che potessimo esercitare il normale diritto/dovere di controllo che spetta ai consiglieri, poi con un tempismo degno di miglior causa, appena 5 giorni prima dell'udienza, il segretario Acerbi ha inscenato un fulmineo dietrofront, facendoci notificare una vera e propria rettifica di ciò che con “ferma” sicurezza aveva scritto poche settimane prima e restituendo ai consiglieri la possibilità di accesso diretto agli uffici e di risposta immediata.
Ovviamente il nuovo provvedimento, che rettifica in tutto e per tutto il precedente, assume ufficialmente la denominazione di “chiarimento”!
Crediamo che questo episodio sia il segno di come funzionano le cose in questo nostro “povero” Comune. Non è normale che tre gruppi consiliari siano stati costretti a ricorrere al Tar per far valere diritti elementari, che sono propri di ogni più rudimentale democrazia. Così come non è veramente accettabile che la figura di garanzia della legalità delle procedure e dei procedimenti nel nostro comune, si sia fatto portavoce di un provvedimento palesemente illegittimo per ostacolare l’attività di controllo dell'unico contrappeso esistente al governo nei comuni, che è costituito proprio dai consiglieri di minoranza.
Il dott. Acerbi, facendo il suo repentino dietrofront dell’ultimo minuto per sottrarsi al giudizio del Tribunale, ha evidentemente dimostrato di essere pienamente consapevole di aver abusato della propria posizione. Intanto, però, ha evitato che qualcuno mettesse il naso su una pratica relativa ad un cantiere commissionato dal Comune, il cui fascicolo per una ragione o per l’altra per ben tre volte è risultato irreperibile ai consiglieri che desideravano visionarlo.
Una domanda infine sorge spontanea: con quali soldi saranno pagate le spese di difesa del Comune nel procedimento rimasto ancora in piedi in attesa di decisione definitiva? La nostra richiesta ufficiale è che non si metta mano ai soldi delle casse comunali. E’ bene che chi si assume certe responsabilità la finisca di ripararsi dietro ai soldi pubblici. Se alla fine risultasse che il segretario, un dipendente comunale con funzioni dirigenziali apicali e dunque molto ben retribuito, ha sbagliato in modo clamoroso, allora è giusto che paghi di tasca propria.

Progetto Originario

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