venerdì 7 dicembre 2012

Settimo, non rubare


Per un'amministrazione sana sarebbe buona norma correre ai ripari e adoperarsi per fare presto chiarezza, quando si insinua il sospetto che uno o più del suoi componenti possano aver approfittato della propria posizione per trarre benefici personali dai beni della collettività. Non la pensano così, però, gli amministratori del Comune di Volterra che in occasione del Consiglio sul caso benzinopoli hanno detto di no ad una commissione consiliare che facesse luce sugli abusi nell'uso delle auto e delle relative carte carburante dell'ente pubblico. Peccato, perché siamo sicuri che, lavorando con serietà, nel giro di pochissime settimane si sarebbero potuti accertare con buona precisione i fatti e forse anche tutti o quasi gli attori degli abusi acclarati e di quelli da verificare. Sentendosi in pericolo con i numeri, l'amministrazione Buselli ha messo da parte tutti gli scrupoli, preferendo sacrificare i principi di trasparenza e correttezza gestionale a favore della propria stabilità. Per cercare di divincolarsi dal dibattito in aula su un tema assai sgradito, Buselli non ha rinunciato a mettere in scena l'ennesima pantomima: i fax dei dipendenti-talpa. In realtà, i fogli sventolati da Buselli in aula, indicati come “atti gravissimi” e “dati sensibili”, altro non erano che documenti del tutto innocui: una riorganizzazione che alla data del fax era già stata pubblicata da 10 giorni e una lettera protocollata già inoltrata ad un dipendente, all'ufficio personale, all'rsu e chi più ne ha più ne metta. Insomma una vera e propria bufala alla quale qualche giornale in un primo momento ha pure abboccato. In Consiglio questo diversivo è stato usato per alzare la solita bagarre, buttando un altro po' di fango sui dipendenti e soprattutto per non rispondere alle domande più imbarazzanti su benzinopoli. Nessuno, infatti, ha inteso precisare chi, oltre a Costa, abbia compiuto i  rifornimenti pagati con la carta carburante associata alla Brava del Comune, tra i quali i due pieni di gasolio eseguiti nel 2011. Né ci è stato spiegato quali viaggi istituzionali fossero collegati alle fermate presso le stazioni di servizio in cui sono stati eseguiti i vari rifornimenti sospetti. Che dire su un'amministrazione che, dopo aver tentato tutti i mezzucci possibili per evitare il dibattito, non ha voluto fornire nessuna risposta nel merito né ha inteso tentare di portare alla luce più che probabili abusi con la nomina di un'apposita commissione? In realtà c'è poco da aggiungere, tranne forse che venerdì 9 in Consiglio abbiamo assistito ad uno dei pochi momenti della verità. Uno di quei momenti in cui si tratta di scegliere tra onestà e autoconservazione delle cariche, ovvero tra le garanzie di correttezza dovute alla città e la protezione di sé stessi e del proprio clan. La lista Buselli (col supporto di Bassini) non ha esitato un attimo. E ha scelto le seconda. 

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