Il nuovo monumento posto davanti al primo in Piazza Martiri |
Nonostante
le discussioni e gli eventi di queste ultime settimane abbiano reso scivoloso
l’argomento, non vogliamo sottrarci dal prendere una posizione chiara
sull’installazione del nuovo monumento in Piazza Martiri della Libertà, aggiungendo
qualche argomento a quelli già sollevati da alcune associazioni e partiti prima di noi.
Per non rischiare di essere fraintesi, intendiamo evitare assolutamente la personalizzazione
della discussione, sviluppando il nostro ragionamento sui binari del metodo e
del merito. Inoltre cercheremo di evitare di addentrarci nei territori del giudizio
artistico, specialità estranea alla nostra competenza. Affrontiamo quindi
l’argomento sul piano del metodo: ci sembra del tutto evidente che sarebbe
stato da evitare l’accostamento nel raggio di pochissimi metri (o per meglio
dire la sovrapposizione) di monumenti completamente diversi sia per stile che per
contenuto. Nessun amministratore ragionevole avrebbe potuto pensare di
addossare un monumento ad un altro preesistente, avendo a disposizione in città
cento altri luoghi spaziosi e sostanzialmente “liberi”. Non serve una laurea
per avvertire che ogni oggetto d’arte ha bisogno di un suo spazio dedicato, per
evitare quell’effetto “rigattiere” per cui, a causa dell’interferenza e del
disturbo reciproco, tutte le opere risultano svilite.
L’inopportunità
della scelta risulta ancor più evidente allorquando si consideri il luogo
prescelto per l’installazione e la sua storia. Il nome della piazza, “Martiri
della Libertà”, ha evidentemente un preciso significato, correlato agli
avvenimenti che si svolsero in quel luogo nel 1944. Il monumento che da anni ne
celebra il ricordo non a caso testimonia l’omaggio della città ai caduti per
quell’ideale. Ci sembra quantomeno indelicato, per non dire volgare, installare
proprio davanti a quel monumento un oggetto artistico del tutto diverso, che
parla d’altro, peraltro utilizzando un altro linguaggio. La superficialità va
sicuramente di moda, ma quando un’amministrazione opera nel pieno centro di una
città millenaria, avrebbe come minimo il dovere di leggersi la sua storia (almeno
per sommi capi). Sembra evidente che la scultura femminile posta poche
settimane fa in Piazza Martiri potrebbe trovare un contesto più idoneo in un
diverso luogo di Volterra. Basterebbe applicarsi un tantino di più per trovare un’infinità
di soluzioni, sicuramente più ragionate e idonee alla valorizzazione di entrambe
le opere, rispettando la memoria di un passato tragico per questo Paese e
neppure troppo lontano.
Progetto
Originario
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