In questi giorni molte volte i
dipendenti comunali volterrani sono stati chiamati in causa a sproposito
rispetto al caso “benzinopoli”. Cominciò un comunicato allusivo firmato
congiuntamente dal coordinamento Pdl e Marco Costanzi, che parlava di “talpe”
in Comune. Ha proseguito sulla stessa falsariga lo stesso sindaco Buselli,
lanciando dai giornali rimbrotti ai quei dipendenti colpevoli a suo modo di
vedere di aver mostrato dei documenti pubblici a dei consiglieri comunali che
ne avevano fatto espressa richiesta. Dopodiché sono venute altre dichiarazioni
dello stesso tenore da parte del coordinamento Pdl, unite a minacce di querela
da parte del sindaco e dell'amministrazione ai giornali e ai consiglieri di
minoranza che hanno portato alla luce il caso. Insomma, si capisce bene che la
preoccupazione della Giunta Buselli e dei loro degni compari del coordinamento
Pdl è stata interamente rivolta al fatto che il caso “benzinopoli” potesse
venire allo scoperto, e non certo agli eventuali usi impropri delle auto e
delle tessere carburante comunali. Atteggiamento non nuovo da parte di questa
amministrazione, a causa del quale sentiamo il dovere di solidarizzare con quei
tecnici comunali che in quest'occasione hanno contribuito in maniera
determinante a fare chiarezza. In questo periodo pensiamo, anzi, che siano da
citare come esempio positivo, in un Paese che sta andando economicamente a
fondo, anche a causa di troppe complicità e diffuso menefreghismo. Il
dipendente comunale che si è accorto dell'assenza della tessera carburante
dalla Brava del sindaco avrebbe potuto girare la testa dall'altra parte e non
denunciarne la scomparsa. Bastava seguire la regola aurea in uso nel nostro
stivale: “fatti gli affari tuoi e camperai cent'anni”. Anche il funzionario che
ha denunciato le irregolarità nell'uso della scheda carburante associata
all'auto del sindaco avrebbe potuto seguire lo stesso principio. Perché perdere
tempo a segnalare una decina di pieni di carburante anomali. In questo stesso
Paese quante migliaia di dipendenti pubblici e privati avranno sorvolato e
finto di ignorare irregolarità e acrobazie contabili, che a lungo andare hanno
portato i bilanci allo sfascio? Molti, troppi. Fingere di non vedere è più
facile. E poi non ti fai nemici, che magari potrebbero fartela pagare quando
toccherà a loro decidere se e quanto remunerare la tua produttività. Non solo a
Volterra ma in tutta l'Italia siamo andati avanti per troppi anni voltando la
testa altrove per quieto vivere. Oggi, dobbiamo avere la consapevolezza che
stiamo pagando tutti le conseguenze anche di questi comportamenti. Bilanci
dissestati, debiti alle stelle e molti enti allo sfascio sono sì il risultato
di una classe politica incapace e talvolta ingorda, ma anche di frequenti
complicità nel personale degli enti pubblici che in cambio di qualche prebenda
o per semplice quieto vivere ha scelto di far finta che tutto andasse bene per
anni. E' chiaro che serve un pizzico di coraggio per segnalare le cose che non
vanno, specialmente quando la causa potrebbe essere dovuta agli amministratori
che guidano l'ente in cui lavori. Ma è un coraggio che è necessario trovare, se
vogliamo raddrizzare una situazione drammatica. Proprio per questo la parte
sana di questo Paese deve stringersi attorno a chi ha avuto il coraggio di far
bene il proprio lavoro, difendendo l'indipendenza dei tecnici e le loro
competenze da chi vorrebbe vederli del tutto sottomessi, perennemente soggetti
ai ricatti della classe politica.
Il Gruppo Consiliare di
Progetto Originario
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