domenica 13 gennaio 2013

E venne il peggio



Di solito cerco di rispondere dal giornale solo ai ragionamenti sul merito delle cose, tralasciando le insinuazioni di bassa lega. Per Barontini, appunto della lega, farò un'eccezione. Del resto ragionamenti di merito non ne leggo da tempo provenienti da parte della nuova alleanza  che dal 2011 governa Volterra (lista Buselli–UDC-La Destra-lega e PDL). Il rappresentante della lega la scorsa settimana mi ha preso di mira in un trafiletto, insinuando che la mia opposizione a Buselli potrebbe discendere da intese sottobanco col PD. Farò un'eccezione alla mia regola, dicevo, perché Barontini è un caso speciale. Lo conobbi in campagna elettorale, quando la lista civica era ancora in formazione. Da settimane venivo attaccato da componenti della destra opportunamente fomentate, tacciato di essere un “estremista no-global”. Barontini, se non erro, era all'epoca portavoce della lega per la Val di Cecina. Senza conoscermi, venne a cercarmi: si presentò, parlò della sua famiglia – il suo cognome è noto – della sua tradizione di sinistra e poi della sua definitiva scelta a favore della lega (allora partito di governo in ascesa). Aggiunse che era stato informato che “rischiavo” di prendere un certo numero di preferenze e mi propose di rappresentare il suo partito in lista civica, argomentando che in Toscana molta parte della lega proviene dalla sinistra. In cambio avrei avuto l'appoggio del partito di Bossi e la pacificazione sul mio nome di tutte le componenti del centrodestra. Ovviamente rifiutai. Non passò troppo tempo che tornò alla carica: eravamo alla vigilia di una votazione interna alla lista civica sulla mia estromissione che avrebbe aperto le porte alla destra tutta intera. Questa volta mi propose un accordo sotto traccia: non era necessaria la mia iscrizione, bastava che mi mettessi sotto la protezione della lega. Barontini sa che rifiutai di nuovo. Me la vidi da solo all'interno della lista civica. Anzi, non da solo, ma con l'aiuto del gruppo di amici con i quali mi trovo bene ancora adesso. Gente che non risponde ad ordini di partito e tanto meno a gruppi d'interesse. Vero, dunque, che l'amicizia interessata di soggetti politici (e anche economici) mi è stata offerta, e dopo di me anche ad altri di Progetto Originario. L'abbiamo sempre rifiutata. Barontini lo sa bene, perché è appunto uno di quelli che ci hanno provato. Resta un mistero, almeno per me, come faccia certa gente ad accusare altri di comportamenti che sono la loro normale prassi.
Noi abbiamo rifiutato le pastette, ma ben presto abbiamo avuto modo di osservare da vicino che fine abbia fatto la parte della lista civica che quella logica l'ha accettata. Ha trovato puntelli nell'estrema destra grazie ai quali ancora governa la città, d'accordo, ma a che prezzo? Non è rimasto nulla delle promesse elettorali e ancora meno della sua credibilità. Per non essere generico farò un piccolo esempio, tralasciando i casi più noti tipo benzinopoli. In campagna elettorale promettevamo di abbandonare la politica dei favoritismi, malvezzo attribuito alle precedenti amministrazioni. Oggi i favoritismi abitano Palazzo dei Priori più di prima. L'associazione fondata da Buselli e Moschi, SOS-Volterra, quest'anno ha ricevuto dal Comune 4.000 euro di soldi pubblici: 1.000 con delibera di Giunta 148/2012 e 3.000 con determina dirigenziale 379/2012.  Quasi tutte le altre associazioni sebbene più blasonate e meritevoli (Croce Rossa, Misericordia, Emergency, Anpi, Avis, ecc.) sono state lasciate indietro e di molte lunghezze. Evidentemente non dispiacevano i favoritismi; dispiaceva restarne esclusi. Caro Barontini, l'esperienza di questi ultimi tre anni e mezzo non mi ha fatto rivalutare le amministrazioni targate PD. Posso, però, dire a ragion veduta che l'amministrazione Buselli è riuscita a fare sicuramente peggio.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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