Di solito cerco di rispondere dal
giornale solo ai ragionamenti sul merito delle cose, tralasciando le
insinuazioni di bassa lega. Per Barontini, appunto della lega, farò
un'eccezione. Del resto ragionamenti di merito non ne leggo da tempo
provenienti da parte della nuova alleanza
che dal 2011 governa Volterra (lista Buselli–UDC-La Destra-lega e PDL).
Il rappresentante della lega la scorsa settimana mi ha preso di mira in un
trafiletto, insinuando che la mia opposizione a Buselli potrebbe discendere da intese sottobanco col PD. Farò
un'eccezione alla mia regola, dicevo, perché Barontini è un caso speciale. Lo
conobbi in campagna elettorale, quando la lista civica era ancora in
formazione. Da settimane venivo attaccato da componenti della destra
opportunamente fomentate, tacciato di essere un “estremista no-global”.
Barontini, se non erro, era all'epoca portavoce della lega per la Val di
Cecina. Senza conoscermi, venne a cercarmi: si presentò, parlò della sua
famiglia – il suo cognome è noto – della sua tradizione di sinistra e poi della
sua definitiva scelta a favore della lega (allora partito di governo in
ascesa). Aggiunse che era stato informato che “rischiavo” di prendere un certo
numero di preferenze e mi propose di rappresentare il suo partito in lista
civica, argomentando che in Toscana molta parte della lega proviene dalla
sinistra. In cambio avrei avuto l'appoggio del partito di Bossi e la
pacificazione sul mio nome di tutte le componenti del centrodestra. Ovviamente
rifiutai. Non passò troppo tempo che tornò alla carica: eravamo alla vigilia di
una votazione interna alla lista civica sulla mia estromissione che avrebbe
aperto le porte alla destra tutta intera. Questa volta mi propose un accordo
sotto traccia: non era necessaria la mia iscrizione, bastava che mi mettessi
sotto la protezione della lega. Barontini sa che rifiutai di nuovo. Me la vidi
da solo all'interno della lista civica. Anzi, non da solo, ma con l'aiuto del
gruppo di amici con i quali mi trovo bene ancora adesso. Gente che non risponde
ad ordini di partito e tanto meno a gruppi d'interesse. Vero, dunque, che
l'amicizia interessata di soggetti politici (e anche economici) mi è stata
offerta, e dopo di me anche ad altri di Progetto Originario. L'abbiamo sempre
rifiutata. Barontini lo sa bene, perché è appunto uno di quelli che ci hanno
provato. Resta un mistero, almeno per me, come faccia certa gente ad accusare
altri di comportamenti che sono la loro normale prassi.
Noi abbiamo rifiutato le
pastette, ma ben presto abbiamo avuto modo di osservare da vicino che fine
abbia fatto la parte della lista civica che quella logica l'ha accettata. Ha
trovato puntelli nell'estrema destra grazie ai quali ancora governa la città,
d'accordo, ma a che prezzo? Non è rimasto nulla delle promesse elettorali e
ancora meno della sua credibilità. Per non essere generico farò un piccolo
esempio, tralasciando i casi più noti tipo benzinopoli. In campagna elettorale
promettevamo di abbandonare la politica dei favoritismi, malvezzo attribuito alle
precedenti amministrazioni. Oggi i favoritismi abitano Palazzo dei Priori più
di prima. L'associazione fondata da Buselli e Moschi, SOS-Volterra, quest'anno
ha ricevuto dal Comune 4.000 euro di soldi pubblici: 1.000 con delibera di
Giunta 148/2012 e 3.000 con determina dirigenziale 379/2012. Quasi tutte le altre associazioni sebbene più
blasonate e meritevoli (Croce Rossa, Misericordia, Emergency, Anpi, Avis, ecc.)
sono state lasciate indietro e di molte lunghezze. Evidentemente non
dispiacevano i favoritismi; dispiaceva restarne esclusi. Caro Barontini,
l'esperienza di questi ultimi tre anni e mezzo non mi ha fatto rivalutare le
amministrazioni targate PD. Posso, però, dire a ragion veduta che
l'amministrazione Buselli è riuscita a fare sicuramente peggio.
Fabio
Bernardini, Progetto Originario
Nessun commento:
Posta un commento