Non vi erano dubbi che
all’indomani della notizia sulle forti irregolarità nell’utilizzo delle auto
comunali, chi è stato coinvolto tentasse la solita strada: è un complotto delle
minoranze; è un tradimento dei dipendenti comunali.
Nessuna reazione nel merito dei
fatti contestati. Anzi per la verità ce n’è stata una ed è equivalsa ad
un'ammissione: l’Assessore Costa ammette di aver prelevato la carta carburante
dalla macchina del Comune e con quella di averci pagato un pieno di gasolio
alla propria macchina.
Persone con un minimo di logica
non possono che tirare le somme. L’auto sotto la lente è quella “delle
istituzioni”. I consumi di carburante di questa auto sono raddoppiati senza che
venissero percorsi i corrispondenti
chilometri. La carta di credito di quella autovettura ha registrato, tra
gli altri, tre rifornimenti in gasolio
nonostante l’auto sia a benzina. Infine, un assessore, pizzicato con la carta
in mano, dichiara che effettivamente l’ultimo pieno di gasolio lo ha fatto lui,
sulla propria auto.
Dunque la colpa delle
irregolarità è forse delle minoranze che controllano o che esagerano? Oppure
dei dipendenti comunali che hanno fatto la denuncia di smarrimento di una
carta, che non si trovava al suo posto? Oppure dai dipendenti che hanno
denunciato le evidenti irregolarità nei consumi e nei prelievi dal conto
corrente comunale eseguiti con quella stessa carta?
Ci pare chiaro che ciò che è
accaduto non è frutto dell’azione traditrice di consiglieri dissidenti o di
funzionari infedeli. La logica suggerisce che è la diretta conseguenza di chi
le regole non le rispetta né le vuole rispettare, neppure nelle piccole cose.
A questo punto non è importante
che qualcuno valuti la rilevanza giuridica di tali comportamenti, perché basta
quella etica. Un anziano avvocato penalista ebbe a farmi un esempio calzante
qualche tempo fa. Se affidi le chiavi di casa tua ad un amico perché ti annaffi
le piante mentre sei in vacanze e poi, rientrando in anticipo, lo sorprendi a caricare su di un ape il tuo
televisore nuovo, con l’intenzione di simulare un furto al tuo ritorno, che
faresti? Aspetteresti, per rompere l’amicizia e togliergli le chiavi di casa
tua, una sentenza penale di condanna? Oppure lo fai subito, perché si è oramai
rotto quel rapporto di fiducia che ti legava a lui?
La stessa domanda, prima di
tutto da cittadina, mi viene da porla al sindaco Buselli.
Sonia Guarneri - Progetto
Originario
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