Da
sei mesi la discussione sul futuro della Asp S. Chiara è stata
catalizzata dal cosiddetto progetto OPG di Montelupo. Il sindaco
Buselli e il presidente Bacci, già all'inizio dell'anno, ci
spiegarono che la sola possibilità concreta di salvezza economica
per l'azienda consisteva in una parziale riconversione in ospedale
psichiatrico giudiziario (OPG). L'occasione era offerta dalla
prevista chiusura dell'OPG di Montelupo, che costringerà dal
prossimo anno la Regione a spostare quei pazienti in altre strutture.
Purtroppo la “candidatura” del S. Chiara non è stata accettata;
la Regione ha preferito la destinazione di Aulla
come unico riferimento per l'Area Vasta Nord Ovest. Dunque questa
partita è chiusa.
Questo
è ciò che abbiamo appreso dalla risposta scritta pervenuta
all'interrogazione che presentammo in aprile congiuntamente agli
altri due gruppi di minoranza presenti in Consiglio. La circostanza è
assolutamente preoccupante, visto che l'attivazione di una sezione
dedicata all'OPG era stata indicata da Bacci come unica soluzione
possibile ai problemi economici del S. Chiara. Tanto che, almeno
sulle colonne dei giornali, aveva paventato le sue dimissioni assieme
a quelle del consiglio di amministrazione nel caso in cui il progetto
non fosse andato in porto. Va ricordata, infatti, la difficile
situazione debitoria in cui si trova la Asp S. Chiara e il recente
parere negativo espresso dal collegio dei sindaci revisori sul
bilancio previsionale del prossimo triennio, dove si preconizza per
l'anno 2013 una perdita d'esercizio di euro 562.895. Per inciso una
situazione complessa che viene ulteriormente aggravata dal taglio dei
ricoveri in convenzione deciso dalla Asl 5. Nella risposta alla
nostra interpellanza si insiste anche su questo punto, lamentando una
sforbiciata di ben 13 posti letto. Anzi, a detta del sindaco Buselli,
nessuna altra ASP in Toscana ha subito il taglio dei ricoveri in
convenzione nel 2013. Questo è un aspetto che merita di essere
approfondito, perché vogliamo capire fino in fondo il ruolo che sta
giocando la direzione della Asl 5 nel sostegno agli anziani, non
soltanto qui a Volterra ma anche nel resto del territorio
provinciale. Se pratica una politica coerente ed equa, oppure opera
arbitrariamente piuttosto che seguendo strani criteri.
L'interpellanza è servita se non altro a precisare meglio le parole
rilasciate da Bacci ai giornali, quando a proposito del progetto
Ospedale Psichiatrico Giudiziario dichiarò che la “ristrutturazione
non peserà sulle casse dell'azienda ma troverà copertura attraverso
una serie di fondi pubblici già stanziati”. Il riferimento era ai
fondi relativi al decreto Balduzzi per il superamento degli OPG, che
però non arriveranno qui a Volterra, come è stato alla fine
chiarito dalla Regione. Dunque la situazione economica dell'azienda
resta pesante e le vie di uscita indicate fino a ieri sembrano
chiuse. In questo quadro, abbiamo sentito che il direttore della Asl
5, Damone, durante un recente dibattito pubblico, avrebbe buttato sul
tavolo una proposta-effetto sull'ipotesi di una ASP S. Chiara gestita
direttamente dalla Asl 5. Vogliamo vederci chiaro. La casa di riposo
volterrana offre ancora buoni servizi, ma economicamente naviga da
tempo in cattive acque. Non sappiamo quanto tempo potrà resistere,
quindi non è proprio il caso di scherzare. Nessuno crede al “Piano
di rilancio”, approvato lo scorso anno da Buselli in Consiglio
Comunale, che prevede una privatizzazione al ribasso, senza
prospettive. Non ci credono evidentemente neppure il presidente Bacci
ed il cda del S. Chiara, se subito dopo si attaccano al progetto OPG
ritenendolo l'ultima spiaggia. Dunque ogni altra soluzione va presa
in considerazione. Purché si tratti di una proposta seria. Per
esserlo deve partire dal mettere nero su bianco i principali termini
del problema.
Progetto
Originario
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