venerdì 13 settembre 2013

Monumentali leggerezze

Il nuovo monumento posto davanti al primo in Piazza Martiri
Nonostante le discussioni e gli eventi di queste ultime settimane abbiano reso scivoloso l’argomento, non vogliamo sottrarci dal prendere una posizione chiara sull’installazione del nuovo monumento in Piazza Martiri della Libertà, aggiungendo qualche argomento a quelli già sollevati da  alcune associazioni e partiti prima di noi. Per non rischiare di essere fraintesi, intendiamo evitare assolutamente la personalizzazione della discussione, sviluppando il nostro ragionamento sui binari del metodo e del merito. Inoltre cercheremo di evitare di addentrarci nei territori del giudizio artistico, specialità estranea alla nostra competenza. Affrontiamo quindi l’argomento sul piano del metodo: ci sembra del tutto evidente che sarebbe stato da evitare l’accostamento nel raggio di pochissimi metri (o per meglio dire la sovrapposizione) di monumenti completamente diversi sia per stile che per contenuto. Nessun amministratore ragionevole avrebbe potuto pensare di addossare un monumento ad un altro preesistente, avendo a disposizione in città cento altri luoghi spaziosi e sostanzialmente “liberi”. Non serve una laurea per avvertire che ogni oggetto d’arte ha bisogno di un suo spazio dedicato, per evitare quell’effetto “rigattiere” per cui, a causa dell’interferenza e del disturbo reciproco, tutte le opere risultano svilite.
L’inopportunità della scelta risulta ancor più evidente allorquando si consideri il luogo prescelto per l’installazione e la sua storia. Il nome della piazza, “Martiri della Libertà”, ha evidentemente un preciso significato, correlato agli avvenimenti che si svolsero in quel luogo nel 1944. Il monumento che da anni ne celebra il ricordo non a caso testimonia l’omaggio della città ai caduti per quell’ideale. Ci sembra quantomeno indelicato, per non dire volgare, installare proprio davanti a quel monumento un oggetto artistico del tutto diverso, che parla d’altro, peraltro utilizzando un altro linguaggio. La superficialità va sicuramente di moda, ma quando un’amministrazione opera nel pieno centro di una città millenaria, avrebbe come minimo il dovere di leggersi la sua storia (almeno per sommi capi). Sembra evidente che la scultura femminile posta poche settimane fa in Piazza Martiri potrebbe trovare un contesto più idoneo in un diverso luogo di Volterra. Basterebbe applicarsi un tantino di più per trovare un’infinità di soluzioni, sicuramente più ragionate e idonee alla valorizzazione di entrambe le opere, rispettando la memoria di un passato tragico per questo Paese e neppure troppo lontano.  


Progetto Originario

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