venerdì 9 novembre 2012

L'esercizio del controllo

Da quando benzinopoli è arrivata sulle pagine dei giornali, ci è capitato varie volte di essere interpellati da nostri concittadini per chiarimenti, delucidazioni e soprattutto per avere aggiornamenti sul Consiglio Comunale appositamente convocato per parlarne. Alla fine il sindaco ha fatto retromarcia, rassegnandosi ad inserire all'ordine del giorno la discussione sulla vicenda. Buselli rischiava di essere platealmente preso per un orecchio dal prefetto, esponendosi a quel punto ad una figura davvero meschina. Così, dopo un paio di giorni di resistenza, ha abbandonato i suoi propositi di estromettere l'argomento dal Consiglio Comunale e, a denti stretti, ha finito per capitolare. Per venerdì 9, quindi, il tema è in agenda con possibilità di  mozioni. Comunque sarà l'occasione buona per proporre, finalmente in un confronto faccia a faccia, le domande in attesa di risposte da molte settimane su una gestione delle auto e delle relative carte carburante che dire inadeguata è un eufemismo.
Mettiamo in guardia in ogni caso tutti coloro che sperano in un momento di definitiva chiarezza da parte dell'amministrazione. Ci auguriamo di essere smentiti dai fatti, ma le precedenti esperienze hanno dimostrato che l'amministrazione Buselli, quando si trova di fronte a contestazioni imbarazzanti, si mantiene evasiva o tende ad alzare un muro di silenzio. Avvenne così per i fatti del tendone dell'ultimo dell'anno, quando contestammo all'amministrazione il mancato adempimento di alcune norme di sicurezza richieste dalla commissione competente. Formulammo le nostre domande in consiglio una per una, ma nessuno dalla maggioranza prese mai la parola per rispondere. Sembra assurdo, ma così andarono le cose. Infatti, un'amministrazione per essere limpida deve essere composta da persone che sentono per prime il dovere della chiarezza, della trasparenza e dell'onestà di amministrazione. Altrimenti esistono mille espedienti, perfino la disciplina del silenzio in Consiglio, per celare fatti e responsabilità. Non per questo una Giunta sarà commissariata. Magari la sua credibilità può andare in pezzi, ma le poltrone (temporaneamente) restano salve.
Si può immaginare, dunque, quanto sia faticoso l'esercizio del controllo da parte di chi siede sui banchi delle opposizioni con un'amministrazione di questo tipo. Per riuscire ad entrare nel merito delle cose occorre insistere per mesi attraverso interrogazioni, interpellanze e accessi agli atti. E molti passaggi sfuggono comunque. Il gruppo Progetto Originario, ad esempio, pur dedicando molte energie all'attività del Consiglio probabilmente non è in grado di controllare più del 5-10% di quanto accade all'interno dell'amministrazione comunale di Volterra. Fisiologicamente la mole di attività svolte all'interno di un Comune è grande e la massima parte di queste non passa dal Consiglio Comunale. Con un'amministrazione che spesse volte replica alle domande contenute nelle nostre interrogazioni con risposte evasive, talvolta nessuna risposta e perfino risposte false, la questione logicamente si complica. Quasi sempre siamo costretti a recarci negli uffici per capirci qualcosa e, secondo i casi, anche varie volte. Nella vicenda del tendone, per esempio, dovemmo andare direttamente a scartabellare il fascicolo negli uffici per scoprire che i versamenti di Etruria Promozione, rappresentata da Berni, erano fasulli, perché dalla prima risposta che ci rese il sindaco tutto risultava in regola.
Quasi impossibile, poi, è capire i criteri con i quali in Comune vengono assegnate le consulenze o gli incarichi alle ditte esterne, in presenza d'un ampio ricorso agli incarichi sotto soglia di gara e per giunta in assenza di elenchi di fornitori. In questo caso la legge consente un ampio grado di discrezionalità all'ente, che, se non vuole autoregolarsi verso la trasparenza come nel caso del Comune di Volterra, viene lasciato sostanzialmente con le mani libere.
La vicenda delle auto comunali è solo l'ultimo, più clamoroso esempio di un'amministrazione opaca e reticente. Né sorprende scoprire che, dietro la reticenza, prosperassero gli abusi e le irregolarità di gestione.

                                                                                                                      Il gruppo consiliare di Progetto Originario

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