mercoledì 27 febbraio 2013

S. Chiara: chi paga i debiti

Il piano di rilancio del S. Chiara, votato da Buselli & co, ha come nodo centrale la privatizzazione dell’azienda mediante la cessione dell’attività ad una società mista a responsabilità limitata.
Nel corso della discussione gli attuali amministratori hanno dribblato su come affronteranno la questione debiti che pesano sull’ASP S. Chiara, attualmente ammontanti a 1,8 milioni di euro e destinati a lievitare a dismisura nel 2013 per la drastica riduzione della convenzione con l’ASL 5. L’unica cosa che è stata ripetuta a gran voce è che mentre in passato si sono pagati i debiti dismettendo il patrimonio immobiliare, adesso si sta facendo una scelta diversa. Quale sia questa nuova scelta resta un mistero.
In realtà la risposta la si indovina confrontando il Piano di rilancio con la delibera del CdA del S. Chiara del dicembre 2012. I debiti finora maturati assieme a quelli che matureranno da oggi fino alla costruzione di una nuova residenza assistita li pagherà l’azienda pubblica che, dopo aver ceduto la gestione della residenza ad una s.r.l, non possiederà nulla se non il residuo patrimonio immobiliare. E’ logico concludere che l’attuale ASP, rimasta titolare né di attività né di beni se non pochi immobili, farà come è sempre stato fatto: sarà costretta a venderli per pagare i debiti.
Anche il recente articolo dell’assessore Lonzi, già letto nel corso del Consiglio Comunale dell’11 febbraio, evita totalmente di chiarire la questione. Badando bene di non spiegare come l’azienda pubblica pagherà i debiti, l’assessore si limita a comporre un decalogo del passato e a tirare in ballo, in malafede, Progetto Originario, senza aver afferrato il senso di quanto abbiamo affermato. La nostra proposta mirava a far riflettere sul valore del patrimonio immobiliare ancora in mano alla Asp (stimato nel Piano Bacci in 5 milioni di euro). Non per pagare i debiti, ma per finanziare i necessari investimenti sulla futura attività senza dover ricorrere alla privatizzazione.
Vi è, però, un dato ulteriore che non può essere sottaciuto. Secondo il CdA guidato da Bacci, l’azienda pubblica S. Chiara dovrà ripianare oltre ai debiti anche le future perdite della società mista. Almeno fino a quando non sarà realizzata una nuova struttura che ospiterà la casa di riposo, fra chissà quanti anni. Insomma non solo il pubblico si accolla i debiti accumulati, ma pure quelli che accumulerà la nuova società con partner privato in futuro. La previsione innanzitutto sembra ignorare il divieto di ripianamento delle partecipate che sussiste per gli enti e per i soggetti pubblici quantomeno dal 2010. Ancor più inspiegabile è la ragione per la quale l’ASP S. Chiara dovrebbe accollarsi un obbligo di ripianamento in misura superiore alla sua partecipazione societaria. Se il pubblico avrà il 52% della nuova società, perché secondo Bacci e Buselli dovrebbe ripianarne i debiti al 100%?
Per come oggi è varato il piano di rilancio, è chiaro che si vuole in tutti i modi favorire l’entrata di un partner privato, garantendogli il pareggio di bilancio continuando a scaricare le perdite sulla parte pubblica, che in definitiva fa capo al Comune di Volterra.
Un piano che più che rilanciare l’ASP S. Chiara sembra salvaguardare il socio privato, che ben presto non potrà che avere il sopravvento sul socio pubblico rimasto ricco soltanto dei debiti.
Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento