venerdì 13 settembre 2013

Perdonali, non sanno ciò che firmano

La contraddittorietà dei comunicati del sindaco affidati alla stampa sul tema della sanità più che sconcertante è ormai imbarazzante. Il 10 agosto Buselli annunciava trionfante dalle pagine de La Nazione che era stato sottoscritto un patto territoriale con la Asl che “garantiva gli attuali livelli di operatività e caratterizzazione” del nostro ospedale, il quale, dunque, non sarebbe stato minimamente messo in pericolo dagli effetti della riforma sanitaria regionale in corso. In virtù di questo accordo, il sindaco esprimeva a mezzo stampa la sua “soddisfazione” scoppiettante. Il 27 agosto, poco più di due settimane dopo, il sindaco cambiava completamente musica. Infatti convocava il consiglio comunale aperto del 3 settembre, nel corso del quale, con toni allarmati e accenti drammatici denunciava gli imminenti pericoli a cui il nostro ospedale starebbe per andare incontro con l’attuazione della riforma sanitaria regionale. In quell'occasione non esitava a farsi portavoce della protesta anche di molti comitati ed associazioni toscane nonché di alcuni sindaci provenienti dalle aree periferiche della Regione, radunati appositamente a sostenere la battaglia contro il prossimo “scempio” perpetrato ai danni dei piccoli ospedali, tra i quali quello di Volterra. Ovviamente in tale contesto non venne fatta nessuna menzione al patto territoriale appena sottoscritto con l’Azienda Sanitaria, che in precedenza aveva salutato sulla stampa con tanta soddisfazione quasi fosse la panacea di tutti i mali.
Il 10 settembre, il sindaco affida di nuovo a La Nazione l’annuncio trionfale: l’ospedale è salvo; sempre richiamando il solito patto territoriale siglato con la Asl ai primi di agosto, che però durante il Consiglio Comunale del 27 agosto, nel fervore della protesta, doveva aver dimenticato.
Una persona che segua gli eventi attraverso gli annunci diramati a mezzo stampa dall'Amministrazione comunale non potrà che trovasi completamente disorientata, chiedendosi  i giorni dispari se l’ospedale stia per chiudere (come è stato sentenziato il 27 agosto) e i giorni pari se viceversa sia del tutto in sicurezza grazie agli accordi tra Asl Comune (come è stato affermato il 10 agosto e più di recente il 10 settembre). Ma se l’ospedale è davvero finalmente salvo, come sembrerebbe dall'ultimissima esternazione, perché il sindaco appena il 27 agosto ha detto no alla Casa della Salute? Quello stesso sindaco che voleva farne una al S. Chiara appena qualche mese prima?
Forse anche in Regione qualcuno si starà chiedendo se il sindaco di Volterra abbia le idee chiare o se soffra di sdoppiamento della personalità. Certo è alquanto anomalo che un giorno si firmino documenti congiunti tra Comune e azienda sanitaria e nell'arco di una settimana si minacci di scendere in piazza a fomentare la folla denunciando catastrofi che il giorno prima erano state date per scongiurate. O non si sa cosa si firma oppure più che una battaglia per l’ospedale quella del sindaco è ormai palesemente diventata una battaglia per un pugno di voti. Quelli di chi ancora riesce a credergli.

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