venerdì 28 gennaio 2011

DUE CHIACCHIERE CON LUIGI di Fabio Bernardini

Caro Luigi, questo non è un attestato di solidarietà. So che hai le spalle grandi, e poi sai già di poter contare su di me: fra noi non c’è bisogno di convenevoli. Queste righe vogliono invece contribuire a fare un po’ di chiarezza, contrastando chi sta provando a ingannare con ignobili espedienti i nostri concittadini. Anche se sono certo che la stragrande maggioranza delle persone, a questo punto, ha capito benissimo di cosa si tratta. Intendo quindi provare a ricapitolare la storia del recente “scandalo” del parcheggio di Piazza Martiri, perché ne emerge in tutta evidenza il filo conduttore che porta agli autori di questa penosa messa in scena. Emanuele Orsi, dopo essere letteralmente scappato abbandonando la presidenza del S. Chiara e la guida di Asav, ben presto riappare sulla stampa locale, avanzando su più fronti accuse, insinuazioni, avvertimenti. Un comportamento in linea con il personaggio che, nostro malgrado, per lunghi mesi ha avuto in questa amministrazione molto più peso di qualsiasi assessore. Tra i primi temi toccati dal consulente politico di Moschi quello dei parcheggi (“I parcheggi di Volterra”, La Spalletta 31/12/2010), in cui già inserisce un chiaro riferimento al parcheggio della dogana. Correda il tutto l’immancabile allusione a “qualcuno che teme di perdere questa rendita di posizione”. Passano appena due settimane e alla redazione de Il Tirreno arriva una Relazione sul quello stesso parcheggio del dirigente comunale, Biagiotti, richiesta espressamente da Paolo Moschi all’indomani del suo insediamento (si noti bene è il Settembre 2009). Questa relazione, di cui a me in Giunta nessuno parlò mai, se a giudizio del sindaco, dell’assessore o di Orsi avesse messo in luce irregolarità, credo che avrebbe dovuto provocare una qualche denuncia. Quella relazione invece rimane 15 mesi in un cassetto, per poi essere inviata al giornale solo tre settimane fa. Il quotidiano fa un titolone: < Quel parcheggio, “regalo” del Comune >, per rimarcare a voce spiegata i contenuti del bando pubblico del lontano 1986 (sindaco era Brunale) con cui veniva messa a gara la realizzazione dell’opera interrata. Nell’articolo vengono accuratamente elencati tutti i proprietari del parcheggio, molti tuoi familiari e anche te, Luigi, che detieni 1000 euro di azioni. Sembra di capire che l’accusa sia quella di aver alienato l’uso del sottosuolo, mentre col meccanismo del project financing questo genere di collaborazione tra pubblico e privato concede l’uso del bene al soggetto privato soltanto per 30 anni. Peccato che la legge che introdusse il meccanismo del project financing in Italia è Merloni-ter (L. 415 del 1998) e quindi venga “solo” 12 anni dopo il bando in oggetto. A quel punto, però, chi fosse minimamente introdotto nell’ambiente di questa Amministrazione Comunale aveva capito benissimo la strumentalità con cui veniva sollevato questo “caso” e dove presto sarebbe andato a parare. Sapevamo dei precedenti espedienti, andati a vuoto, per indurti a lasciare il seggio di Consigliere Comunale. Quando provarono inutilmente ad allettarti col posto di Amministratore Unico di Asav, pensando che la convenienza economica sarebbe bastata a piegarti. Ma se la carota non va, c’è sempre il bastone. Infatti, non passano che una manciata di giorni e “lo scandalo” del parcheggio induce qualcuno a chiedere a Luigi Cocucci addirittura di dimettersi da Consigliere Comunale. La cosa “aggiusterebbe” il risultato di un’elezione democratica che, dopo un anno e mezzo, qualcuno vorrebbe ritoccare. Almeno un pochino, quel tanto che basterebbe. Ma chi sono gli indignati, le opposizioni di sinistra o di destra, forse? No, quelle si guardano attonite per un simile spettacolo. E’ lo stesso direttivo della lista civica che chiede dai giornali le tue dimissioni, per far posto ad Edoardo Bruni, un ragazzino di marca Udc, figlio di Alberto, uno dei membri dello stesso direttivo della lista civica. Perché dovresti lasciare? Qui la logica non ci assiste. Se ci fossero stati errori nel bando del 1986, la responsabilità non sarebbe certo attribuibile ai soggetti privati che vi parteciparono (i tuoi parenti e altri, quando tu avevi 11 anni), semmai a chi ne redasse il testo (l’Amministrazione Comunale). Ma se manca il sostegno della ragione, la forza di volontà non difetta. Infatti, il direttivo della lista civica cerca di rimediare all’assenza di un nesso logico, affastellando alla meno peggio motivi di incompatibilità cervellotici e finora sconosciuti, quasi esoterici: gestisci un’agenzia immobiliare… e poi il piano parcheggi in Comune proprio non va avanti. Ma il piano parcheggi chi avrebbe dovuto realizzarlo se non l’assessore alle Opere Pubbliche? La lista civica non sa evidentemente che tu, Luigi, da semplice consigliere, avevi ricevuto ben altre deleghe. Tutte rognose per giunta: Strade consorziate, Manutenzioni e Trasporti. Tra l’altro hai dimostrato di essere uno dei pochissimi capaci di portare avanti il lavoro di amministratore, nonostante ti venissero (inspiegabilmente?) ridotte all’osso le risorse. Ma a questo punto bisogna svelare al direttivo della lista civica l’arcano: l’assessore con delega alle Opere Pubbliche, fin dal primo giorno di questa amministrazione (un vero record di longevità), è Paolo Moschi. Dunque, chi ritenga che il piano dei parcheggi debba forzatamente essere ormai ultimato, è a lui che dovrebbe rivolgersi.
Conclusioni. Anche se c’è del ridicolo in tutto ciò, il retrogusto di questa storia è amaro. Fino a un po’ di tempo fa non avrei mai creduto di dover assistere a simili bassezze. Devo ammettere che le classi dirigenti del passato, saranno state maldestre e magari opportuniste, ma a quanto ne so non sono mai scese a questi livelli di brutalità, non hanno mai fatto ricorso ad aggressioni così stupide e volgari come questa e altre a cui malauguratamente abbiamo assistito. Durante questo anno e mezzo, purtroppo, abbiamo dovuto nostro malgrado renderci conto fino a che punto possa rivelarsi velenosa l’ambizione. Anche in individui a prima vista insospettabili. Come ti ho già detto in altre occasioni parlando della lista civica, ciò che più mi stupisce non è tanto la malignità attiva di una minoranza di persone. Neppure le parole ipocrite di chi fa del cerchiobottismo la sua divisa istituzionale. E’ il silenzio complice dei molti, che mi colpisce e m’indigna di più.     

Fabio Bernardini  

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