Dalle
più recenti notizie apparse sulla stampa abbiamo appreso che, dopo
l'abbandono del presidente Pierluigi Dei, anche gli altri 11
componenti della Consulta del Sociale hanno rassegnato le proprie
dimissioni. Siamo, quindi, giunti all'azzeramento di fatto di uno
degli organi più importanti del Comune, quello che funge da raccordo
tra l’attività del Settore Sociale dell’ente e la società
civile, articolata nelle numerose aggregazioni attivamente impegnate
nel settore.
La
Consulta svolge da sempre un ruolo di coordinamento
dell'associazionismo sociale, del
volontariato,
delle cooperative e del privato sociale presenti sul territorio, al
fine di esaminare le tante problematiche del settore, promuovere le
iniziative, delineare le strategie comuni per far fronte alle
emergenze sociali. Negli anni, la nostra Consulta si è dimostrata
assai efficace perché ha consentito all’assessore del sociale di
fare rete con tutti i soggetti direttamente coinvolti nei diversi
ambiti che questo delicato settore esprime. La Consulta ha avuto,
inoltre, un ruolo attivo in molte occasioni. Ricordiamo che fu
proprio dalla discussione nata in seno alla Consulta del sociale che
nacque lo Sportello Casa, così come fu ancora la Consulta, pochi
anni fa, a far emergere l’esigenza di favorire la formazione di
nuove cooperative sociali per operare gli inserimenti lavorativi dei
soggetti più svantaggiati.
Dalle
motivazioni alle proprie dimissioni fornite dai membri della Consulta
emerge chiaramente quale è stato il ruolo che l’attuale assessore
Lonzi le ha ritagliato. La Consulta, organo naturale dove dovrebbero
essere discusse preventivamente le problematiche e proposte afferenti
l’organizzazione dei servizi sociali, apprese solo dai giornali che
l’assessore intendeva rivoluzionare l’organizzazione dello
Sportello Immigrati, che da anni si era distinto per l’ottima
attività svolta. Nella riunione convocata solo a seguito di
richiesta delle associazioni, la Consulta all’unanimità si
dichiarò contraria all’idea di Lonzi di far gestire il servizio
attraverso la Asp S. Chiara, priva di competenze specifiche,
chiedendo con energia che venisse mantenuta la modalità di gestione
esistente. Una modalità dimostratasi efficace e soprattutto molto
apprezzata dagli utenti, anche per l’ottimo rapporto umano
instaurato negli anni con l’operatrice.
Dopo
aver nicchiato per qualche settimana elargendo un po' di false
promesse qua e là, l’amministrazione, nel più completo dispregio
delle indicazioni ricevute dalla Consulta, ha tirato dritto per la
sua strada, senza peraltro offrire neppure argomentazioni valide. Di
fatto dimostrando che l’assessore intende la Consulta come un
organo fantoccio, le cui indicazioni non meritano di essere tenute in
alcun conto.
A
questo punto le dimissioni sono arrivate a pioggia da parte della
stragrande maggioranza delle componenti della Consulta, precedute
appena qualche settimana prima da quelle del suo Presidente: lo
sbocco naturale per chi da anni aveva instaurato un rapporto con
l’amministrazione di tutt’altra natura e con essa aveva
efficacemente collaborato.
Un
atto così grave e significativo, assunto da un organo così
composito per estrazione e sensibilità, farebbe riflettere
l'assessore al Sociale di qualsiasi amministrazione “normale”,
tanto da indurlo alle decisioni conseguenti riguardo le proprie
responsabilità. Ma naturalmente un simile gesto non si addice
affatto né a questo assessore, né tanto meno all'amministrazione
che lo ha espresso.
Progetto
Originario
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