lunedì 23 aprile 2012

SOS democrazia

L’intervento del presidente dell’associazione SOS Volterra, Alberto Chiodi, non lascia dubbi. E’ l'illustrazione del suo ben misero concetto di democrazia, che rafforza i dubbi sulla buona fede dell’associazione fondata dal sindaco. Chiodi dichiara che è stata fatta di proposito la scelta di evitare i confronti pubblici per l’organizzazione della manifestazione per l'ospedale, perché dice: “sarebbero scaturite altre bavose polemiche e una grossissima perdita di tempo”. A parte il gergo alla Calderoli, il concetto espresso è chiaro: trasparenza e democrazia sono robaccia e perdita di tempo. Il presidente di SOS prosegue, affermando di aver rinunciato ad un incontro con le forze politiche perché “sarebbe stato compito abbastanza arduo dato il poco tempo a disposizione” e poi “sarebbe nata solo tanta confusione”. Non solo quindi la democrazia fa perdere tempo, ma è pure generatrice di confusione. Ah, caro lei! Come sarebbe tutto più facile, più pulito, se uno solo decidesse per tutti... Nella stagione della democrazia sospesa, del governo-tecnico, si sentiva il bisogno della “piazza tecnica”. Mancava.
Ci ritroviamo dunque a dover spiegare perché in questi casi la democrazia serva. Serve, perché esprime un concetto di comunità più alto, che include anche il diritto alla copertura sanitaria per tutti. Serve perché la sanità non riguarda solo un'associazione, o un gruppo di persone e nemmeno i soli operatori ospedalieri. Riguarda tutti. Se vuole guardarla sotto un profilo più terra terra, Chiodi, serve anche per rendere più plurale ed incisiva una legittima protesta. Sia chiaro, infatti, che riteniamo legittime le richieste e le rimostranze degli operatori e degli utenti. Aggiungiamo che ci fa piacere che alcuni operatori abbiano deciso di mettersi in gioco direttamente per difendere non solo il loro posto di lavoro e la loro dignità professionale, ma anche il servizio che rendono alla collettività. Per anni abbiamo denunciato, talvolta in pochi, i rischi che correva il nostro ospedale e il sistema sanitario dell'Alta Val di Cecina. Adesso che le fosche previsioni si stanno avverando purtroppo, gli operatori fanno bene a muoversi. Attenti però alle strumentalizzazioni. Presidente e vicepresidente di SOS Volterra hanno un bel gridare “non vogliamo i partiti!”, avendo la tessera del partito del sindaco in tasca. Un filo di contraddizione affiora.
Il metodo difeso da Chiodi non a caso aderisce appieno a quello del sindaco. Un sistema che non ci stancheremo di rigettare. Perché non opera in modo trasparente. Perché elimina il confronto. Perché tende ad alzare gli steccati, piuttosto che abbatterli. Perché esclude, anziché includere. Sicuramente il confronto sul protocollo per le politiche sanitarie in Alta Val di Cecina potrebbe infastidire qualcuno. Che si troverebbe a dover rispondere a interrogativi imbarazzanti. Infatti, siamo in molti a pensare che il protocollo d’intesa, siglato dal sindaco e dal direttore generale della ASL 5, abbia prodotto come immediata, infausta conseguenza la soppressione delle reperibilità ostetrica e pediatrica, quindi l’azzeramento definitivo del settore materno-infantile. Ora quel protocollo renderà possibile, anzi imminente, lo spostamento della cardiologia in medicina generale, con la conseguente perdita di personale. E' buono un accordo se consente questi tagli? Forse sarebbe opportuno parlarne in assemblea pubblica.
Comunque la si pensi, riteniamo che non si possa rinunciare in nessun caso al metodo democratico, in particolare quando si parla di sanità. Se la sanità, l'ospedale, i servizi sul territorio sono beni di tutti, allora occorre includere tutti. Anche quelli che hanno opinioni diverse, anche le controparti. Nient'altro che l'ABC della democrazia. Puro e semplice.
Commissione Sanità - Progetto Originario

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