sabato 6 dicembre 2014

E buio fu

E' notizia recente quella dell'evacuazione di un intero palazzo in Largo Di Vittorio, in località Le Colombaie, a causa del pericolo di crollo. I giornali hanno riferito di gravi lesioni alle strutture, a un punto tale da prevedere come unico intervento la demolizione dell'intero edificio.
Nonostante negli ultimi tempi Volterra sia stata purtroppo sede di vari gravi episodi di dissesto, un fatto del genere dovrebbe comunque destare molta attenzione in città, se non altro per la preoccupazione e lo scompiglio recato in quelle famiglie rimaste d'improvviso senza casa. Tanto più che la palazzina in questione è uno dei pochi edifici di residenza pubblica (quelle che un tempo si chiamavano case popolari) presente a Volterra, gestita per il Comune da APES (Azienda Pisana Edilizia Sociale).
E' chiaro che l'episodio crea gravi problemi nel presente e nel futuro, perché con la cronica carenza di edilizia sociale in cui si dibatte il Comune (il progetto di trasformazione dell'ex padiglione Bianchi è impantanato da lustri in modo insanabile) non sarà uno scherzo trovare appartamenti decorosi e definitivi per le famiglie sfollate. Senza contare l'allungamento sine die dei tempi d'attesa per le circa settanta famiglie che già da anni attendono invano un'opportunità di edilizia sociale, che somiglia sempre di più al sogno dell'isola che non c'è.
Dunque il colpo subito dalla città a causa di questo dissesto non è uno scherzo. Da notare che la palazzina in questione è di costruzione relativamente recente (ha circa 30 anni) ed è stata oggetto di due costosi interventi di consolidamento. L'ultimo dei quali risalente ad appena 3 anni fa. In quell'occasione furono incaricati tecnici di alto profilo per studiare lo stato di salute del fabbricato e del terreno, e in seguito a tali studi fu realizzata, per la seconda volta (il primo intervento di consolidamento risale agli anni '90), una sottofondazione profonda per mezzo di micropali, costata qualcosa come 200.000 euro. Quindi, se già non è “normale” dover salvare un palazzo costruito neppure 30 anni fa, cosa dobbiamo pensare di un edificio “risanato” appena tre anni or sono, che oggi dovrà essere abbattuto? Evidentemente qualcosa non quadra. Perché l'ultimo intervento di consolidamento fu eseguito solo dopo che i tecnici eseguirono una serie di verifiche atte a dimostrare opportunità ed efficacia dell'operazione di messa in sicurezza dell'edificio. Per fare chiarezza all'ultimo Consiglio Comunale, Sonia Guarneri (Progetto per Volterra) ha presentato una mozione che avrebbe impegnato l'amministrazione a procedere per arrivare all'accertamento delle cause del dissesto del palazzo e mettendo in chiaro le ragioni dell'inefficacia delle costose opere di consolidamento poste in essere. Niente di più dell'azione che farebbe qualunque ente o proprietario sano di mente che vedesse andare in fumo in pochi anni un suo bene prezioso (e socialmente utile), dopo che ci sono stati spesi un sacco di soldi pubblici inutilmente. Insomma, qualunque amministrazione avendo “bruciato” fior di centinaia di miglia di euro vorrebbe chiarire se qualcuno ha sbagliato: se i materiali da costruzione usati erano idonei, se i lavori sono stati eseguiti a regola d'arte, se le perizie da parte dei tecnici sono state diligenti, ecc. Sia per rivalersi eventualmente su chi avesse commesso errori, sia per orientarsi meglio in futuro prima di affidare altri incarichi o appalti.
Non è stata una sorpresa quando, in Consiglio Comunale, il voto ha dimostrato che l'amministrazione Buselli preferisce non sapere. Non le importa accertare la verità sulla perdita di un palazzo di edilizia pubblica: meglio cullarsi nell'italico fatalismo del “tanto doveva succedere”. Del resto cosa aspettarsi da un'amministrazione che da ben sei mesi si dibatte pateticamente in acrobazie contabili, senza riuscire stilare uno straccio di rendicontazione per incassare i soldi dei lavori di ripristino delle mura? Meglio che scenda il buio ad avvolgere la sagoma di un palazzo che probabilmente, di fatto, resterà per anni ancora in piedi e vuoto, a far da monumento silenzioso all'incapacità di alcuni, e al menefreghismo dei più. Come è già avvenuto per due stabili abbandonati a Fontanella o all'ex padiglione Bianchi o al San Pietro o a Villa Eoli o a tanti altri palazzi che potrebbero ormai essere presi a simbolo di questa lunga, avvilente stagione di declino.

Progetto per Volterra





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