Appena
rientrati da un breve periodo di ferie e precisamente il 27 agosto
2013, trovammo sul tavolo una nota a firma Pier Luigi Acerbi,
neo-segretario (il quarto in 4 anni) del sindaco Buselli. Come primo
provvedimento dopo mesi di silenzio, il dott. Acerbi disponeva
l’impossibilità di accesso diretto agli atti comunali da parte dei
consiglieri comunali, imponendo loro, in palese violazione della
normativa vigente, un obbligo di istanza scritta e a cui gli uffici
avrebbero dovuto rispondere in (comodi) 30 giorni, arrogandosi
perfino il potere di “monitoraggio” sull’attività di controllo
dei consiglieri comunali.
La
nota del segretario, perveniva in seguito alla richiesta di
intervento della consigliera Guarneri, che un mese prima si era vista
negare dal responsabile dell’ufficio tecnico l’accesso alla
pratica di un cantiere in quei giorni ancora aperto in città, ossia
il fascicolo relativo al rifacimento del marciapiede dei Ponti. In
quella circostanza era stato evidente
l’impaccio dell’architetto comunale che, non intendendo far
visionare tale fascicolo, si giustificava, in un primo momento, con
richiami giuridici del tutto inappropriati e, successivamente, col
pretesto che il fascicolo si sarebbe trovato nella disponibilità di
un altro dipendente comunale momentaneamente in ferie. Il tutto dopo
essere stato preventivamente informato della richiesta e aver fissato
a suo comodo l’appuntamento con la consigliera. Poiché
tale rifiuto non era il primo opposto al nostro gruppo dal
responsabile del settore tecnico, si rendeva necessario ancora una
volta sottoporre la questione al segretario comunale di turno.
Sorprendentemente, distinguendosi da tutti i suoi predecessori, il
dott. Acerbi decideva di assumere un provvedimento di tipo
restrittivo, accusando i consiglieri di fare “troppi” accessi
agli uffici, dunque di ostacolare il loro lavoro. Detto per inciso,
per stessa ammissione del segretario, gli accessi agli uffici di
tutto il nostro gruppo nel 2013 sono stati ben tre! Ci sia almeno
consentito di dubitare di aver sovraccaricato di lavoro gli uffici!
Il provvedimento del segretario andava a penalizzare tutti i
consiglieri di minoranza, impedendo di fatto l’esercizio del
controllo sull'esecutivo.
A
quel punto non rimaneva che l’impugnazione al Tar del provvedimento
assunto del segretario, che a nostro avviso era in contrasto con la
legge nonché palesemente lesivo dei più elementari principi di
democrazia e trasparenza. L’udienza per decidere la sospensione
cautelare del provvedimento fu fissata dal Tribunale per il 23
ottobre scorso. Sono così passati due mesi senza che potessimo
esercitare il normale diritto/dovere di controllo che spetta ai
consiglieri, poi con un tempismo degno di miglior causa, appena 5
giorni prima dell'udienza, il segretario Acerbi ha inscenato un
fulmineo dietrofront, facendoci notificare una vera e propria
rettifica di ciò che con “ferma” sicurezza aveva scritto poche
settimane prima e restituendo ai consiglieri la possibilità di
accesso diretto agli uffici e di risposta immediata.
Ovviamente
il nuovo provvedimento, che rettifica in tutto e per tutto il
precedente, assume ufficialmente la denominazione di “chiarimento”!
Crediamo
che questo episodio sia il segno di come funzionano le cose in questo
nostro “povero” Comune. Non è normale che tre gruppi consiliari
siano stati costretti a ricorrere al Tar per far valere diritti
elementari, che sono propri di ogni più rudimentale democrazia. Così
come non è veramente accettabile che la figura di garanzia della
legalità delle procedure e dei procedimenti nel nostro comune, si
sia fatto portavoce di un provvedimento palesemente illegittimo per
ostacolare l’attività di controllo dell'unico contrappeso
esistente al governo nei comuni, che è costituito proprio dai
consiglieri di minoranza.
Il
dott. Acerbi, facendo il suo repentino dietrofront dell’ultimo
minuto per sottrarsi al giudizio del Tribunale, ha evidentemente
dimostrato di essere pienamente consapevole di aver abusato della
propria posizione. Intanto, però, ha evitato che qualcuno mettesse
il naso su una pratica relativa ad un cantiere commissionato dal
Comune, il cui fascicolo per una ragione o per l’altra per ben tre
volte è risultato irreperibile ai consiglieri che desideravano
visionarlo.
Una
domanda infine sorge spontanea: con quali soldi saranno pagate le
spese di difesa del Comune nel procedimento rimasto ancora in piedi
in attesa di decisione definitiva? La nostra richiesta ufficiale è
che non si metta mano ai soldi delle casse comunali. E’ bene che
chi si assume certe responsabilità la finisca di ripararsi dietro ai
soldi pubblici. Se alla fine risultasse che il segretario, un
dipendente comunale con funzioni dirigenziali apicali e dunque molto
ben retribuito, ha sbagliato in modo clamoroso, allora è giusto che
paghi di tasca propria.
Progetto
Originario
Nessun commento:
Posta un commento