martedì 26 marzo 2013

E’ in arrivo la Tares

Di questi tempi ogni volta che una normativa si propone di “riordinare” qualcosa, ecco che ci troviamo di fronte ad un inasprimento delle tasse. E’ proprio il caso del decreto “Salva Italia” varato dal governo Monti, laddove ha previsto il “riordino” del sistema fiscale municipale dei rifiuti. Dal 1 gennaio 2013, dunque, è scomparsa la Tarsu ed è stata introdotta la Tares, ovvero il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Si tratta di un nuovo tributo, manco a dirlo più oneroso della vecchia Tarsu, il cui gettito è destinato sia alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani che dei costi relativi ai “servizi indivisibili” dei Comuni (es. l’illuminazione pubblica, la gestione della viabilità, la sicurezza, ecc.). Per cui da gennaio chiunque possieda, occupi o detenga locali o aree scoperte, adibiti a qualsiasi uso, suscettibili di produrre rifiuti urbani, è tenuto al pagamento della Tares. Per come è stata congegnata la Tares comporterà per forza di cose un onere maggiore per i cittadini. In primo luogo perché si stabilisce che quanto pagato dal cittadino per il servizio rifiuti debba coprire totalmente i relativi costi, cosa che invece non necessariamente avveniva con la Tarsu. In molti comuni avremo pertanto aggiustamenti della tariffa-base per garantire la copertura totale dei costi di gestione del servizio rifiuti. In secondo luogo pagheremo di più poiché tale tariffa dovrà andare a coprire anche il costo dei cosiddetti “servizi indivisibili” (che prima non erano previsti), mediante una maggiorazione della tariffa base di 30 centesimi al metro quadrato, con l’opportunità per i comuni di elevarla sino a 40 centesimi. Un tributo dunque basato sui mq e non rispondente al principio della capacità contributiva. La maggiorazione standard di 30 centesimi non costituirà peraltro un’entrata supplementare per i comuni, perché è prevista una riduzione di pari importo dei trasferimenti statali.
In buona sostanza la nuova tassa per i “servizi comunali” è diretta conseguenza del “federalismo” declinato all’italiana, in quanto comprenderà anche quote di tassazione che i cittadini dovranno versare ai comuni per servizi di carattere generalistico, con aliquote destinate alla sicurezza, all’illuminazione pubblica, alla gestione delle strade e dei luoghi pubblici, alla messa in sicurezza del territorio e in generale a servizi con caratteristiche di particolare onerosità per un ente locale. Ciò che però maggiormente colpisce è che ancora una volta lo Stato introduce nuove imposte in favore dei comuni, tagliando a quest’ultimi i trasferimenti statali per gli stessi importi. Ma lo Stato non taglia la sua spesa nella stessa misura. Quindi per il cittadino il federalismo fiscale non si traduce nel mero mutamento dell’ente che riscuote, ma nel raddoppio della pressione fiscale.  Questo ciò che stiamo osservando: la pressione fiscale dello stato centrale resta costante, nel contempo viene provocato l’aumento delle tasse degli enti locali e i servizi erogati vengono tagliati. E’ chiaro che così non si potrà andare avanti a lungo.
Merita evidenziare un altro aspetto dell’istituzione di questa neo tassa sui rifiuti e non solo, cioè la notevole libertà di manovra lasciata in capo ai sindaci per quanto riguarda la possibilità di rincari sulla tariffa base. La legge permette oscillazioni quantificabili in un range che va dai 30 ai 40 centesimi al metro quadrato, ma anche l’opportunità di stabilire autonomamente una tariffazione “di favore” in casi particolari. Il Comune con proprio regolamento potrà, infatti, prevedere riduzioni delle tariffe nella misura massima del 30% in alcuni casi, come ad esempio per abitazioni con unico occupante o per fabbricati rurali ad uso abitativo, oppure per abitazioni a disposizione per uso stagionale o per altro uso limitato. Ulteriori riduzioni delle tariffe sono possibili per le zone sprovviste del servizio di raccolta rifiuti e altre in misura proporzionale alla distanza dal più vicino punto di raccolta o laddove vi sia un controllo puntuale del rifiuto prodotto. Vedremo in che direzione andrà la nostra amministrazione e quali scelte proporrà prossimamente al Consiglio Comunale. Sarebbe peraltro interessante conoscere gli indirizzi che in proposito potrebbero venire anche dai cittadini invitati a partecipare al progetto “Bilancio Insieme”. Quale migliore occasione per condividere le scelte di bilancio della taratura di nuove voci che andranno prestissimo ad incrementare la pressione fiscale comunale? Ad oggi di certo sappiamo solo che gli aumenti ci saranno e che il termine di versamento della prima rata è previsto per il prossimo luglio. Per la condivisione non resta tanto tempo, dunque. Varrebbe la pena affrettarsi.

Progetto Originario

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