venerdì 11 gennaio 2013

Giochi di prestigio

Recano i numeri  149, 153, 177 e 184  le  delibere comunali con le quali la giunta Buselli abbandonò la viabilità secondaria del suo territorio. Era il luglio 2011 e a sorpresa trovammo pubblicate sull’albo pretorio alcune delibere con le quali, senza l’avvio di alcun procedimento puntuale e senza il coinvolgimento dei cittadini direttamente interessati,  l’amministrazione volterrana, alla chetichella,  dichiarava  l’assenza di interesse pubblico  per le strade di Poggio Marzocchio, Rioddi, Villa, Doccia, Cerbaiola, Magiona, Vallelunga e Venzano. Tutte queste strade furono trasformate in vicinali private con conseguente avvio dello scioglimento dei consorzi stradali esistenti. Non paga, l'amministrazione Buselli  decideva che anche un tratto della strada di Sant’Ottaviano non aveva le caratteristiche per essere classificata comunale e ne disponeva la declassificazione a vicinale di uso pubblico.
Decisioni pesantissime, che furono assunte con grande superficialità e leggerezza, senza alcuna valutazione delle conseguenze per ampie parti di un territorio, spesso fragile e denso di problemi complessi, producendo ripercussioni niente affatto indifferenti per la circolazione, l’agricoltura, il turismo e per molte famiglie residenti. Alle obiezioni che vennero loro mosse, sindaco e giunta risposero con una serie di giochi di prestigio, che nella loro ottica dovevano servire per illudere gli sprovveduti frontisti e far credere loro che nulla di ciò che era stato scritto in quelle delibere fosse davvero rilevante. Si susseguirono dichiarazioni ai giornali contraddittorie, richieste di incontri di mediazione dove si prometteva di rivedere il tutto di lì a qualche giorno, qualche settimana… fino al Consiglio Comunale del 28 novembre 2011. In quell'occasione, finalmente, davanti ad una sala gremita di cittadini, tra cui i molti presidenti dei consorzi stradali, sotto il fuoco di fila delle opposizioni, il Sindaco dovette buttare giù la maschera: non intendeva rivedere quelle delibere, le strade restavano declassificate.
I frontisti più attivi e coraggiosi, consapevoli che allo scadere dei 60 giorni dalla loro pubblicazione quelle delibere divenivano definitive senza possibilità di appello, decisero di impugnarle al Tar. Si sa, i tempi della giustizia sono lunghi e difatti ancora non è stata celebrata la prima udienza, ma probabilmente a Buselli non è sfuggito il rischio che corre sotto campagna elettorale. Memore della recente sconfitta al Tar nel contenzioso con Solvay sul cantiere dei Boschini, Buselli deve aver cominciato a pensare che fosse meglio tentare di evitare altre figuracce davanti ai giudici e di conseguenza sui giornali. Dunque ha deciso di far finta che quelle delibere non esistano, riprendendo i suoi giochi di prestigio di un anno fa. Non revoca le delibere, che continuano ad essere pienamente efficaci, ma pone in essere una serie di attività che sembrerebbero in contraddizione con le decisioni formalmente assunte. Infatti, assistiamo all’apertura postuma di procedimenti che invece di anticipare le decisioni assunte, come la legge prevede, vengono proposti a valle di esse. Seguono ordini del giorno portati all’attenzione del Consiglio dalla provvidenziale consigliera Bassini che, dopo aver votato a sostegno delle improvvide decisioni di declassare le strade, muta “spontaneamente” le proprie convinzioni e chiede al sindaco il favore di ripensarci. Poi, più di recente, l'amministrazione pubblica alcuni avvisi tesi a richiedere ai cittadini se per caso, ad oltre un anno da quel Consiglio Comunale, volessero dire la loro sulle strade vicinali. Infine, e siamo all'attualità, la maggioranza si appresta a portare all’attenzione delle minoranze nuovi modelli di statuti, che da oltre un anno giacciono nei cassetti della scrivania del sindaco e dell'assessore.
Non sfugge a nessuno che un’amministrazione onesta e ragionevole che avesse cambiato idea rispetto alle proprie precedenti decisioni, sarebbe ripartita dall’inizio, cancellando gli atti di declassamento (per di più viziati proceduralmente). Questa amministrazione no. Per non voler ammettere di essersi sbagliata, lascia in piedi tutti gli atti assunti e di conseguenza lascia aperto un procedimento davanti al Tar contro molti sui cittadini. Solo per non dover ammettere platealmente i propri errori, tentando di cavarsela con i soliti giochetti di prestigio, che oramai non illudono più neppure i bambini.
L’attività fantasiosa del sindaco, però, ha un costo e anche salato. Vale la pena ricordare che per promuovere il giudizio davanti a Tar i frontisti stanno spendendo denaro delle proprie tasche e che questa amministrazione, per resistere in giudizio, ha impegnato qualcosa come 19.000 euro di soldi pubblici. Sicuramente sono denari che potevano essere utilizzati assai più utilmente in lavori di manutenzione a queste stesse strade che ormai versano in condizioni pessime.

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