venerdì 17 giugno 2011

L'infaticabile pendolo di Rifondazione

La posizione di Rifondazione Comunista sulla questione della chiusura del Punto Nascita arriva dopo un periodo di silenzio che non sapevamo come interpretare. Una volta letto il comunicato del gruppo politico di Cucini ci è stato subito chiaro che il silenzio altro non era che una lunga pausa del periodo oscillatorio dopo il quale il pendolo di Rifondazione stavolta si è fermato sulla bocciatura del Punto Nascita volterrano. E con questo è la quarta volta (ma può darsi ci sfugga qualche oscillazione intermedia) che cambiano idea sulla questione della gravidanza e del parto in Val di Cecina. Nel 2003, spronati dal Forum Sociale, presero posizione contro la chiusura del reparto materno infantile, annunciando solennemente, in un apposito consiglio comunale aperto, la loro contrarietà ad ogni ipotesi di penalizzare i più fondamentali diritti per la salute. Verso la metà del 2004, appena rientrati in consiglio comunale dopo le elezioni amministrative, intesero invece lasciare passare le decisioni che stavano per essere prese sui tagli al servizio non opponendo alcuna resistenza ai tentativi di chiusura. Il reparto, però, restò comunque aperto, perché ben presto il direttore generale di allora, Cravedi, mutò opinione in considerazione dei rischi collegati alla notevole distanza che separa Volterra dagli altri ospedali. Nel 2007, cambiato il vento in città e soprattutto sulla scia delle 5000 firme raccolte per scongiurare la chiusura del Punto Nascita, il partito di Rifondazione tornò invece a fare fronte contro i tagli, partecipando con tanto di bandiere al vento alla manifestazione di piazza per mantenere integro l'ospedale. Oggi, rivedendo per l’ennesima volta la propria posizione, Rifondazione si riallinea docilmente ai desideri della direzione della Asl 5 e del PD locale, giustificando l'annunciata chiusura del Punto Nascita. In questo caso il partito di Cucini mente sapendo di mentire, affibbiando alle donne della Val di Cecina la colpa del fallimento del progetto sperimentale sul parto naturale condotto dal dott. Srebot. Richiamando per di più l'abusato spauracchio della mancata sicurezza, come fece a suo tempo l'ex assessore regionale Enrico Rossi. Tutti questi cambi di rotta rafforzano l’opinione che Rifondazione sia sempre stata pronta a cambiare idea sull’ospedale a seconda dell’opportunità politica del momento. Nel 2007 fu politicamente conveniente scendere in piazza e tentare di mettere il cappello del partito su una grande manifestazione popolare, quando moltissimi volterrani sembravano ben decisi a difendere il loro presidio. Ma oggi conviene invece mettersi al traino delle decisioni della direzione generale della ASL 5, visto che la resistenza a difesa della sanità locale sembra più disorientata che in passato. Questo accade mentre lo stesso partito di Rifondazione, a Pontremoli, nella stessa identica situazione, ha continuato a difendere strenuamente il Punto Nascita. Ma qui da noi, di fronte alla repentina chiusura di un intero reparto senza contropartite, RC risponde che la perdita di questo servizio per loro risulta essere “ il modo per assicurare al meglio il servizio di assistenza sanitaria e sociale ai cittadini di questa zona”. Singolare punto di vista. Togliere alle donne della Val di Cecina la possibilità di partorire a Volterra, in un ambiente professionale che impiega gli stessi operatori che si trovano a Pontedera, per costringerle con le loro famiglie a frettolosi e onerosi spostamenti è considerato un miglioramento sociale oltreché sanitario. Siamo curiosi di capire come evolverà ulteriormente il concetto di assistenza sanitaria e sociale nel futuro di RC. Alla prossima oscillazione del pendolo la risposta.
Commissione Sanità - Progetto Originario

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