venerdì 28 gennaio 2011

RISPOSTA AD UNA CURIOSA RICHIESTA DI DIMISSIONI di Luigi Cocuccci

Vorrei, prima di tutto, chiedere scusa ai cittadini per lo squallido spettacolo a cui sono costretti ad assistere, situazione che, mio malgrado,  ho contribuito a generare decidendo di buttarmi nell’avventura della Lista Civica, convinto che potesse essere la strada giusta per rilanciare la nostra città. Purtroppo il progetto che avevamo in mente è stato completamente sovvertito.  Sento, però, anche il bisogno di ringraziare tutti coloro che in questi giorni mi hanno dimostrato affetto e solidarietà, comprendendo il grottesco tentativo di strumentalizzazione che è stato architettato nei miei confronti, tirando in ballo anche la mia famiglia e gli affetti a me più cari. L’abbiamo già sperimentato, chi ragiona con la propria testa deve essere allontanato mentre gli ubbidienti vengono premiati.
Il tentativo di linciaggio mediatico che è stato messo in atto nasce proprio dalla contrapposizione, non tanto con l’effimera politica di Buselli, che vive con tutte le sue insicurezze condite dalla fobia della stampa, quanto con Moschi e Orsi che erano, e probabilmente sono tutt’ora, al timone del governo cittadino.
Purtroppo per loro eliminare me, a differenza di coloro che ingiustamente sono stati allontanati finora, è un po’ più difficile. Non è sufficiente una lettera di licenziamento fatta firmare dal Sindaco per mettermi alla porta. Il Consiglio Comunale è l’espressione del voto dei cittadini, se uno degli eletti dovesse lasciare, questo modificherebbe l’assetto del Consiglio stesso, alterando l’esito delle elezioni. A meno che per far posto a Bruni non si dimetta Moschi, in questo caso, essendo tutti e due U.D.C., non cambierebbe granché.
Avevano provato a “farmi fuori” dal Consiglio Comunale con le buone, offrendomi la poltrona di amministratore unico di ASAV, ma rifiutai. Strano che fino al mese scorso fossi idoneo a ricoprire deleghe importanti (trasporti pubblici, strade consorziate e manutenzioni) e perfino dirigere un’azienda strategica per la Val di Cecina ed oggi, invece, venga dipinto come l’origine di tutti i mali.
La questione del parcheggio “La Dogana” non sarei io a doverla discutere ma per rendere onore alla verità qualche parola è dovuta. L’opera in questione venne realizzata con un regolare bando pubblico al quale parteciparono più ditte. Le regole furono uguali per tutti. Vinse il progetto più ambizioso, rischioso e costoso, tanto che nessuno credeva che l’opera potesse essere completata. In città erano tutti convinti che la cordata vincente si dirigesse verso un sicuro fallimento. In realtà ci mancò poco. Il Comune, una volta chiusa l’operazione, sarebbe rimasto proprietario del 7% circa della struttura. Non solo, contestualmente, il Comune pubblicò un bando che permise  a tutti coloro che ne fecero richiesta di comprarsi il posto auto ad un prezzo “politico”, concordato con l’amministrazione. Come di fatto avvenne. Dunque non è stata regalata nessuna opera pubblica, è stato concesso un diritto di sfruttamento del sottosuolo a chi ha vinto una gara pubblica,  rischiando il proprio capitale. Se il Comune decidesse di vendere un terreno e l’acquirente ci costruisse un albergo o una qualsiasi altra attività, si potrebbe parlare di opera pubblica regalata dal Comune? 
La verità sulla questione  parcheggi è che l’assessore Moschi non ha mai portato l’argomento all’attenzione della Giunta; sembra che ne abbia parlato spesso nelle hall degli alberghi e nei salotti a casa di amici, sembra anche che sponsorizzasse un noto imprenditore locale caldeggiando la sua partecipazione non solo all’ipotetica società che avrebbe dovuto realizzare e gestire le opere, ma anche per la fornitura di materiali.  Di  certo non ha mai portato in Giunta un documento ufficiale. La sua incapacità amministrativa è sempre stata mascherata scaricando la colpa sugli altri. Lo ripeto in maniera inequivocabile: Moschi non ha mai portato un piano parcheggi, mai uno straccio di progetto neppure alla stadio preliminare, prova ne sia che agli atti del Comune non esiste nulla.
D’altronde che non fosse adeguato al ruolo di amministratore lo avevamo capito pochi mesi dopo l’insediamento, quando portò in Giunta il Bilancio senza averlo concertato con nessuno se non con il suo consulente Orsi. Il lavoro in questione tagliava i fondi alla cultura, alle associazioni e (guarda alle volte le coincidenze) alle “mie” manutenzioni. Per contro, metteva a disposizione del suo assessorato alle opere pubbliche circa 120.000,00 euro, “soltanto” per consulenze. Un bilancio che risultò così malfatto da generare uno scaricabarile tra Sindaco, Moschi e Orsi, finchè la responsabilità venne fatta ricadere sull’incolpevole dirigente Biagiotti.
Subito dopo, scavalcando come sempre la Giunta, cercò di affidare direttamente il progetto di ampliamento del museo all’ ex dirigente del settore tecnico del comune di Camaiore.  L’ingegnere in questione, per chi non lo sapesse, venne arrestato per un giro di tangenti dalla Procura della Repubblica nell’ambito “dell’operazione affari sporchi”. I  reati che vennero contestati dagli inquirenti andavano dalla corruzione, alla turbativa d'asta, dal falso ideologico all'abuso d'ufficio in concorso e continuato, a partire dall'anno 2004. Il tecnico gli era stato segnalato da una ditta locale che se ne avvaleva abitualmente e ne garantiva la professionalità, dimenticando che vi è una differenza notevole tra spendere i soldi propri e quelli pubblici.
Chiudo con un piccolo pensiero, se davvero fossi stato in grado di condizionare l’operato dell’Amministrazione, che motivi avrei avuto di rimettere le deleghe e prendere le distanze per fondare Progetto Originario? Comunque voglio rassicurare tutti: la mia lettera di dimissioni vi arriverà ad ore. Ma solo dalla lista civica o da quel poco che ne resta.  


 LUIGI COCUCCI

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