lunedì 22 ottobre 2012

La solita solfa dei complotti e delle fughe di notizie




Non vi erano dubbi che all’indomani della notizia sulle forti irregolarità nell’utilizzo delle auto comunali, chi è stato coinvolto tentasse la solita strada: è un complotto delle minoranze; è un tradimento dei dipendenti comunali.
Nessuna reazione nel merito dei fatti contestati. Anzi per la verità ce n’è stata una ed è equivalsa ad un'ammissione: l’Assessore Costa ammette di aver prelevato la carta carburante dalla macchina del Comune e con quella di averci pagato un pieno di gasolio alla propria  macchina.
Persone con un minimo di logica non possono che tirare le somme. L’auto sotto la lente è quella “delle istituzioni”. I consumi di carburante di questa auto sono raddoppiati senza che venissero percorsi i corrispondenti  chilometri. La carta di credito di quella autovettura ha registrato, tra gli altri,  tre rifornimenti in gasolio nonostante l’auto sia a benzina. Infine, un assessore, pizzicato con la carta in mano, dichiara che effettivamente l’ultimo pieno di gasolio lo ha fatto lui, sulla propria auto.
Dunque la colpa delle irregolarità è forse delle minoranze che controllano o che esagerano? Oppure dei dipendenti comunali che hanno fatto la denuncia di smarrimento di una carta, che non si trovava al suo posto? Oppure dai dipendenti che hanno denunciato le evidenti irregolarità nei consumi e nei prelievi dal conto corrente comunale eseguiti con quella stessa carta?
Ci pare chiaro che ciò che è accaduto non è frutto dell’azione traditrice di consiglieri dissidenti o di funzionari infedeli. La logica suggerisce che è la diretta conseguenza di chi le regole non le rispetta né le vuole rispettare, neppure nelle piccole cose.
A questo punto non è importante che qualcuno valuti la rilevanza giuridica di tali comportamenti, perché basta quella etica. Un anziano avvocato penalista ebbe a farmi un esempio calzante qualche tempo fa. Se affidi le chiavi di casa tua ad un amico perché ti annaffi le piante mentre sei in vacanze e poi, rientrando in anticipo,  lo sorprendi a caricare su di un ape il tuo televisore nuovo, con l’intenzione di simulare un furto al tuo ritorno, che faresti? Aspetteresti, per rompere l’amicizia e togliergli le chiavi di casa tua, una sentenza penale di condanna? Oppure lo fai subito, perché si è oramai rotto quel rapporto di fiducia che ti legava a lui?
La stessa domanda, prima di tutto da cittadina, mi viene da porla al sindaco Buselli.
Sonia Guarneri - Progetto Originario


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