martedì 15 maggio 2012

Saline, un'occasione sfruttata a metà

Peccato che il Consiglio Comunale Aperto di Zona celebrato lunedì scorso a Saline non sia stato partecipato da molti dei soggetti istituzionali invitati. L'iniziativa, che era stata proposta circa un mese fa da Progetto Originario e Sinistra per Volterra, doveva servire per illustrare i risultati di un elaborato studio condotto dai professori Cheli e Luzzati dell'Università di Pisa, dal titolo “Ricadute economiche, sociali e ambientali della Solvay in Val di Cecina”. L'occasione, non a caso, è caduta alla vigilia di importanti decisioni regionali sul rinnovo delle concessioni minerarie ad uso della multinazionale presso Saline. Molti dei sindaci e degli assessori invitati hanno fatto sapere in anticipo che non sarebbero intervenuti, perché la data non era stata concordata con l'amministrazione comunale di Volterra. Il sindaco Cerri ha aggiunto ragioni di correttezza istituzionale, visto che la lista civica Uniti per Volterra non perde occasione per attaccarlo violentemente dai giornali. Una modalità ripetuta anche alla vigilia dell'appuntamento di Saline. Qui, occorre soffermarsi un momento. Il problema non è il confronto di opinioni sul merito delle scelte relative Solvay, per le quali anche noi di Progetto Originario divergiamo di molto dalle idee espresse dal sindaco Cerri. Il problema sta nel volgere il legittimo dibattito politico in rissa, con pesanti attacchi personali e allusioni offensive. Questo “stile”, che discende dalla natura populistica di chi guida la lista civica, se può rivelarsi efficace verso un certo elettorato, resta assolutamente condannabile sul piano umano e controproducente nei rapporti istituzionali. E' evidente che simili comportamenti favoriscono l'isolamento in cui si trova il Comune di Volterra oggi. Purtroppo questa è la situazione attuale; così, un Consiglio Comunale Aperto che doveva radunare diverse amministrazioni, ha raccolto soltanto le adesioni dei sindaci di Castelnuovo e di Casale Marittimo. Avevamo proposto la serata di approfondimento di Saline per tentare di fare un passo avanti verso il ravvicinamento delle posizioni delle varie amministrazioni sulle attività di Solvay, a cominciare dai Comuni della zona. Infatti, pensavamo che la condivisione di informazioni più approfondite, attuali e accreditate potesse servire nel faticoso processo di ricomposizione di un'unità della zona, senza la quale è assai improbabile riuscire ad influenzare le scelte regionali su questa materia. Da questo punto di vista il nostro tentativo è stato in gran parte vanificato. Peccato, perché l'illustrazione dei risultati dello studio di Cheli, Luzzati e dei loro colleghi si è rivelata decisamente interessante e per certi versi sorprendente. Soprattutto per quanto attiene gli aspetti economici, spesso meno dibattuti di quelli ambientali. Perché abbiamo appreso che il valore aggiunto che l'attività di Solvay restituisce alla Val di Cecina, compresa la costa prospiciente Cecina e Rosignano, non è che il 2% rispetto alla complessità delle attività che qui si svolgono. Una quota su cui sarebbe opportuno ragionare, prima di redigere ulteriori protocolli o accordi di programma che impegnino per anni molte amministrazioni pubbliche. A valle della presentazione dello studio, il dibattito a cui abbiamo partecipato e assistito ha sicuramente risentito delle tante assenze. Tolta la possibilità di confronto tra le amministrazioni più direttamente coinvolte, è rimasto molto spazio per tante legittime recriminazioni da parte di chi vive a Saline.  

Progetto Originario, Commissione Ambiente                                         

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