lunedì 2 gennaio 2012

Saline, Solvay e Puretta

Il giorno 23 mi è stato comunicato che sulla pagina Facebook del sindaco Buselli è apparso un commento critico agli esiti della Conferenza dei servizi tenutasi in Regione il giorno prima sul tema delle concessioni minerarie passate dai Monopoli di Stato a Solvay. Da quanto è dato capire dall'esternazione di Buselli, la Conferenza dei servizi avrebbe modificato i termini della precedente Valutazione d'Impatto Ambientale del 2004, in modo tale da scavalcare la sentenza del TAR della Toscana che un anno fa di fatto congelò lo sfruttamento delle concessioni minerarie denominate “Cecina” e “Poppiano”. Appresa la notizia, ho immediatamente richiesto via e-mail al sindaco Buselli il testo del verbale della Conferenza dei servizi a cui fa riferimento, per poter capire nei dettagli i termini della questione. Al momento in cui scrivo sono passati 5 giorni dalla richiesta e non ho ancora ricevuto risposta. 
Da anni sostengo che nell'interesse della zona vada ridefinita l'attività Solvay in Val di Cecina, partendo da presupposti diversi da quelli attuali. Fino ad adesso la Regione Toscana ha operato in plateale appoggio alla società belga, rinunciando a svolgere un sano ruolo di governo imparziale, a scapito delle funzioni di tutela e garanzia nei confronti del patrimonio ambientale e dei cittadini di questo territorio. Molte altre Amministrazioni Pubbliche seguono la stessa linea. Infatti, il sindaco Buselli ha dichiarato che in sede di Conferenza dei servizi il Comune di Volterra è stato l'unico soggetto istituzionale che si è opposto a dare il via libera allo sfruttamento delle concessioni poste intorno a Saline. Nel caso specifico, però, il sindaco e la Giunta non sono costretti a subire passivamente le decisioni della Regione. Se il sindaco è sincero quando si dichiara contrario allo sfruttamento selvaggio delle concessioni, può ancora far valere lo volontà dell'Amministrazione comunale. Egli, infatti, sa bene che la chiave di volta della situazione è il recente progetto del cavo di Puretta. Solvay e la Regione Toscana intendono sostituire le prescrizioni vincolanti sull'uso dell'acqua previste dal pronunciamento V.I.A. 2004 con l'impegno per Solvay a  cofinanziare il progetto di Puretta. Aggirando a questo modo – non senza qualche forzatura - la sentenza del TAR che oggi ha fermato i lavori in due concessioni su tre. L'Amministrazione Comunale di Volterra ha scritto nero su bianco nel suo programma elettorale che avrebbe cercato in ogni modo di rendere sostenibile lo sfruttamento delle concessioni minerarie presso Saline. Non posso sbagliarmi su questo, visto che ho scritto di mio pugno quella parte di programma. Sulla base degli impegni assunti verso i propri elettori, l'Amministrazione è dunque pienamente legittimata a rimettere in discussione il progetto di Puretta, dato che questo adesso cozza ufficialmente con gli indirizzi politici assunti verso Saline e il territorio limitrofo. Tale progetto, infatti, deve ancora ottenere l'approvazione dell'Ufficio Tecnico del Comune di Volterra. Senza la quale non andrebbe in porto. Dunque il sindaco avrebbe la fortuna di possedere lo strumento idoneo per smontare l'intera impalcatura tecnico-istituzionale che gli uffici della Regione hanno imbastito per consentire a Solvay di utilizzare a pieno regime le concessioni minerarie provenienti dalla Salina di Stato. Bisogna capire ancora se l'Amministrazione Comunale ha intenzione di fare sul serio. Rinunciando ad ascoltare il canto delle sirene di alcuni influenti gruppi di pressione che su Puretta puntano decisamente, per motivi probabilmente diversi dal fabbisogno idrico. In tal caso, troverebbe il sicuro appoggio del gruppo di Progetto Originario. Gli esiti del Consiglio Comunale del 20 dicembre scorso purtroppo forniscono indicazioni diverse. Evidenziano che l'attuale maggioranza è disposta a combattere la battaglia per Saline soprattutto su Facebook e sulla carta stampata. Ogni qual volta è entrata in ballo Puretta, però, il sindaco si è velocemente rimesso in riga. Almeno fino ad oggi.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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