sabato 6 agosto 2011

Un dibattito mai nato

I recenti tagli all'ospedale di Volterra rientrano nel filone ormai consolidato della progressiva e continua erosione dei servizi sanitari di questa zona. A seguito della riduzione opportunità di lavoro in Val di Cecina e con il conseguente, drastico ridimensionamento della popolazione locale, sono state erosi anche tanti servizi e con essi le capacità di risposta del presidio sanitario volterrano. Un fenomeno preoccupante e grave che va a colpire uno dei principali diritti del cittadino: il diritto ad essere adeguatamente curato in caso di bisogno. L'argomento è quantomai serio e avrebbe meritato almeno un serio dibattito; che la Asl 5 e le forze politiche legate all'Amministrazione Regionale non vogliono neppure lontanamente affrontare. Per evitare un argomento scomodo, spesso la ribellione contro i tagli viene bollata come demagogia, mettendo tutto nel medesimo calderone. Occorrerebbe chiedersi perché mai l'argomento dei tagli alla sanità è invece uno dei più caldi non solo in Italia ma anche in Europa, dunque? Dovunque è considerato un tema scottante perché, nel bel mezzo di una crisi economica così grave, la tenuta dei sistemi sanitari è un nodo politico centrale. A nostro avviso, aree periferiche e poco popolate come la nostra a maggior ragione dovrebbero almeno tentare di dire la loro in un momento come questo. Per non dover assistere ancora a scelte già prese sulla propria testa da altri. In questi giorni ci risulta venga ulteriormente ridimensionato il raggio di operatività del laboratorio di analisi, per esempio, nel più perfetto silenzio. Non siamo tra coloro che ritengono che il servizio sanitario offerto dalla Regione  Toscana sia da buttare, anzi. Sappiamo che nel panorama italiano molte regioni stanno peggio di noi. Riteniamo, però, che anche in Toscana vi siano seri problemi su cui sarebbe opportuno discutere: problemi più seri di quanto l'amministrazione regionale voglia ammettere. Per esempio,  riteniamo che, negli anni, il progressivo taglio dei posti letto sia stato spinto troppo in avanti, tanto che oggi con 3,85 letti ogni mille abitanti abbiamo segnato un record negativo. E' vero che la diminuzione dei posti letto rientra in un trend nazionale (vedi accordo Stato Regioni del 2009, art. 6), ma è anche vero che la Toscana ha spinto molto in anticipo sul pedale dei tagli rispetto ad altre regioni virtuose come l'Emilia Romagna che conserva un indice di posti letto del 4,2 per mille abitanti a fronte di un bilancio economico in equilibrio. E del grave buco di bilancio della Asl 1 di Massa Carrara di circa 250 milioni di euro, ne possiamo discutere senza pregiudizi? Si dice che potrebbero emergere ulteriori casi analoghi in altre Asl della Toscana. Se questa ipotesi fosse confermata, sarebbe ragionevole colmare i deficit continuando a tagliare i servizi sanitari di base, senza mettere neppure minimamente in discussione altre spese? Per esempio le spese sul “mattone sanitario”, a cominciare da quella che viene definita la più grande operazione di “project financing applicata alla sanità, sulla base di un bando di gara da 421 milioni per selezionare le imprese che si aggiudicheranno la costruzione dei nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato”. Un'operazione ciclopica che mette a bando anche la gestione ventennale dei servizi non ospedalieri, per un valore di 2 mila miliardi di euro. Secondo l'Irpert la diminuzione del benessere in Toscana, in comparazione con le altre regioni, ha registrato un peggioramento a partire dal 1995. Non sarà ora di fermarsi un poco a ragionare se la strada imboccata è quella giusta?

Commissione Sanità, Progetto Originario

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