martedì 12 luglio 2011

Per amore dei numeri



Quelli che sono sempre pronti a fare carte false pur di magnificare il governo della Regione in questi ultimi tempi fanno finta di credere che la soppressione del reparto di ostetricia sia dovuta all'esiguità del numero dei parti registrati negli ultimi sei mesi. Si tratta di un pretesto patetico e palesemente falso perché il modello messo in atto in questi ultimi anni stabiliva il principio della rete tra gli operatori ginecologi di Pontedera e Volterra, consentendo di annoverare nel numero dei parti l'insieme eseguito nei due ospedali, i 1200 all'anno di Pontedera più i 70 di Volterra. Il modello della rete tra i due punti nascita fu già predisposto nel 2004 dal direttore generale, Cravedi, pur se osteggiato da alcuni medici ginecologi di Pontedera, che arrivarono a scrivere una lettera di protesta dai toni paleocorporativi alla Asl 5. Oggi molti fingono di non ricordare che il nostro sistema si è basato, con indubbi vantaggi, sulla rete tra presidi, perché in realtà i tagli previsti servono alla Asl 5 per perpetrare la proverbiale politica di ristrutturazione economica ai danni del presidio ospedaliero più periferico presente in provincia di Pisa; quello di Volterra appunto. L'eliminazione del punto nascita, infatti, viene obbligatoriamente accompagnata dalla soppressione del reparto aperto 24 ore su 24, che interromperà di colpo anche i ricoveri ginecologici di qualunque tipo. Del resto, come è stato spiegato in altri precedenti interventi, lo scopo vero della Asl 5 è tagliare ulteriormente le spese di personale e ciò può verificarsi principalmente sopprimendo i reparti aperti a ciclo continuo. In fondo si tratta del vecchio modello che il Comitato per la difesa dell'ospedale di Volterra aveva denunciato anni fa: ospedali come il nostro nelle intenzioni della Regione dovranno essere trasformati in un pronto soccorso accompagnato da qualche ambulatorio e al massimo da un repartuccio di bassa qualità di medicina generale destinato per lo più al ricovero di pazienti anziani: una struttura molto più economica, ma che non potrà certo dirsi un ospedale. I tagli erano previsti da anni, ma oggi nell'agenda politica regionale sono divenuti urgenti e inderogabili per il forte sbilanciamento dei conti registrato dalla sanità toscana. Infatti il bilancio 2009 ha fatto registrare una perdita complessiva delle Asl di 300 milioni di euro, in cui spicca il caso della Asl 1 di Massa Carrara dove è emerso improvvisamente un deficit di 220 milioni circa. All'inizio di una terribile stagione di tagli, costretti a fare i conti coi numeri, pensiamo che da qui occorra cominciare per fare chiarezza con la matematica. Finora la Regione Toscana vantava bilanci della sanità in pareggio, purtroppo fasulli. Il buco della Asl 1 di Massa pare sia andato allargandosi nell'arco di un decennio in cui i conti ufficiali sarebbero stati alterati ad arte. Il direttore generale della Asl 1, dr Scarafuggi, avrebbe gravi responsabilità così come il collegio dei revisori dei conti, assai inadeguato o compiacente; ma non bisogna mai dimenticare che in Italia è la classe politica, per mezzo degli assessori alla sanità o dei presidenti di Regione, che – purtroppo - nomina i managers sanitari. Quindi il presidente Rossi, per dieci anni assessore competente, non può chiamarsi fuori dalle responsabilità avendo nominato direttamente personale dirigenziale di propria fiducia. Si teme già per i prossimi bilanci 2010 e 2011 e c'è chi sussurra di altri casi analoghi a Massa che potrebbero verificarsi nella Asl 6 di Livorno e in quella di Pistoia. Intanto il “risanamento” è cominciato principalmente ai danni degli ospedali minori, quelli ricadenti in aree abitate da numeri abbastanza contenuti di elettori. La risposta prevedibile potrebbe risultare, però, ancora sbagliata se farà ricorso alla solita ricetta: aumento del dirigismo e maggior controllo politico sul sistema. Si ricordi che nell'arco del solo anno 2010, a fronte del totale blocco delle assunzioni del personale sanitario, in smaccata controtendenza i dirigenti vennero aumentati del 9% (dati Cisl). Concludiamo riportando le recenti considerazioni diramate dal “Circolo tematico Diritto alla Salute Rosa Parks”, di Massa Carrara, l'area messa particolarmente sotto torchio per il pesante buco nel bilancio della sua Asl: “Il servizio sanitario della nostra provincia sta conoscendo uno sconquasso che solamente eufemisticamente potremmo definire preoccupante: reparti e servizi che scompaiono da un giorno all'altro perché oggetto di semi accorpamenti, prestazioni ridotte con la creazione di disagi per il trasferimento di alcune funzioni ad altre Asl o Aziende ospedaliere (come ad esempio sta succedendo per dermatologia), operatori del settore costretti a fare i salti mortali per garantire livelli di efficacia ed efficienza degni di essere tali, interi reparti (ad esempio psichiatria) che hanno difficoltà ad attuare il programma terapeutico per scarsità di farmaci; intere popolazioni costrette a sobbarcarsi viaggi di oltre 50 chilometri per poter partorire; distretti socio-sanitari in sofferenza a causa della carenza di personale; accertamenti diagnostici e clinici caratterizzati da liste di attesa abnormi; senza parlare poi dei pronto soccorso intasati all'inverosimile, con tempi di attesa francamente inaccettabili... tutto questo mentre la Regione e il (nuovo) direttore generale (De Lauretis) continuano a sbandierare ai quattro venti che non ci sono disagi se non marginali e, per così dire, fisiologici per i cittadini. Mentre a fare le spese di una situazione paradossale e insostenibile sono soprattutto le fasce più deboli e disagiate.”.

Progetto Originario – Lista Civica

Nessun commento:

Posta un commento