venerdì 8 aprile 2011

Sperare e far di conto

Intanto sgombriamo il campo dalle false informazioni. Commentando il Consiglio Comunale sul bilancio 2011, il direttivo di Uniti per Volterra, Marco Costanzi con altri sostenitori di Antonella Bassini e perfino Piero Fiumi hanno parlato a sproposito del rischio di commissariamento per l’amministrazione. In realtà i termini per l’approvazione scadono soltanto il 30 Giugno, quindi se il bilancio fosse stato bocciato semplicemente avrebbe dovuto essere ripresentato nei prossimi mesi rivisto e corretto, senza l'intervento di alcun commissario. Ma entriamo nel merito dell'argomento. Il bilancio previsionale per l'anno 2011, approvato dal gruppo di Buselli con l’ausilio di Antonella Bassini, soffre di molte debolezze, ma principalmente presenta due gravi difetti. E' del tutto irrealistico nel capitolo sugli investimenti e manca di una seria programmazione anche soltanto a medio-breve termine. Intendiamoci, esiste la difficoltà oggettiva dei minori trasferimenti dallo Stato centrale che impone tagli o altri sacrifici, tradotti qui da noi certamente in sforbiciate a molti settori ma anche in un aumento delle tariffe e delle tasse. E’ vero anche che i conti del Comune di Volterra risentono di problemi cronici e complessi, come l'eccesso di spesa corrente (le spese di gestione ordinarie) a fronte di fondi esegui destinati agli investimenti, ma proprio per questo sarebbe servita maggiore lucidità e lungimiranza. Mitigare la spesa corrente doveva essere l'obiettivo prioritario per liberare risorse da impiegare in investimenti utili alla città. Operazione sicuramente non facile, ma da intraprendere urgentemente mettendo in campo una serie di operazioni mirate da portare avanti nel tempo. Cito un progetto che conosco perché lo seguii personalmente. L’inserimento di pannelli solari sul tetto della piscina comunale ridurrebbe le spese di riscaldamento della struttura di circa 35 mila euro all’anno. Questo progetto (coofinanziato dalla Fondazione CRV) purtroppo ha ricevuto nel bilancio 2011 solo 30 mila euro, quando ne occorrerebbero ulteriori 80 mila. Il che significa non volerlo fare. Esisteva la possibilità di puntare su interventi simili, volti a ridurre strutturalmente le spese di gestione per liberare risorse. Invece, si è scelto di sostenere progetti puramente decorativi, quelli di maggiore visibilità per l’amministrazione ma che lasciano i problemi intatti. Ad esempio, molta parte del nostro acquedotto versa in condizioni critiche e avrebbe bisogno di investimenti urgenti, ma nel bilancio 2011 una percentuale altissima (il 73%) dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione non sarà destinata ad “urbanizzare” il territorio laddove servirebbe, ma (di nuovo) a finanziare la spesa corrente comunale. Malauguratamente è prevalsa la voglia di apparire a danno della concretezza. Come rimarcato lucidamente da Luigi Cocucci, la maggioranza ha presentato al Consiglio un bilancio accompagnato da un Piano delle opere pubbliche improvvisato e irrealizzabile. In cui la priorità è assegnata a progetti non di stretta necessità, tipo una nuova pensilina in Piazza della Dogana (65.000 euro) o lastricare la piazza appena riasfaltata di Villamagna (130 mila euro). Interventi che in tre anni complessivamente costerebbero oltre 10 milioni di euro, da sommare agli impegni già assunti nel recente passato e ancora inevasi che richiedono spese aggiuntive di altri 5 milioni di euro. Più di 15 milioni di euro di lavori dunque, quando il Patto di Stabilità (che è legge dello Stato) oggi non consente al Comune di spenderne più di 650 mila nel 2011 e 800 mila negli anni successivi. E, si badi bene, che quest'anno 600 mila sono stati spesi già a Marzo, lasciandone solo 50 mila per i restanti 9 mesi. Il rischio di infrangere il Patto di Stabilità è quindi molto serio, con conseguenze gravi. Ben peggiori del commissariamento temporaneo, paventato così inopportunamente  da tanti commentatori poco informati. Durante la seduta sul bilancio, abbiamo chiesto più volte agli esponenti della maggioranza come pensavano di colmare il baratro tra la cifra impegnata complessivamente (15 milioni) e quella fissata dai limiti del Patto, che in tre anni dovrebbe aggirarsi sui 2,3 milioni circa. A questa domanda desolatamente nessuno ha saputo rispondere. 
La scarsa capacità di programmazione si evince, poi, in maniera particolarmente evidente nel bilancio approvato, leggendo le previsioni per le entrate del Titolo IV (alienazioni e trasferimenti di capitale) nel triennio a venire. Mentre per l’anno in corso si è dovuto computare un’entrata realistica, pari a 1,3 milioni circa, nel biennio successivo la fantasia ha rotto gli argini, con previsioni di oltre 8 milioni. Questo per dare, solo e soltanto sulla carta, copertura economica ad opere pubbliche tanto faraoniche quanto irrealizzabili. Ricalcando comportamenti spesso rimproverati alle passate amministrazioni. Semplicemente il costoso progetto dei Cappuccini è stato sostituito da altre chimere analoghe, come il parcheggio sotterraneo lungo viale Trento e Trieste o il secondo lotto del PIP di Saline o il centro fiere agli ex macelli. In passato avevamo molto discusso sulle opere da farsi. L'idea mia e di altri era diversa: puntare su pochi ma concreti investimenti condivisi, lasciando in disparte le operazioni troppo spericolate e accantonando le tante, troppe idee dell'ultimo minuto, che impegnano a lungo (e spesso a vuoto) le risicate risorse di personale comunale. Tanti progetti ipotetici equivalgono a tanti titoloni sui giornali, ma anche ad altrettante illusioni.
Parlando del suo Piano per le opere pubbliche, l’assessore Moschi in Consiglio Comunale ha affermato che l’amministrazione ha inteso scrivere un libro di speranze. Ma anche le speranze debbono confrontarsi sul terreno della realtà e sulla capacità di fare i conti. Altrimenti non rappresentano speranze concrete, ma il preludio di dissesti fin troppo prevedibili.
 

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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