sabato 15 giugno 2013

Un aiuto reale agli inquilini

Negli ultimi due anni ci siamo impegnati a portare almeno una proposta concreta per ogni seduta del Consiglio Comunale. La maggioranza le ha rigettate quasi tutte. Una delle pochissime nostre proposte fatta propria dall'amministrazione comunale in carica è stata quella relativa al canone concordato che, ribadiamo, dovrebbe istituire nella nostra zona una sorta di equo canone di cui potranno beneficiare gli inquilini ma per certi versi anche i proprietari di seconde case. Purtroppo, è stato sbagliato il modo in cui l'amministrazione, almeno fino ad oggi, ha concretamente portato avanti l'iniziativa. Nel Consiglio Comunale del 16 aprile scorso, l'Amministrazione Buselli ha istituito un'aliquota IMU agevolata per le seconde case affittate a canone concordato così come chiedevamo, ma temiamo proprio che abbia sbagliato misura. Infatti, per invogliare i proprietari ad aderire ad un accordo sul canone concordato, il Comune dovrebbe offrire un'agevolazione tangibile. L'aliquota proposta dalla maggioranza e approvata in Consiglio per gli immobili affittati a canone concordato è dello 0,76% contro l'aliquota dello 0,89% per le case affittate a prezzi di mercato. Sull'immediato sostenemmo che l'agevolazione era troppo esigua perché i proprietari fossero allettati ad aderire. Oggi, dopo aver verificato le scelte compiute con successo da altri Comuni, ne siamo ancor più convinti. Facciamo qualche esempio guardandoci intorno. Il Comune di Collesalvetti ha istituito un'aliquota agevolata per le seconde case che aderiscono al canone concordato dello 0,57%, contro l'1,06% per le altre. Un abbattimento quasi della metà. Il Comune di Pisa l'anno scorso ha fissato un'aliquota agevolata per gli immobili concessi a canone concordato dello 0,4% contro lo 0,82% delle altre case affittate. Il risparmio è più della metà. Il Comune di Capannori, noto per aver preso molte decisioni virtuose in questi ultimi anni, ha istituito l'aliquota agevolata dello 0,4% per il canone concordato, contro lo 0,76% delle altre. In tutti questi casi il risparmio dei proprietari sull'IMU è sensibile e sommato alla certezza di trovare un inquilino induce molti proprietari ad aderire al canone concordato. Infatti, grazie anche a queste agevolazioni, l'associazione Soloaffitti ha stimato che in Toscana ben il 41% dei contratti di affitto è ormai “a canone concordato”. Qui a Volterra siamo ancora a zero.
Di questi tempi, una soluzione di questo tipo, ben congegnata, potrebbe dare respiro a molti inquilini in difficoltà economiche, alleviando il costo del contratto di affitto del 25-35%. A Volterra ci sono 70-80 famiglie che da molti anni chiedono inutilmente risposte al Comune sul tema della casa. Ovviamente le case popolari sono poche e tutte occupate, mentre non si vedono all'orizzonte i nuovi alloggi comunali. Di fronte ai legittimi bisogni di molte famiglie il Comune può limitarsi ad allargare le braccia, oppure attivarsi per fare qualcosa di utile. La nostra proposta è l'unica soluzione poco costosa e rapida. Dunque perché impantanarla in un meccanismo destinato a fallire? Per far funzionare l'idea del canone concordato, in definitiva, non serve molto impegno. Il Comune dovrebbe sottoscrivere un'intesa con le associazioni dei proprietari e degli inquilini presenti sul territorio, come previsto dalla legge, stipulando un accordo condiviso; quindi dovrebbe fissare un'aliquota IMU agevolata un po' più favorevole. Diciamo qualcosa che stia tra lo 0,5 e lo 0,4% anziché lo 0,76%. Basta poco per rendere efficace un provvedimento che in teoria è stato già preso, ma che attualmente manca delle gambe per funzionare. In vista dell'approvazione del prossimo bilancio previsionale, ci appelliamo al buon senso degli attuali amministratori affinché correggano il tiro nel modo giusto.

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