sabato 15 giugno 2013

Noi siamo qui

In questi giorni è accaduto un grave episodio che non ha trovato molta eco sui media nazionali, ma che a mio avviso dà il segno di cosa sia diventato questo Paese e le sue istituzioni. Il 4 giugno il tribunale di Lucca ha confermato il licenziamento del ferroviere Riccardo Antonini, sindacalista molto attivo specialmente sul tema della sicurezza, reo di essersi prestato a svolgere le funzioni di perito tecnico nel processo per la strage ferroviaria di Viareggio dalla parte dei familiari delle vittime. Molti ricorderanno l'incidente ferroviario che il 29 giugno di quattro anni fa costò la vita a 32 persone nella stazione della cittadina della Versilia. L'attuale amministratore delegato delle Ferrovie delle Stato (FS), Mauro Moretti, ex segretario nazionale della CGIL-Trasporti passato con profitto dalla parte dei vertici di FS, non digerì la scelta di Antonini e decise di licenziarlo per il suo grave comportamento antiaziendale. Un comportamento che avrebbe leso in modo irreversibile il rapporto di fiducia tra Ferrovie dello Stato e il suo dipendente. Antonini ricorse contro il licenziamento ma, oggi, il giudice Nannipieri del tribunale di Lucca ha confermato la regolarità del provvedimento.
Cosa c'è di rimarchevole in tutto questo? Non tanto l'esito della sentenza, che in punta di diritto risulterà pure corretta. E' stupefacente la spaventosa assenza delle istituzioni, delle principali forze politiche e sociali di questo Paese a fianco delle vittime dell'incidente e di chi, a sue spese, ha tentato di aiutarli nell'accertamento della verità. Da questa sentenza si deduce che le attuali istituzioni hanno dato vita ad un impianto legislativo che tutela ferocemente l'azienda, quando si tratta di “regimare” gli atti e le scelte dei suoi dipendenti, ma non tutela abbastanza l'accertamento della verità e non tutela i diritti delle vittime. Forse dovremmo chiederci perché oggi abbiamo una legge che non difende l'esigenza di giustizia di un dipendente che vede la sua azienda, un'azienda pubblica, contrapporsi frontalmente in tribunale ai familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio, che chiedono solo l'accertamento della verità e maggiore sicurezza per operatori e utenti. Così si eliminano gli Antonini – cittadini e dipendenti difettosi - e si alimenta il conformismo omertoso dei lavoratori-sudditi, che a ragione soffocano dentro se stessi ogni anelito di verità e di giustizia.
Ecco, noi viviamo qui, nel Paese che ricopre d'oro i Mauro Moretti (oltre 700.000 euro di stipendio all'anno) con amici importanti nel centrodestra e nel centrosinistra, ed isola, licenzia e censura i Riccardo Antonini. Questa sembra essere l'Italia del 2013. La sentenza del tribunale di Lucca l'illumina appieno ed evidenzia il vuoto spinto creato attorno al ferroviere Riccardo Antonini e ai familiari delle vittime della strage di Viareggio, a cui tributo la mia sincera solidarietà di cittadino difettoso.


Fabio Bernardini, Progetto Originario

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