venerdì 3 giugno 2011

Punto Nascita: chi doveva monitorare il progetto?

Chi, sfogliando le pagine di un giornale, non apprezzerebbe un Sindaco (o meglio tre) che con la fascia tricolore scende in piazza per difendere un servizio essenziale come il Punto Nascita? Se poi però si comincia ad analizzare più a fondo la questione, ci si accorge facilmente come si tratti solo di un’operazione di facciata. Dei tre anni di sperimentazione del progetto di Parto Naturale in Val di Cecina affidato al Dott. Srebot (iniziato nel luglio 2008 e che si completerà il 30 giugno 2011), due sono trascorsi sotto l’amministrazione Buselli. Tra gli impegni presi nel tavolo tecnico che dette vita al progetto, c’era il costante monitoraggio del progetto da parte di tutte le istituzioni coinvolte: ASL, sindacati, Società della Salute, Sindaci e Amministrazioni locali.
Quali sono i risultati di questo costante monitoraggio? Nessuno. Perché il Sindaco non si è preoccupato di informare puntualmente la cittadinanza sull’andamento del progetto? E se non lui, chi era il soggetto che avrebbe avuto il dovere di controllare e informare i propri concittadini?
Alle mie domande sul futuro del Punto Nascita il Sindaco è sempre stato evasivo, o perfino mi ha redarguita puntualizzando che non era il Comune a dover  dare delle risposte ma la ASL, arroccandosi sul suo impegno nelle sedi istituzionali e per la firma dei tanti protocolli di intesa, che altro non sono che dichiarazioni di intenti gratuite. Mi chiedo come sia possibile che il Sindaco Buselli senta la necessità di richiamare tutto ad un tratto la movimentazione popolare, ad un mese della fine del progetto e solo a seguito della solite indiscrezioni apparse sulla stampa sulla ipotetica chiusura del Punto Nascita nonché del pungolo di Progetto Originario e di alcuni cittadini. Il Sindaco
si sveglia solo adesso ed improvvisa in pochi giorni un presidio a cui partecipano 35 adulti. Mi chiedo a cosa serva, se non a farsi fotografare con la fascia tricolore e una culla in mano per finire sui giornali in veste di paladino del diritto alla salute. Da un Sindaco e Presidente della Società della Salute francamente pretendo qualcosa di più. Lo pretendo come cittadina. Come lo pretendeva anche lui stesso ai tempi della lotta del Comitato Ospedale dal suo predecessore. Pretendo che porti risultati concreti o che informi per tempo la cittadinanza delle difficoltà incontrate. Che promuova azioni istituzionali per scongiurare i tagli. E solo in ultima istanza, dopo averle provate tutte,  tenti, se necessario, di catalizzare tutte le forze politiche e sociali disponibili, per giungere anche ad una mobilitazione di massa ma che possa davvero risultare incisiva. Me lo aspetto in tempi adeguati che consentano  di poter  fare qualcosa di utile. Non ad un mese dalla fine della sperimentazione.

Mi chiedo se il Sindaco non sappia già da un po’ tempo quale sarà l’epilogo di questa vicenda e cerchi adesso solo un appiglio per tentare di salvare al faccia,  distraendo l’attenzione dalla responsabilità  che il suo ruolo di Sindaco e di Presidente della Società della Salute gli impongono. Spero vivamente di sbagliarmi e che sia ancora possibile quella concertazione con i vertici della ASL di cui parla il Sindaco, per poter consentire al progetto di andare avanti e di consolidarsi. O che, nonostante il tempo perso, ci sia ancora modo di rimettere in moto una mobilitazione popolare vera e sentita, come quella nata dal basso che scongiurò nel 2007 la chiusura definitiva del Punto Nascita di Volterra. Il cui mantenimento, almeno in teoria, dovrebbe rappresentare uno dei punti essenziali del programma di governo dell’Amministrazione Buselli.

Manola Rosa

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