lunedì 18 febbraio 2013

Uomini e caporali

La scelta compiuta dai dipendenti del Settore Tecnico del Comune di rendere pubblico un attestato di solidarietà ad una collega ingiustamente trasferita è stata una decisione coraggiosa, che merita il giusto riconoscimento. Già all'indomani della riorganizzazione del personale predisposta a fine 2011 dall'amministrazione avevamo pubblicamente criticato la scorrettezza dei criteri utilizzati e il clima di conflitto e di ritorsioni instaurato in Comune. La denuncia diramata pochi giorni fa dai dipendenti del settore tecnico nei confronti dell'amministrazione Buselli arriva a conferma di quanto già sapevamo. La novità semmai è costituita dall'aggravarsi di una situazione già difficile. Significa che il clima ricattatorio, già presente da un po' di tempo in Comune, è andato esasperandosi. Soltanto in presenza di una situazione molto difficile, infatti, si può spiegare la decisione dei dipendenti di superare la loro tradizionale ritrosia a criticare pubblicamente l'amministrazione.  Del resto questo non è il primo caso di “trasferimento punitivo” a cui assistiamo da quando si è insediata l'amministrazione Buselli. Già l'ex dirigente del settore tecnico fu demansionato e trasferito in un settore estraneo alle sue competenze, perché era risultato poco “malleabile”. Nel gennaio 2012, all'indomani dell'ennesima “riorganizzazione del personale”, denunciammo sulla stampa questi metodi con le seguenti parole: “La nuova riorganizzazione è prima di tutto il frutto del lavoro unilaterale degli Amministratori e del Segretario. Si è “riorganizzato” sulla pelle dei dipendenti e più in generale dei cittadini senza neppure sentire il bisogno di confrontarsi con le posizioni apicali del personale, che conoscono bene le competenze, i servizi e i problemi dei vari settori. Ci si è disinteressati delle capacità, professionalità e dell’esperienza delle persone, improntando le proprie scelte alla ricerca sfrontata della disponibilità dei dipendenti ad assumere atteggiamenti remissivi verso l’amministrazione. Laddove si è potuto, si sono relegate in un angolo figure di esperienza ma intellettualmente indipendenti e si sono svuotati interi uffici per ricorrere sempre di più agli incarichi esterni. Il criterio? Prima di tutto la fedeltà”.
A quanto sapevamo già un anno fa aggiungiamo i recenti scandali che vedono coinvolti alcuni amministratori e otteniamo il quadro attuale. Infatti, è chiaro che un'amministrazione tutt'altro che limpida, in cui sono emersi episodi spinosi e scomodi come quelli di Benzinopoli, vive come una minaccia la professionalità e l'indipendenza del personale. Al pari delle funzioni di controllo che la legge assegna alle opposizioni, patite ed osteggiate in tutti i modi dalla giunta Buselli. 
L'ultimo episodio con il trasferimento forzato di una dipendente che finora ha sempre fatto il suo dovere appare decisamente rozzo e sguaiato. Probabilmente da collegare all'avvicinarsi della scadenza del mandato e al terrore di venir estromessi da Palazzo dei Priori. Una possibilità molto concreta, che rischia di far perdere la testa a chi quattro anni fa aveva pensato di aver dato una svolta definitiva alla propria vita.

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