lunedì 11 febbraio 2013

La lunga crisi del S. Chiara

Come al solito apprendiamo soltanto attraverso i giornali, per bocca del presidente Bacci, la notizia dell'attuale, disastrosa situazione di bilancio del Santa Chiara. Eppure già a dicembre, ormai due mesi fa, avevamo presentato una mozione per portare il tema dello stato di salute dell'azienda all'attenzione del Consiglio Comunale. Il sindaco, rimangiandosi l'accordo preso in conferenza dei capigruppo, per ben due volte ha cancellato arbitrariamente l'argomento dall'ordine del giorno. Evidentemente non desidera che la situazione sia trattata in sede istituzionale. Ma qui non si sta parlando di un'azienda privata, qui è in gioco la principale azienda del settore sociale della Val di Cecina, con i suoi 60 posti di lavoro e gli importanti servizi che eroga alle famiglie. Nessuno può permettersi la leggerezza di giocare a nascondino in una situazione così delicata. Pochissimi giorni prima dell'allarme lanciato da Bacci, il sindaco Buselli, sempre attraverso i giornali, diramava sul S. Chiara notizie di segno opposto, come il boom positivo dei “ricoveri di sollievo”, parlando di un'azienda capace di reagire alle difficoltà. Bacci, al contrario, descrive un'azienda “in gravissima difficoltà economica e finanziaria”, anche a causa della riduzione dei ricoveri decisa dalla Asl 5.
La sensazione è che ai problemi strutturali e congiunturali si sovrapponga una decisiva inadeguatezza istituzionale. Poiché se è vero che molte ASP sono in difficoltà in questo periodo, la rapidità con cui sembra procedere la crisi del S. Chiara è del tutto inedita. Certamente in questi ultimi tre anni è mancata una proposta valida su cui intavolare una seria trattativa tra istituzioni, mentre sui giornali leggevamo periodicamente di nuove ricette miracolistiche, tutte regolarmente naufragate. Ovviamente nessuna di queste era stata fatta passare al vaglio delle parti sociali e delle istituzioni sovraordinate. Logico che siano fallite, spesso senza muovere neppure il primo passo, come il famoso piano di rilancio votato in Consiglio Comunale dalla lista UpV e dalla Bassini.
Adesso è l'ora di smetterla con gli slogan vuoti o peggio con i “colpi di testa”. Se la ristrutturazione cui Bacci allude dalle colonne dei giornali consistesse soltanto nello scaricare per intero i costi della crisi sulle spalle del personale dipendente, sarebbe il sigillo finale di una gestione finora sbiadita, rivelatasi al dunque pericolosamente inadeguata.


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